Quest'estate mi sto occupando di un progetto che mi piace molto. Si concluderà tra poche settimane e, colpevolmente, non ve ne ho ancora parlato.
Lo farò oggi.
Si tratta de "Il Respiro della Palla" un podcast dedicato allo Sport, la sua storia e i suoi eroi. Il progetto, il testo e la voce sono di Marco Pozzi, appassionato di basket e teatro che prima ha creato uno spettacolo per il palcpscenico poi, complice la pandemia, ha deciso di trsformarlo in un podcast.
In tutto ciò, io mi occupo della comunicazione social, della gestione di Facebook e Instagram.
Il Podcast è costituito da 9 puntate, ne esce una alla settimana, di venerdì. Oggi è stata pubblicata la quinta. Questa, ad esempio, tratta degli eroi dello sport italiano: da Carnera a Chechi, per intenderci. Ma ogni episodio ha un argomento diverso e interessante, come la storia delle Olimpiadi o la nascita dei Mondiali di Calcio.
Lo sport fa parte della vita di tutti noi e, soprattutto, influenza e viene influenzato dalla società e i suoi cambiamenti.
Io amo moltissimo questo progetto, mi esalta parlare di sport pur essendo una campionessa di tiro al telecomando, e mi fa piacere condividere con voi questo lavoro.
Online di contenuti di scarsa qualità ce ne sono tanti, questo non lo è. Ascoltatelo!
Se sei su questa pagina è probabile che ti piaccia leggere. E, spesso, a chi piace leggere piace anche scrivere. Non è necessario che tu creda di avere il romanzo del secolo chiuso in un cassetto, anzi sarebbe preferibile di no, ma magari pratichi la parola scritta come sfogo, prova o semplice gioco. Evvivaiddio!
Esiste quindi la remota possibilità che a te, proprio a te, che stai leggendo queste righe in questo momento (sì, dico a te, quello con le dita nel naso), non faccia affatto schifo l'idea di partecipare a un laboratorio di scrittura via Skype.
Che tu sia in Islanda o a Roncobilaccio, che tu abbia velleità da romanziere o solo voglia di ritagliarti un poco di tempo per sfogare la tua creatività, questo laboratorio potrebbe fare al caso tuo. Nevvero?
Quindi cosa aspetti?
Commenta, scrivi, informati, fai domande, chiedi spiegazioni. Insomma batti un colpo ed entra anche tu in questa classe.
Per ora c'è ancora posto ma il tempo stringe.
Svagata e svanita come sempre, lo dico a cani e porci ma dimentico i miei lettori. Sono proprio una brutta persona e una schifezza di blogger!
Vi ricordate che la scorsa primavera avevo avviato l'esperimento di un laboratorio di scrittura via Skype? L'esperimento continua e, fra poco, partirà una classe nuova di zecca, mentre la precedente va avanti lungo il suo percorso regalandomi manciate di goduriose soddisfazioni.
Siete interessati a buttarvi in quest'avventura?
Fate un fischio, lasciate un commento, scrivete un'email (janecole@live.it).
Potrete giocare, scrivere, leggere, confrontarvi con gli altri e, soprattutto, coccolare e far crescere un personaggio tutto vostro.
Le persone scolpiscono la propria vita, i personaggi la propria trama.
Con questa frasona ad effetto vi ho convinto, eh?
No?
Strano.
Il laboratorio di scrittura è una cosa bella assai, farlo su skype ha il vantaggio di poter conoscere persone lontane e relazionarsi con nuove realtà. Se avete sempre scritto o non avete scritto mai, questa è comunque un'ottima occasione per liberare la vostra creatività senza prendervi troppo sul serio.
Vi aspetto!
Da Aprile a Luglio ho condotto laboratori di scrittura dal vivo e via Skype. Ho incontrato gente che non conoscevo e rivisto visi amici. Ho goduto del talento degli altri, della loro voglia d'imparare e del piacere di mettersi in gioco. Mi sono tuffata in un mondo che mi ha dato tantissimo e a cui ho ancora tanto da dare.
Da Aprile a Luglio ci sono stati fantasiosi aperitivi prescrittura, e frugali cene precollegamento. Ci sono stati personaggi e intrecci, aggettivi e verbi, incipit e finali, dialoghi e descrizioni. E ci sono stati, soprattutto, monologhisti in odor di paternità, produttrici sane di racconti, ragazze alle prese con semafori e dinosauri, amanti della letteratura ottocentesca, talenti semplici e inaspettati, penne create per raccontare l'infanzia, narratrici di mondi fantastici, inventori di biografie articolate, menti insoddisfatte sempre in grado di mettersi in discussione, elaboratrici di trame semplici e complesse, giovani ironici al servizio dell'arte del racconto.
Da Aprile a Luglio c'è stato tutto questo e anche di più.
Grazie a tutti dall'onorata testimone di tanta vivacità e bellezza.
Ci si vede a settembre, dal vivo e via Skype.
Ho attivato i miei contatti su facebook, ho pubblicato il volantino in bacheca, ho mandato un poco di email. Bene, ho utilizzato tutti i miei canali di comunicazione. Perfetto.
Ma bene de che? Ma perfetto cosa? E il blog? Mi sono dimenticata del blog!
L'ho detto a cani e porci, tranne che ai miei lettori adorati che, legittimamente, ora avrebbero il sacrosanto diritto di sputacchiarmi in pieno viso.
La prossima settimana comincia il mio laboratorio di scrittura via Skype. Ebbene sì! Mi sono inventata anche questa.
Siete interessati?
Commentate, scrivete, fatemi sapere.
C'è ancora posto ma il tempo stringe!
E non fatemi quella faccia lì. Non prendete la dimenticanza come un affronto personale. Lo sapete, sono una donna sbadata, confusa e confusionaria. Ma voi mi amate nonostante tutto, no?
No?
Ah, ecco.
Avete mai frequentato un laboratorio di scrittura?
Io feci l'ingresso in questa realtà molti anni or sono.
Eravamo un gruppo vario e variopinto.
C'era l'attrice teatrale che scorrazzava sulla sua 2 Cavalli alimentata a fantasia. C'era la signora del bel mondo con un passato da sessantottina e un presente con maggiordomo filippino. C'era la ragazza snella, nervosa ed essenziale. Essenziale come i suoi haiku. C'era l'arte terapeuta capace di dipingere trame e di intrecciare disegni. C'era l'astrologa argentina, che un po' raccontava e un po' si faceva raccontare. C'era l'uomo siciliano che viveva in un furgone con le sue piccole scene piene di sole. C'era l'uomo piemontese capace di camminare lungo un filo teso tra due montagne, e di scrivere storie musicali come canzoni. C'era persino una blogger che, a guardarsi attorno, pensava di essere vittima di un'allucinazione. Di essere finita nel bel mezzo di un racconto pieno di personaggi pazzeschi.
Ma quello era il passato.
Ora occupiamoci del presente e anche del futuro.
Chi ci sarà il primo di aprile? Data in cui partirà un nuovo laboratorio di scrittura. Il mio.
Chi si butta con me? Non vi posso promettere un'umanità tanto varia e interessante. Ma energia, esperimenti e voglia di confrontarsi, sì!
Un laboratorio di scrittura è sempre un luogo magico. Dove vengono le idee migliori. Persone inaspettate sono in grado di dare consigli preziosi. Si cresce e ci si arricchisce.
Per chi scrive da sempre e per chi non ha scritto mai.
Voi cosa state aspettando? Io sto aspettando voi!
Noto astrologo di colori pastello vestito:
"Avrai una settimana meravigliosa e una giornata fantastica. Ottime opportunità di lavoro. Grandi soddisfazioni. Gioia, giubilo e fuochi d'artificio!"
30 secondi dopo via email:
"Cara Pancrazia dei nostri cuori,
tu sei una delle nostre migliori collaboratrici: sei tanto caruccia, simpatica e ti vogliamo sinceramente bene.
Però quel lavoro per cui ti eri proposta l'abbiamo affidato ad un altro. Ma anche tu sei brava. E ti vogliamo bene. Non te la prendere. Sarà per la prossima volta.
Con smisurato affetto.
Ciao ciao"
Un uomo distinto.
Un bastone ad agevolarne il passo.
I capelli pettinati all'indietro e lo sguardo fiero.
"Buongiorno. Posso dare il mio contributo o sono fuori tempo massimo?"
Ieri un Novantadueenne è venuto a chiederci se poteva donare il sangue.
Novantadue anni.
Novantadue anni compiuti.
Ovviamente no, un novantadueenne non può donare il sangue.
Lo vieta la legge, la medicina ed anche il buon senso.
Ma incontrare un uomo così è stato un onore.
Quando l'ultimo rappresentante della generazione dei nostri nonni se ne sarà andato, quando non resterà più nessuno di quelli che hanno vissuto la guerra, conosciuto la dignità della rinuncia e lavorato la terra con le mani, questa nostra società sarà ancora più povera e smarrita di quanto già non sia.
Gli stranieri portano manodopera, arricchimento culturale e non solo.
Mi chiamo Giulia, sono italiana e da due anni ho un cuore nuovo.
Mi chiamavo Pablo, venivo dalla Colombia e sono morto in Italia. Io ho sempre creduto nel destino ed evidentemente questo era il mio: attraversare l'oceano per trovare lavoro in un paese straniero, volare giù da un'impalcatura e continuare a vivere nel petto di Giulia.
I donatori stranieri di sangue e di organi in Italia sono in continuo aumento.
Il sangue è uguale per tutti.
Per otto anni Jane è andata a lavoro con abiti e scarpe comode.
I primi perché, indossando il camice, non ha mai pensato valesse la pena addobbarsi troppo e le seconde perché, dovendo lavorare per lo più in piedi, usare calzature basse e confortevoli le è sempre parsa l'unica scelta ragionevole.
Ieri c'è stata la svolta.
Jane è stata colta da un'improvvisa, inspiegabile ed inopportuna voglia di vestirsi da femmina. E così, al bando pantaloni e ballerine, la sventurata ha optato per un miniabito di maglia ed un paio di aggressivi stivali.
Con questo nuovo look Ella si sentiva gnocca, altissima e meravigliosamente donna.
Ad inizio mattinata Jane era una panterona con l'incedere sensuale e sicuro di Naomi Campbell.
All'ora di pranzo i suoi leggiadri piedini avevano ormai lasciato il posto a due zamponi bolliti e la falcata felina era stata sostituita da un'andatura sgraziata e traballante degna di un pachiderma zoppo.
Dalla Venere Nera ad Antonella Clerici in sole cinque ore.
Che questo post funga da promemoria:
"La prossima volta che metterò i tacchi al lavoro sarà fra altri 8 anni. Lo giuro su Le Tagliatelle di Nonna Pina!" Jane Pancrazia Cole
Quando ti svegli all'alba di una domenica mattina per andare a lavorare, può capitare di avere le occhiaie di un panda, il colorito di una lucertola e la capigliatura di un leone phonato.
Quando ti svegli all'alba di una domenica mattina per andare a lavorare, può capitare di essere mansueta come una tigre dai denti a sciabola, gentile come una iena e ben disposta verso il prossimo come un grizzly.
Quando ti svegli all'alba di una domenica mattina per andare a lavorare ed un donatore si lamenta acido di essere in attesa da troppo tempo, mentre la sala prelievi è piena come un uovo, tu stai cercando di farti spuntare un paio di braccia in più e nel frattempo trattieni la pipì che ti scappa da almeno tre ore, può capitare che le prime parole che ti vengano da rispondergli non siano appropriate alla boccuccia di una signorina per bene.
Ma può capitare anche che tu riesca miracolosamente a trattenerti perché, in mezzo a tutta quella confusione, improvvisamente riconosci un viso amico che ti sorride e a cui tu sorridi di rimando.
Una domenica mattina di lavoro come tante diventa improvvisamente un giorno speciale grazie a lui.
Lui, che ti faceva sentire importante.
Lui, che sapeva nutrire la tua autostima come nessun altro.
Lui, che ti riconosceva un talento.
Lui, che mostrava orgoglioso i tuoi disegni a tutta la scuola.
Lui, che ti ha insegnato l'amore per l'arte.
Lui, il tuo professore preferito delle superiori.
Restare sveglia fino alle 2:30 per colpa di un'ulcera bastarda. Strisciare fuori dal letto alle 6:30. Riuscire a mettersi in strada nel traffico impazzito di una giornata di pioggia. Arrivare al lavoro già sfatta.
Avere a che fare con la numerosa e varia umanità che costituisce i donatori di sangue. Dallo scorbutico al lumacone. Dal sessantenne giovane-dentro che vuole donare dritto su un piede solo, al ventenne terrorizzato che esige la presenza della mamma che gli tenga la manina. Dall'esile ragazza che ha scritto in fronte "mi sentirò male entro 2 minuti" alla possente signora con le braccia da camionista e le vene nascoste sotto 10 centimetri di morbidosa ciccia. Questo è il mio habitat naturale, mi ci trovo bene, mi ci muovo con sicurezza: ignoro il maleducato, tengo a bada il provolone, sono inflessibile con il supereroe, coccolo il pauroso, cullo l'acciughina e mi affido all'esperienza e al c#lo per beccare le vene balorde. Sono professionale, efficiente e cordiale.
La mattinata sta per finire, vedo il traguardo, mi rilasso. Ma entra lui. Giovane e gentile. Mi sorride, si siede sulla poltroncina e attende. Io gli chiedo di togliersi la felpa, lui obbedisce. Io preparo le provette e sistemo la sacca sulla bilancia. Per la prima volta guardo il suo braccio. C'è Mussolini. Sopra il braccio. Mussolini. Braccio. Benito. Il ragazzo educato e carino ha il faccione di Mussolini tatuato sull'avambraccio interno. Un tatuaggio enorme, impossibile da ignorare.
Che faccio? Lo prendo a testate? Lo vampirizzo direttamente dalla giugulare? O lo mollo là e me ne torno a dormire?
Niente di tutto ciò. Il mio viso non tradisce nessuna reazione. Nascondo la sorpresa, la stizza ed il rimprovero. Forse sollevo un po' il sopracciglio sinistro, ma per il resto sono una maschera impenetrabile. La mano è ferma e leggera. Prima passo il cotone e poi prendo l'ago. Prima disinfetto il faccione e poi buco l'elmetto. Ho disinfettato il faccione di Mussolini. Ho bucato l'elmetto di Mussolini. In quanti possono dirlo senza paura di smentita?
Mi viene un po' da ridere, ma riesco a trattenermi. Prelievo finito.
Il donatore è contento: non ha sentito niente. Io sono contenta: questo è materiale da post. Benito un po' meno: è dispiaciuto per l'elmetto.
No, non sono scappata ai Caraibi. No, non mi hanno rapita gli alieni. No, non mi è esploso il PC. Anche se ultimamente sta dando preoccupanti segni di insubordinazione.
In questo periodo latito dal mio e dai vostri blog a causa di una gravissima e cronica mancanza di tempo. Peccato, avrei vari argomenti interessanti di cui parlarvi: la suocera che vorrebbe farmi il bagno nell'acqua santa; Tutankamon, il collega infermiere, simpatico come un gatto attaccato alle mutande e vitale come una mummia egizia; e la sorprendente mammaCole che, rassegnatasi all'idea di avere Ciccio come genero, ha deciso di farmi il corredo. Aiuto!!!
Per ora dovrete "accontentarvi" di una delle cose più carine che offre la TV in questo periodo: "La storia minima dell'arte" di Natalino Balasso.
Originale e divertente.
Stamattina in equipe ho incontrato un nuovo collega ed è nata subito una grande amicizia!
Collega: "Io da 10 anni lavoro nell'ambito psichiatrico." Jane: "Interessante. Sei uno psicologo?" Collega: "No" Jane: "Psichiatra?" Collega: "No" Jane: "Psicanalista?" Collega : "No, ma ormai sono un fine conoscitore dell'animo umano." Jane: "Azz..." Collega: "Appena vi ho visto stamattina ho capito che tu sei così blablabalabla, quel genere di donna che blablablabla, mentre lei è blablabla, un po' più blablabla e lui, invece, è blablabla..." Jane: "Ma tu appena incontri qualcuno lo psicanalizzi così? Su due piedi?" Collega:"Si" Jane: "E non ti ha ancora mandato a cagare nessuno?"
Jane: "Oggi nell'equipe c'era una ragazza che si sposa a luglio" (buttandogli la notizia così...con finta casualità) Ciccio: "Davvero?" (sbadigliando, totalmente disinteressato)
Il giorno dopo... Jane: "Pensa che caso: oggi ho lavorato con una collega che si sposa ad agosto." (sorridendo amabile) Ciccio: "Poverina: soffrirà il caldo" (ciurlando nel manico)
L'indomani... Jane: "Non ci crederai mai!" (cercando di incuriosirlo) Ciccio: "???" (incuriosendosi) Jane: "Stamattina di turno con me, c'era una ragazza che non vedevo da parecchio..." (decidendo di prenderla alla larga) Ciccio: "..." (aspettandosi la fregatura da un momento all'altro) Jane: "Si sposa nel 2009, ma ha già comprato la casa!" (esibendo un sorriso a 100 denti) Ciccio: "..." (striciando verso la porta) Jane: "Non ti sembra incredibile?" (bloccandolo con le spalle al muro) Ciccio: "Cosa?" (preparandosi, rassegnato, allo scontro finale) Jane: "Ultimamente lavoro sempre con colleghe che stanno per sposarsi!" (rispolverando per l'occasione il più diabolico dei sorrisi diabolici) Ciccio: "Già. La coincidenza è doppia..." (sfoderando un sorriso più diabolico del più diabolico dei sorrisi diabolici) Ciccio: "Loro ultimamente lavorano sempre con una ragazza che invece NON stà per sposarsi......uahuahauhauahuahuahu" (piegandosi in due, travolto dalla propria eccezionale simpatia) Jane: "......" Ciccio: "uahuahauhauahuahuahu" Jane: "....." Ciccio: "uahuahauhauahuahuahu" Jane: "Stanotte ti ucciderò nel sonno." (allontanandosi con lo sguardo inettato di sangue) Ciccio: "uahuahauhauahuahuahu...................???????????????" (cominciando a preoccuparsi seriamente)