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In un anno e mezzo di questa rubrica vi ho parlato di corto-medio e lungometraggi, fotografie sabaude, illustrazioni originali, erasmici documentari, libri nascosti, iniziative online e offline. Ma...
Ve lo aspettavate il "ma", vero?

Ma non ho mai fatto pubblicità ad un blog in quanto tale.
Ecco. E' finalmente giunto il momento.
Oggi vi segnalo Brodo pane.
Giovanissimo e ancora con pochi post. Anzi, magari, con questa scusa, la blogger Annalisa smette di battere la fiacca e decide di darsi da fare. Che lo so che è piena d'impegni e l'ispirazione non viene a comando, ma qua fuori c'è gente che attende con ansia la sua prossima dipartita!
Perché, ancora non ve l'ho detto,  questo è un blog con un sottotitolo che è tutto un programma: "Millemila fantasticherie su come morirò".
Ogni post un nuovo decesso. 
In un crescendo surreale e originale.

Annalisa guarda il mondo a modo suo e ce lo riporta in un modo ancora più suo. Poetico ma non sdolcinato.
Lei è una fatina, ma una fatina politicamente scorretta.

Io vi consiglio caldamente di dare un'occhiata. Di sicuro non avete mai letto niente del genere Nella Rete.
Nasco oggi.
Sono un diario. Una rivista. Un sito. Uno sfogo. Un palco da cui parlare. Un pulpito da cui predicare.
Sono un blog. Il Blog.
(1997)
Oggi ho deciso di raccontarvi il mio ultimo week end. Tutto d'un fiato. Tutto in un unico post.

Venerdì all'alba ho preso un treno che mi ha portata fino a Firenze. Sono scesa e, invece di correre a prenderne un altro che mi avrebbe condotta a Lucca, sono scappata fuori. Al sole. All'aria. Al bello.

Non visitavo Firenze dalle superiori. Non me la ricordavo.
Alla domanda "Com'è Firenze?" avrei risposto "Bella"
Ma in realtà le immagini erano sbiadite, le sensazioni dimenticate, la fascinazione svanita.

E così, quasi come se fosse la prima volta, ho girato il centro della città con gli occhi puri, con la meraviglia, con l'entusiasmo. Ho rubato due ore al mio programma per poterne fare un altro. Più improvvisato. Più libero. Più mio.

Firenze non è solo bella. Un aggettivo così banale non le rende affatto giustizia.
Firenze è "tanta", è splendente, è una donna che toglie il fiato. Con le sue ciglia lunghissime e le labbra scarlatte. Sì, perché non è mica una bellezza acqua e sapone, o un fascino sofferto. No, assolutamente no.
Firenze è una sfacciata femminile sensualità. Da godere e godere.

Soddisfatta da questo amplesso mi sono finalmente decisa a raggiungere la meta del mio fine settimana: Lucca.
Lucca e le mura. Lucca che conserva la sua storia con una tale gelosia, che le devi chiedere "per piacere" se vuole condividerla. Lucca con le stradine affollate e quelle deserte. Con gli alberi sopra le torri e gli aranci stretti stretti dentro i vasi.

Ad aspettarmi "entro le mura" c'erano Lucia e il di lei consorte.
Lei scrive, scrive, e scrive. Scrive bene come nessun altro.
Lui legge e la ama. La ama come nessun altro.
Io li guardo e penso. Penso che l'amore debba essere proprio così. Fatto di parole, gesti, scherzi, sguardi, complicità, e l'inevitabilità di una storia che li ha messi l'uno sulla strada dell'altro, l'uno accanto all'altro.
Li ho visti per la prima volta venerdì, ma mi è difficile pensare di non averli avuti nella mia vita da sempre. Perché hanno il dono dell'accoglienza e della semplicità. Con affetto e senza fronzoli.

Con loro ho conosciuto anche una coppia di tedeschi di passaggio. Giovani e belli. Sposati e felici. Con le guance rosse e lo sguardo da bambini. Capaci di andare in giro per strade sconosciute come solo i tedeschi sanno fare. Con quell'aria svagata, il passo certo verso una meta sconosciuta, e l'innata capacità di ficcarsi nei negozi sbagliati.

Con loro quattro ho passato il venerdì e la domenica, mentre il sabato è stato un mondo a parte.

Sono andata a Lucca per ricevere il premio de "I racconti nella rete", vi ricordate?
Sono andata a Lucca e ho ascoltato una ragazza dai lunghi capelli biondi che leggeva il mio racconto, mentre un pianista, che di capelli non ne aveva neanche uno, accompagnava le parole con la musica.
Ho ascoltato anche i racconti degli altri vincitori, le altre voci, e le altre musiche.
Ho risposto alle domande e persino sorriso al fotografo.

Il pomeriggio e la serata sono trascorsi tra chiacchiere e incontri. Tra cibo e vino.
A cena ero seduta vicino a una giovane sconosciuta cantautrice, e a poche sedie da un grande della produzione cinematografica italiana. Erano diversi, diversissimi, ma appassionati entrambi. Vivi entrambi. Di quella vita e vitalità che ti ruba la giovinezza ma ti regala un'eterna infanzia.

La strada del ritorno l'ho percorsa insieme a due vecchie e nuove conoscenze. Due amici di amici. Due facce di facebook che sono passate dallo schermo alla realtà. Due parlate familiari dall'accento musicale e inconfondibile.
Regista lui. Maga delle pubbliche relazioni lei.
Mi hanno condotta lungo i vicoli di Lucca e riportata a casa.
Il tutto arricchito dalla condivisione, tra una risata e un sospiro, di speranze, progetti, e passioni diversi ma simili.

Oggi è lunedì. Io sono tornata a Torino. Ma sono più ricca, più contenta, più carica di tre giorni fa. O forse di sempre.
Pronta ad affrontare i mille impegni da assolvere e i sogni da costruire pezzo per pezzo.
Pur frequentando, vivendo e lavorando la Rete delle volte capita che sfuggano alla conoscenza alcune presenze importanti.
A me, fino all'altro giorno, era sfuggita quella di Camilla: mente laboriosa che si trova dietro al blog "Zelda was a writer".
A parte consigliarvi il sito stesso, che è come un meraviglioso pozzo colorato dove buttarsi, immergersi, ed esplorare le mille iniziative offerte. Oggi voglio parlarvi soprattutto di "Wor(l)ds". Un progetto di scrittura dal titolo perfetto: con le parole si creano, descrivono, vivono i mondi più diversi.

Wor(l)ds è un gioco che durerà fino a mercoledì 27 novembre. Un gioco a cui possono partecipare tutti. Proprio tutti. Il bambino col pallone. La maniaca dell'altalena. Il teorico del "facciamo che io ero e tu eri".
Tutti. Proprio tutti. Senza limiti di età, sesso, religione, orientamento politico, squadra calcistica di riferimento, gusto preferito di gelato, e pianeta di provenienza.
Tutti. Proprio tutti. Persino te ed io.

Come funziona?
Ogni mercoledì Camilla pubblica quello che lei definisce "un kit di materiali". Questi devono fungere da ispirazione per un breve componimento di non più di 10 righe (900 battute spazi inclusi).
Ogni kit è costituito da: parole, citazioni, ritagli e oggetti.
Un esempio?
Ecco la foto del primo (datato 25 settembre 2013)


Per sapere dove, come e quando spedire gli ispirati componimenti vi rimando direttamente alla spiegazione di Camilla in persona.

Vi ho incuriosito?
Parteciperete?
Avete bisogno di maggiori informazioni?

Intanto vi ricordo che domani è già mercoledì. E io un'occhiata al nuovo kit la darò sicuramente!

ps: ringrazio Torquitax, insostituibile segnalatore di chicche Nella Rete.
Patalice
La scorsa settimana ho ricevuto una proposta indecente.
Una di quelle proposte a cui io non riesco proprio a dire di no.
Una di quelle proposte che sono al tempo stesso un onere ed un onore.

Eireen, meravigliosa blogger tenutaria de La pozione magica, mi ha chiesto di scrivere un guest post. Di lasciare la mia immeritevole traccia sulle sue pagine.

A me andava la scelta del contenuto e della forma. Insomma, avevo carta bianca.
Cosa c'è di più terribile di avere completamente carta bianca?
Per me, miss AnsiaDaPrestazione, niente!

E, infatti, mi è servita più di una settimana per riuscire a fare un poco di ordine tra i pensieri ed i progetti.
Ho scritto un'intera storia per poi buttarla nel cestino.
Mi sono interrogata senza trovare risposta.
Alla fine, però, mi è venuta un'idea. Un'idea per il blog di Eireen e anche per Radio Cole.

Nei prossimi giorni pubblicherò dei piccoli racconti illustrati. Ogni racconto sarà incentrato su un unico personaggio. Ogni personaggio avrà in comune con gli altri solo il fatto di viaggiare accidentalmente sullo stesso autobus: il 68, il Karonte's Bus.

Il primo di questi mini racconti lo potete già trovare a La Pozione Magica.
Gli altri, nei prossimi giorni/settimane/mesi, su Radio Cole.

E, già che andate a trovare Eireen, vi consiglio di dare un'occhiata a tutti i suoi post, gli Esorcicci di stile, gli Omaggi, i Flussi di Coscienza, etc etc...

Buona lettura!
#Twitscript n°2

Quasi un anno fa veniva organizzato il #Twitscript n°1.
In quell'occasione, a partire da una poesia dell'indimenticata e indimenticabile Wislawa Szymborska, era stato prodotto un video in cui si dava letteralmente voce agli utenti di Twitter e ai loro pensieri.

Ora è finalmente giunto il momento del #Twitscript n°2.
Per questo secondo progetto cambia l'argomento e la poesia d'ispirazione, ma il meccanismo è sempre lo stesso: bisogna scrivere un tweet, leggerlo ad alta voce, registrarsi e inviare il file ai responsabili.
Silvia Storelli, con la collaborazione dell’equipe di lebagatelle.net, ne farà un video con diversi nomi, identità, respiri e riflessioni.

La poesia scelta quest'anno è un piccolo capolavoro d'umorismo, frutto di quella mente geniale nonché penna felice, di Stefano Benni.

Io ti amo

Io ti amo
e se non ti basta
ruberò le stelle al cielo
per farne ghirlanda
e il cielo vuoto
non si lamenterà di ciò che ha perso
che la tua bellezza sola
riempirà l’universo
Io ti amo
e se non ti basta
vuoterò il mare
e tutte le perle verrò a portare
davanti a te
e il mare non piangerà
di questo sgarbo
che onde a mille, e sirene
non hanno l’incanto
di un solo tuo sguardo
Io ti amo
e se non ti basta
solleverò i vulcani
e il loro fuoco metterò
nelle tue mani, e sarà ghiaccio
per il bruciare delle mie passioni
Io ti amo
e se non ti basta
anche le nuvole catturerò
e te le porterò domate
e su te piover dovranno
quando d’estate
per il caldo non dormi
E se non ti basta
perché il tempo si fermi
fermerò i pianeti in volo
e se non ti basta
vaffanculo.
(da: “Ballate” Feltrinelli, 1991)
Il tweet con cui partecipare deve nascere dal completamento di questa frase:
“Io ti amo e se non ti basta . . . . . . . . . . . .  se non ti basta vaffanculo ”

Vi sentite ispirati? Allora vi consiglio di fare un salto sulla pagina ufficiale dell'iniziativa, Le Bagatelle, per leggere per bene il regolamento (che io credo di averlo spiegato una schifezza!) e darvi subito da fare.

Non c'è tempo da perdere: l'invio del file audio deve avvenire entro il 1° febbraio. Presto che è tardi!

N.d.A: nel caso vi stiate chiedendo se parteciperò anch'io, onestamente non lo so. A parte il fatto che la mia vocetta da gallina strozzata mi è fonte d'indicibile imbarazzo, per ora non mi è venuto in mente proprio nulla per completare il tweet.
A me sembra già perfetto così: "Io ti amo e se non ti basta, e se non ti basta vaffanculo"
Ehi organizzatori, dico a voi, va bene? E' valido?

Ve la ricordate la storia della pozza? Come quale? Questa.
Mi ci sto ricrogiolando. Ancora. Che volete che vi dica? Mi piace!

Io amo poco i concorsi ma vado pazza per le collaborazioni, i giochi e le sfide. Ed è per questo motivo che oggi, dalla mia pozza rigorosamente riscaldata, vi voglio parlare di un concorso organizzato da Isbn Edizioni.
Io ne sono venuta a conoscenza grazie all'informatissima Tazzina. Bookblogger torinese che, tra l'altro, ho avuto il piacere di conoscere qualche settimana fa. Non ve ne ho ancora parlato? Ve ne parlerò.

Ma la smetto di cincischiare e vado al sodo.
La casa editrice Isbn, in onore del libro "Daniel contro l’Uragano" di Shane Jones, sfida i lettori a creare la propria favola di amore e follia.
Il romanzo di Jones racconta, infatti, la vicenda di un uomo diviso tra ossessione e passione.
La vicenda di un uomo, della sua discesa verso la pazzia, e della donna che cerca in ogni modo di salvarlo.

Avete/abbiamo tempo di inventare la nostra storia di amore e di follia fino al 15 novembre.
L'ambientazione, lo stile e, persino, il modo sono completamente liberi. 

Ma qual è la parte più bella ed originale di questa iniziativa?  
Qual è il motivo che mi fa sguazzare nella celeberrima pozza?
Ciò che mi entusiasma maggiormente è il fatto che si possa partecipare al concorso con un classico racconto, ma anche con un fumetto, delle illustrazioni, delle fotografie o persino un video.  

A voi una cosa così non fa venire uno sfrigolio di creatività? Non fa prudere i polpastrelli? Non rallegra le sinapsi?
A me sì. E molto.

Che state/stiamo aspettando? Giochiamo, creiamo, raccontiamo. 
I mezzi a disposizione sono tanti: approfittatene! Approfittiamone!

Ah, dimenticavo, per i vincitori sono previsti ricchi (ma sobri) premi e cotillon.

Per sapere tutto e di più circa questa iniziativa date un'occhiata al blog di Isbn.
Ciaf ciaf ciaf.

Sentite questo rumore?
Tranquilli, non è niente. Sono solo io che sguazzo nella mia pozza.
Io che, quando vengo a sapere di certe collaborazioni e progetti, mi sento contenta come una bimba a Natale e, metaforicamente ma non troppo, prendo a sguazzare felice come un ippopotamo nella propria pozza.
Mi rendo conto che l'immagine manchi di una certa poesia ma, secondo me, rende molto l'idea.

Ma qual è l'iniziativa che ha risvegliato in me tanta contentezza?  È quella di Giulio Mozzi, responsabile del blog Vibrisse, bollettino di scritture e letture.

A Giulio Mozzi è venuta un'idea deliziosa: un libro tutto fatto di ricordi d'infanzia.
Ma mica dei suoi. O meglio, non solo dei suoi. Ma anche dei vostri. Dei nostri.

Sono necessarie e sufficienti poche righe. Una scrittura semplice. Un episodio vero o verosimile, realmente avvenuto o frutto di un'antica e ormai inossidabile elaborazione.
L'obiettivo è quello di dare l'illusione che, cito direttamente da Mozzi, "questi ricordi siano di una sola persona dall’infanzia enorme, smisurata, infinita."

Ora lo capite perché sguazzo?
Vi buttate nella pozza insieme a me?
Io devo ancora scrivere il mio ricordo ma non credo che resisterò alla tentazione.

Accipicchia quanti siamo! Io sono la molestatrice sulla destra.

Spiegazioni più dettagliate del progetto le trovate direttamente qua. Per partecipare avete tempo fino al 30 settembre.

Ciaf ciaf ciaf.

Un blog porta ad un altro blog che porta ad un altro blog che porta ad un altro blog.
Una persona porta a un'altra persona che porta a un'altra persona che porta a un'altra persona.
Un pensiero porta a un altro pensiero che porta a un altro pensiero che porta a un altro pensiero.

La vita deve essere fatta di scambi, incontri e condivisione.
È con questo spirito che oggi vi propongo il cortometraggio "Motore!". Opera del regista catanese Alessandro Marinaro. Un film del 2010 che ha raccolto numerosi premi e consensi, primo fra tutti il successo a La 25 ora, il prestigioso concorso de La 7.

Una pellicola che tratta dei sogni e del sogno. In particolare del desiderio folle di darsi all'arte, addirittura al cinema! Una pazzia, una colpa, un imbarazzante peccato che possono permettersi solo quegli squilibrati che decidono di non svegliarsi mai.

Una dichiarazione d'amore al cinema, ai suoi maestri e al coraggio del sogno. Perché di coraggio si tratta.

Un film tutto siciliano, nell'idea, nella parola e nei luoghi, ma che finisce, involontariamente o meno, col raccontare una storia italiana e non solo.

Buona visione.

Ha senso perché un social network non dà la pienezza di un blog.
Perché i 140 caratteri di twitter delle volte sono davvero troppo pochi.
Perché la comunicazione superficiale di facebook raramente porta un arricchimento degno di questo nome.
Perché solo in un blog ci si può veramente raccontare.

E ci sono persone che hanno davvero tanto da raccontare, tanto da dire, tanto da offrire, per il proprio bene e per quello degli altri.
Ed è per questo che Astrid scrive ed è per questo che vale la pena leggerla. Perché, come dice lei, tutta questa sofferenza non vada persa.

Due vite in una: il volto umano del disturbo bipolare. Buona lettura.
...ma un miniracconto.

Una sciocchezza nata lo scorso inverno da un gioco sul blog di Ferruccio Gianola.

Le regole da seguire erano due:
  1. Scrivere delle storie di non più di 600 battute 
  2. Fare in modo che, tra le iniziali delle parole del componimento, fosse possibile leggere il nome di uno scrittore a scelta. 
Non ci avete capito niente? Sì, in effetti, la mia spiegazione è una mezza schifezza.
Leggendo il miniracconto vi sarà tutto più chiaro.  Spero.

                                       La Signorina Nina e l'Elefante fucsia

La Signorina Nina, tutta rughe e ricordi, una sera Trovò un Elefante Fucsia dentro l’Armadio.
Il pachiderma era alto quanto un Nano da giardino, sulla capoccia portava un cilindro, all’occhio destro un monocolo, e nel panciotto un Orologio d’oro.

Ella non ebbe dubbio alcuno: quello doveva essere lo spirito del Barone di Saltafosso, antico amore Epistolare, tornato per tenerle un poco di compagnia.

La signorina Nina lo fece accomodare sul sofà, gli offrì delle Noccioline, e versò un bel bicchierone di Cognac anche a lui.

Cin cin fece il cristallo: “A voi, mia adorata”, barrì Il Barone.


(L'autore fonte d'ispirazione è STEFANO BENNI)
Devo ammettere che ultimamente faccio un poco fatica a stare dietro a tutto. Ed i primi a cadere vittima di questa mia mancanza sono stati gli amici di blog. Purtroppo in questo periodo leggo di meno e soprattutto commento di meno. Nonostante ciò, immeritatamente, lettori, vicini e blogger continuano a darmi grandi soddisfazioni.

Avete presente il misterioso lettore norvegese? Ecco, nel caso non abbiate ancora visto i commenti del post precedente, ve lo scrivo anche qua. Il lettore, o meglio, la lettrice si è palesata così:
Faccio outing? Faccio outing. Dopo un post dedicato (o almeno credo), non posso fare altro che. Tadan! Landslide, italiana trasferita in Norvegia (per lavoro ;)), piacere. Leggo i tuoi post su Berlino perchè adoro la Germania (il mio ragazzo è tedesco, d'altronde) e perchè è tutta colpa dell'Erasmus passato in questo freddo stupendo paese, se io poi sono tornata qui. Alcuni dei tuoi pezzi avrei potuto scriverli uguali, solo con l'aggiunta del maglione di lana che punge ;) ...forse però preferivi restare nel dubbio e immaginarti il belloccio biondo? Nel caso, scusami. Buona settimana, credo continuerai a trovare il lettore norvegese nelle statistiche, se non ti spiace ;)
Non è stupendo? Io sono felice come una pasqua: con l'afa di questi giorni ci voleva prorio un po' di sano vento freddo del Nord!
Che tu sia la benvenuta cara Landslide!

Qualche settimana fa, invece, a farmi una bella sorpresa c'ha pensato Fata di Zucchero, una blogger pasticciera il cui talento farebbe impallidire persino Buddy Valastro, il boss delle torte. Questa creativa veneziana, dopo avermi seguito quatta quatta in silenzio per chissà quanto tempo, si è presentata via email recando un dono, o meglio, un premio. Quello di Blog affidabile. E scusate se è poco!
Io, portando in trionfo l'ambito vessillo, lo offro a tutti i presenti nel mio blogroll, Fata di Zucchero compresa.

Ed infine, sabato ho avuto l'onore d'incontrare ZetaElle. Come chi? Spiessli!
Sì, insomma lei, la governante del Conte.
E, tra l'altro, grazie a lei, ho potuto conoscere un nuovo blogger e un nuovo blog: Juhan de "Al Tamburo Riparato". E, persino, parlare al telefono con Lucia, il mio mito personale.

Abbiamo trascorso molte ore assieme chiacchierando, conoscendoci e mangiando la fassona. Quando due buone forchette s'incontrano, pure se una delle due è a dieta, non può che scattare un immediato feeling.

Questo blog e questo mondo, anche se li trascuro, non smettono mai di regalarmi soddisfazioni e incontri importanti.

Grazie a tutti.
 

Courtney è Mercoledì e ha anche il fratello Pugsley.
Courtney è una bambina con le ginocchia sbucciate e l'animo da guerriera.
Courtney è una donna che incontra gente strana e la sbertuccia senza pietà.
Courtney è la Callas ma voleva essere Patti Smith.
Courtney è un gyros avvolto in una piadina.
Courtney è una Rockstar.

E cosa fa Courtney?

Courtney attraversa fiumi con la sua magica bicicletta volante ma poi si spiaccica al suolo.
Courtney progetta case con mura solide e soffitti trasparenti.
Courtney ascolta bella musica ma legge Fabio Volo.
Courtney educa gli stolti o almeno ci prova.
Courtney ride ad occhi chiusi e bocca aperta.
Courtney mi fa ridere ad occhi chiusi e bocca aperta.

Courtney è la vincitrice del concorso "Che film è?" e questo post è il mio piccolo premio per lei.

E dove la potete trovare cotanta femmina? Qua.

Ricordate il concorso "Che film è?"
Ricordate che ebbe due vincitrici?
Ricordate che avevo promesso loro un post dedicato?

Ho deciso d'iniziare con Spiessli. Scrivere qualcosa per lei è stato molto facile. Infatti, io non ho dovuto scrivere un bel nulla. Ma mi sono limitata a lasciare questo spazio ad un amico speciale che sentiva il bisogno di sfogarsi.

Madama Spiessli,

sappiate che la mia pazienza è ormai giunta al colmo.
Da ingrata, quale siete, state mettendo a dura prova il nobile e generoso animo mio.

Non solo vi offro alloggio presso la mia dimora. Non solo vi concedo l'onore di nutrirmi. Non solo accetto che passiate ore preziose immobile in quel giaciglio o in giro oltre l'uscio, invece di dedicare tutto il vostro tempo all'essere mio e alle cure mie, come sarebbe giusto e corretto.
Ma quando, colto da improvvisa bontà, vi faccio dono di uno dei miei prestigiosi trofei di caccia Voi, invece di commuovervi per la generosità del mio gesto e la grandezza della mia magnanimità, inorridite. Sgranate gli occhi, serrate la bocca e, ogni tanto, assumete anche una curiosa sfumatura verde.

Come osate glabra bipede? Non sono disposto a tollerare ulteriormente un comportamento tanto inadeguato.
Sappiate che, se continuate così, mi costringerete a trovare una nuova e più abile governante.


Sperando che abbiate prestato orecchio alle mie parole,
vi porgo i miei nobili e felini saluti,

Il Conte. 

Il premio è stato ispirato da questo post.
Per fare certe scoperte uno pensa di dover affidarsi a Giacobbo, Daniele Bossari oppure a Fiammetta Cicogna. Per venire a conoscenza di certi misteri della natura uno pensa di aver bisogno di una laurea in scienze naturali, un master in biologia applicata, o perlomeno un abbonamento a Focus Junior. Per poter giungere a un tale livello di scienza e conoscenza dell’essere umano e delle sue intrinseche capacità uno pensa di dover viaggiare in lungo e in largo per tutto il globo terracqueo, frequentare le tribù della Papuasia, o essere eletto vicesindaco di una comunità Inuit.

E invece no! Certe cose si finisce con l’impararle in posti, tempi e luoghi tra i più impensati.

Ad esempio, se non fosse stato per un pisolino pomeridiano, cuore a cuore con mio nipote, non avrei mai saputo che un grazioso esemplare di homino sapiens sapiens, alto 90 cm e la cui massa si aggira intorno ai 14 kg, fosse in grado di russare con la potenza e il talento di un ippopotamo adulto con le adenoidi ingrossate.

N.d.A. Passando dalle scienze alle lettere, vi segnalo che la favola “Il Cavaliere che divenne Principe”, che la maggior parte di voi già conosce, ora è disponibile anche sulle pagine di Ti racconto una Fiaba. Un sito che raccoglie racconti classici, meno classici, e piccole opere di sconosciuti. Un progetto per far sognare grandi e piccini, a cui possono partecipare tutti, proponendo anche una microfavola di soli 140 caratteri.
Un piccolo capolavoro.
Una vita. Un amore. In meno di due minuti.



Ho scoperto questo video grazie al blog Voglio sposare Tiziano Ferro. Consigliatissimo.
E a me viene un poco da piangere.
E lo so che le disgrazie nella vita sono altre.
E sì, so anche che il mondo è pieno di problemi ben più importanti.

Oggi è il primo d'aprile. Magari è solo uno scherzo.
Non riesco più a commentare i vostri blog marchiati Wordpress.
Perché? Non ne ho la più pallida idea. Ma non credo dipenda dalla mia inettitudine, dato che la difficoltà è stata riscontrata da altri e in entrambi i sensi. In pratica, noi di Blogger non riusciamo a commentare su Wordpress e viceversa.
La cosa mi sta innervosendo alquanto. L'incomunicabilità fra piattaforme mi rende frustrata e triste. Vedo i miei amici al di là del fiume ma non riesco a raggiungerli.
Qualcuno mi aiuti!

Per suggerimenti, soluzioni o espressioni di solidarietà: commentate!
Nel caso vi riesca, ovviamente.
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