Quasi un anno fa veniva organizzato il #Twitscript n°1.
In quell'occasione, a partire da una poesia dell'indimenticata e indimenticabile Wislawa Szymborska, era stato prodotto un video in cui si dava letteralmente voce agli utenti di Twitter e ai loro pensieri.
Ora è finalmente giunto il momento del #Twitscript n°2.
Per questo secondo progetto cambia l'argomento e la poesia d'ispirazione, ma il meccanismo è sempre lo stesso: bisogna scrivere un tweet, leggerlo ad alta voce, registrarsi e inviare il file ai responsabili.
Silvia Storelli, con la collaborazione dell’equipe di lebagatelle.net, ne farà un video con diversi nomi, identità, respiri e riflessioni.
La poesia scelta quest'anno è un piccolo capolavoro d'umorismo, frutto di quella mente geniale nonché penna felice, di Stefano Benni.
“Io ti amo e se non ti basta . . . . . . . . . . . . se non ti basta vaffanculo ”
Vi sentite ispirati? Allora vi consiglio di fare un salto sulla pagina ufficiale dell'iniziativa, Le Bagatelle, per leggere per bene il regolamento (che io credo di averlo spiegato una schifezza!) e darvi subito da fare.
Non c'è tempo da perdere: l'invio del file audio deve avvenire entro il 1° febbraio. Presto che è tardi!
N.d.A: nel caso vi stiate chiedendo se parteciperò anch'io, onestamente non lo so. A parte il fatto che la mia vocetta da gallina strozzata mi è fonte d'indicibile imbarazzo, per ora non mi è venuto in mente proprio nulla per completare il tweet.
A me sembra già perfetto così: "Io ti amo e se non ti basta, e se non ti basta vaffanculo"
Ehi organizzatori, dico a voi, va bene? E' valido?
In quell'occasione, a partire da una poesia dell'indimenticata e indimenticabile Wislawa Szymborska, era stato prodotto un video in cui si dava letteralmente voce agli utenti di Twitter e ai loro pensieri.
Ora è finalmente giunto il momento del #Twitscript n°2.
Per questo secondo progetto cambia l'argomento e la poesia d'ispirazione, ma il meccanismo è sempre lo stesso: bisogna scrivere un tweet, leggerlo ad alta voce, registrarsi e inviare il file ai responsabili.
Silvia Storelli, con la collaborazione dell’equipe di lebagatelle.net, ne farà un video con diversi nomi, identità, respiri e riflessioni.
La poesia scelta quest'anno è un piccolo capolavoro d'umorismo, frutto di quella mente geniale nonché penna felice, di Stefano Benni.
Io ti amo
Io ti amo
e se non ti basta
ruberò le stelle al cielo
per farne ghirlanda
e il cielo vuoto
non si lamenterà di ciò che ha perso
che la tua bellezza sola
riempirà l’universo
Io ti amo
e se non ti basta
vuoterò il mare
e tutte le perle verrò a portare
davanti a te
e il mare non piangerà
di questo sgarbo
che onde a mille, e sirene
non hanno l’incanto
di un solo tuo sguardo
Io ti amo
e se non ti basta
solleverò i vulcani
e il loro fuoco metterò
nelle tue mani, e sarà ghiaccio
per il bruciare delle mie passioni
Io ti amoIl tweet con cui partecipare deve nascere dal completamento di questa frase:
e se non ti basta
anche le nuvole catturerò
e te le porterò domate
e su te piover dovranno
quando d’estate
per il caldo non dormi
E se non ti basta
perché il tempo si fermi
fermerò i pianeti in volo
e se non ti basta
vaffanculo.
(da: “Ballate” Feltrinelli, 1991)
“Io ti amo e se non ti basta . . . . . . . . . . . . se non ti basta vaffanculo ”
Vi sentite ispirati? Allora vi consiglio di fare un salto sulla pagina ufficiale dell'iniziativa, Le Bagatelle, per leggere per bene il regolamento (che io credo di averlo spiegato una schifezza!) e darvi subito da fare.
Non c'è tempo da perdere: l'invio del file audio deve avvenire entro il 1° febbraio. Presto che è tardi!
N.d.A: nel caso vi stiate chiedendo se parteciperò anch'io, onestamente non lo so. A parte il fatto che la mia vocetta da gallina strozzata mi è fonte d'indicibile imbarazzo, per ora non mi è venuto in mente proprio nulla per completare il tweet.
A me sembra già perfetto così: "Io ti amo e se non ti basta, e se non ti basta vaffanculo"
Ehi organizzatori, dico a voi, va bene? E' valido?
Ve la ricordate la storia della pozza? Come quale? Questa.
Mi ci sto ricrogiolando. Ancora. Che volete che vi dica? Mi piace!
Io amo poco i concorsi ma vado pazza per le collaborazioni, i giochi e le sfide. Ed è per questo motivo che oggi, dalla mia pozza rigorosamente riscaldata, vi voglio parlare di un concorso organizzato da Isbn Edizioni.
Io ne sono venuta a conoscenza grazie all'informatissima Tazzina. Bookblogger torinese che, tra l'altro, ho avuto il piacere di conoscere qualche settimana fa. Non ve ne ho ancora parlato? Ve ne parlerò.
Ma la smetto di cincischiare e vado al sodo.
La casa editrice Isbn, in onore del libro "Daniel contro l’Uragano" di Shane Jones, sfida i lettori a creare la propria favola di amore e follia.
Il romanzo di Jones racconta, infatti, la vicenda di un uomo diviso tra ossessione e passione.
La vicenda di un uomo, della sua discesa verso la pazzia, e della donna che cerca in ogni modo di salvarlo.
Mi ci sto ricrogiolando. Ancora. Che volete che vi dica? Mi piace!
Io amo poco i concorsi ma vado pazza per le collaborazioni, i giochi e le sfide. Ed è per questo motivo che oggi, dalla mia pozza rigorosamente riscaldata, vi voglio parlare di un concorso organizzato da Isbn Edizioni.
Io ne sono venuta a conoscenza grazie all'informatissima Tazzina. Bookblogger torinese che, tra l'altro, ho avuto il piacere di conoscere qualche settimana fa. Non ve ne ho ancora parlato? Ve ne parlerò.
Ma la smetto di cincischiare e vado al sodo.
La casa editrice Isbn, in onore del libro "Daniel contro l’Uragano" di Shane Jones, sfida i lettori a creare la propria favola di amore e follia.
Il romanzo di Jones racconta, infatti, la vicenda di un uomo diviso tra ossessione e passione.
La vicenda di un uomo, della sua discesa verso la pazzia, e della donna che cerca in ogni modo di salvarlo.
Avete/abbiamo tempo di inventare la nostra storia di amore e di follia fino al 15 novembre.
L'ambientazione, lo stile e, persino, il modo sono completamente liberi.
Ma qual è la parte più bella ed originale di questa iniziativa?
Qual è il motivo che mi fa sguazzare nella celeberrima pozza?
Ciò che mi entusiasma maggiormente è il fatto che si possa partecipare al concorso con un classico racconto, ma anche con un fumetto, delle illustrazioni, delle fotografie o persino un video.
A voi una cosa così non fa venire uno sfrigolio di creatività? Non fa prudere i polpastrelli? Non rallegra le sinapsi?
A me sì. E molto.
Che state/stiamo aspettando? Giochiamo, creiamo, raccontiamo.
I mezzi a disposizione sono tanti: approfittatene! Approfittiamone!
Ah, dimenticavo, per i vincitori sono previsti ricchi (ma sobri) premi e cotillon.
Per sapere tutto e di più circa questa iniziativa date un'occhiata al blog di Isbn.
Ciaf ciaf ciaf.
Sentite questo rumore?
Tranquilli, non è niente. Sono solo io che sguazzo nella mia pozza.
Io che, quando vengo a sapere di certe collaborazioni e progetti, mi sento contenta come una bimba a Natale e, metaforicamente ma non troppo, prendo a sguazzare felice come un ippopotamo nella propria pozza.
Mi rendo conto che l'immagine manchi di una certa poesia ma, secondo me, rende molto l'idea.
Ma qual è l'iniziativa che ha risvegliato in me tanta contentezza? È quella di Giulio Mozzi, responsabile del blog Vibrisse, bollettino di scritture e letture.
A Giulio Mozzi è venuta un'idea deliziosa: un libro tutto fatto di ricordi d'infanzia.
Ma mica dei suoi. O meglio, non solo dei suoi. Ma anche dei vostri. Dei nostri.
Sono necessarie e sufficienti poche righe. Una scrittura semplice. Un episodio vero o verosimile, realmente avvenuto o frutto di un'antica e ormai inossidabile elaborazione.
L'obiettivo è quello di dare l'illusione che, cito direttamente da Mozzi, "questi ricordi siano di una sola persona dall’infanzia enorme, smisurata, infinita."
Ora lo capite perché sguazzo?
Vi buttate nella pozza insieme a me?
Io devo ancora scrivere il mio ricordo ma non credo che resisterò alla tentazione.
Spiegazioni più dettagliate del progetto le trovate direttamente qua. Per partecipare avete tempo fino al 30 settembre.
Ciaf ciaf ciaf.
Sentite questo rumore?
Tranquilli, non è niente. Sono solo io che sguazzo nella mia pozza.
Io che, quando vengo a sapere di certe collaborazioni e progetti, mi sento contenta come una bimba a Natale e, metaforicamente ma non troppo, prendo a sguazzare felice come un ippopotamo nella propria pozza.
Mi rendo conto che l'immagine manchi di una certa poesia ma, secondo me, rende molto l'idea.
Ma qual è l'iniziativa che ha risvegliato in me tanta contentezza? È quella di Giulio Mozzi, responsabile del blog Vibrisse, bollettino di scritture e letture.
A Giulio Mozzi è venuta un'idea deliziosa: un libro tutto fatto di ricordi d'infanzia.
Ma mica dei suoi. O meglio, non solo dei suoi. Ma anche dei vostri. Dei nostri.
Sono necessarie e sufficienti poche righe. Una scrittura semplice. Un episodio vero o verosimile, realmente avvenuto o frutto di un'antica e ormai inossidabile elaborazione.
L'obiettivo è quello di dare l'illusione che, cito direttamente da Mozzi, "questi ricordi siano di una sola persona dall’infanzia enorme, smisurata, infinita."
Ora lo capite perché sguazzo?
Vi buttate nella pozza insieme a me?
Io devo ancora scrivere il mio ricordo ma non credo che resisterò alla tentazione.
Accipicchia quanti siamo! Io sono la molestatrice sulla destra. |
Spiegazioni più dettagliate del progetto le trovate direttamente qua. Per partecipare avete tempo fino al 30 settembre.
Ciaf ciaf ciaf.
Un blog porta ad un altro blog che porta ad un altro blog che porta ad un altro blog.
Una persona porta a un'altra persona che porta a un'altra persona che porta a un'altra persona.
Un pensiero porta a un altro pensiero che porta a un altro pensiero che porta a un altro pensiero.
La vita deve essere fatta di scambi, incontri e condivisione.
È con questo spirito che oggi vi propongo il cortometraggio "Motore!". Opera del regista catanese Alessandro Marinaro. Un film del 2010 che ha raccolto numerosi premi e consensi, primo fra tutti il successo a La 25 ora, il prestigioso concorso de La 7.
Una pellicola che tratta dei sogni e del sogno. In particolare del desiderio folle di darsi all'arte, addirittura al cinema! Una pazzia, una colpa, un imbarazzante peccato che possono permettersi solo quegli squilibrati che decidono di non svegliarsi mai.
Una dichiarazione d'amore al cinema, ai suoi maestri e al coraggio del sogno. Perché di coraggio si tratta.
Un film tutto siciliano, nell'idea, nella parola e nei luoghi, ma che finisce, involontariamente o meno, col raccontare una storia italiana e non solo.
Buona visione.
Una persona porta a un'altra persona che porta a un'altra persona che porta a un'altra persona.
Un pensiero porta a un altro pensiero che porta a un altro pensiero che porta a un altro pensiero.
La vita deve essere fatta di scambi, incontri e condivisione.
È con questo spirito che oggi vi propongo il cortometraggio "Motore!". Opera del regista catanese Alessandro Marinaro. Un film del 2010 che ha raccolto numerosi premi e consensi, primo fra tutti il successo a La 25 ora, il prestigioso concorso de La 7.
Una pellicola che tratta dei sogni e del sogno. In particolare del desiderio folle di darsi all'arte, addirittura al cinema! Una pazzia, una colpa, un imbarazzante peccato che possono permettersi solo quegli squilibrati che decidono di non svegliarsi mai.
Una dichiarazione d'amore al cinema, ai suoi maestri e al coraggio del sogno. Perché di coraggio si tratta.
Un film tutto siciliano, nell'idea, nella parola e nei luoghi, ma che finisce, involontariamente o meno, col raccontare una storia italiana e non solo.
Buona visione.
Ha senso perché un social network non dà la pienezza di un blog.
Perché i 140 caratteri di twitter delle volte sono davvero troppo pochi.
Perché la comunicazione superficiale di facebook raramente porta un arricchimento degno di questo nome.
Perché solo in un blog ci si può veramente raccontare.
E ci sono persone che hanno davvero tanto da raccontare, tanto da dire, tanto da offrire, per il proprio bene e per quello degli altri.
Ed è per questo che Astrid scrive ed è per questo che vale la pena leggerla. Perché, come dice lei, tutta questa sofferenza non vada persa.
Due vite in una: il volto umano del disturbo bipolare. Buona lettura.
Perché i 140 caratteri di twitter delle volte sono davvero troppo pochi.
Perché la comunicazione superficiale di facebook raramente porta un arricchimento degno di questo nome.
Perché solo in un blog ci si può veramente raccontare.
E ci sono persone che hanno davvero tanto da raccontare, tanto da dire, tanto da offrire, per il proprio bene e per quello degli altri.
Ed è per questo che Astrid scrive ed è per questo che vale la pena leggerla. Perché, come dice lei, tutta questa sofferenza non vada persa.
Due vite in una: il volto umano del disturbo bipolare. Buona lettura.
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