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Tornano i resoconti di Pancrazia, single dopo i 35. Post sciocchini e cronologicamente disordinati che dicono tutto ma non raccontano niente.

A un certo punto capita. Capita che tu ti rimetta in gioco ma che lui tergiversi.
Capita. E tu, in uno sfoggio di sorprendente maturità, ti dai un'unica e inequivocabile risposta: "Evidentemente non gli piaccio". Ti dai una risposta, cerchi di fartene una ragione, e provi ad andare avanti con la tua vita utilizzando la tecnica, un po' meno matura, della totale rimozione del problema.

Ecco, tu vorresti fare così, ma i tuoi amici no. Loro di risposte non ne hanno una sola. Ne hanno millemilioni. E vogliono condividerle con te fino allo sfinimento, se non loro, almeno tuo.

"Il problema è che gli piaci troppo, ha paura d'impegnarsi, perché sa che con te finirebbe col lasciarsi andare completamente" dice la candida M, cavalcando il suo unicorno glitterato, circondata da folletti giocosi, e diretta verso il villaggio dei Puffi.
"Secondo me è gay" risolve con ingegneristica precisione A.
"E' colpa tua: sei troppo criptica! Quel poveraccio neanche l'avrà capito di piacerti. Avrà paura che, se ci prova, prima lo denunci e poi lo prendi a mazzate" teorizza F, specializzato nella nobile arte dell'avvocato del diavolo altrui.
"E' gayyy" insiste A.
"Magari è solo un poco timido" ipotizza G che, da quando si è fidanzato, ha subito l'orrida muta da uomo equilibrato a molesto orsetto del cuore.
"Gayyyyy!!!" s'innervosisce A, esasperato dall'antico teorema che vede quelli che hanno il pane essere incredibilmente sprovvisti di denti.

Ma, in tutto questo folle vociare, arriva lei. L'amica S che, con un'invidiabile capacità di sintesi, sentenzia: "E' solo uno stronzo."
E che puoi rispondere di fronte a tanta illuminata saggezza?
Nulla. Non valgono i "ma" i "forse" o gli "eppure". Se lo difendi ti senti patetica. Ma se lo attacchi pure di più. Quindi ti arrendi, annuisci e pensi che, in fondo in fondo, avresti preferito avesse avuto ragione A.
Anche perché: quanti post ci avresti potuto scrivere sopra?
Il blog ci avrebbe campato un anno!
Invece no! Il destino non vuole fare di te una blogger famosa, ma la protagonista, la coprotagonista, il personaggio secondario, e la comparsa della peggio commedia americana.
Certe cose, o le si fanno per bene, o non le si fanno proprio.
Ricapitolando.
Torno single dopo un'infinità di anni vissuti in coppia, e scopro un mondo nuovo: quello del broccolaggio (sì, lo so, avevo promesso di non usare più questo termine, chiedo venia) over 35. 
Do l'annuncio urbi et orbi della mia nuova condizione.
M'iscrivo a un'incongrua varietà di corsi.
Insomma, ricomincio a vivere con entusiasmo e disordine.

Il tempo passa, fino a quando accade l'inevitabile. Dopo mesi di uomini repellenti, stupidi e francamente molesti, m'imbatto in un tizio alla cui vista non sento l'impellente desiderio di fuggire urlando.

Incontro. Amicizia su facebook. Chat.
OhmioDio!
Finora ho condotto conversazioni online sbadigliando e sperando nella caduta della linea.
Finora ho accampato fantasmagoriche scuse per evitare appuntamenti, e qualsivoglia incontro che non includa la presenza di almeno altri 10 amici a far da cuscinetto.
Finora.
Poi questo tizio comincia a scrivermi e io decido che, non mi piace ma con lui non voglio fare la figura della scema, isterica, celhosoloio. Non mi piace ma voglio che mi trovi simpatica. Non mi piace ma m'interessa l'opinione che ha di me.
Ecco! E' finita la pacchia. Interrotta l'estasi. Concluso il benessere del machisenefotte. E inzia il limbo del ameluinonpiaceperòiovorreipiacerglialmenounpochino. E perché? Giusto per risalire sulla giostra. Giusto per divertirmi un po'. Giusto.

Arriva il primo messaggio sulla chat di facebook ed io, donna matura e ricca di esperienza, reagisco con sangue freddo e sicumera. Mi fiondo immediatamente su whatsapp a chiedere aiuto con la disperazione di una che sta annegando, la lucidità mentale di un ultracentenario, e l'autocontrollo di una quattordicenne a un concerto degli One Direction.

"Aiuto! Help! SOS" scrivo al mio ignaro migliore amico che, un secondo prima cerca di passare una tranquilla serata con la di lui amata e un secondo dopo si vede coinvolto, suo malgrado, nel mio delirio.
"Che c'è? Che succede?"
"E' terribile!"
"Cosa? Hai bisogno d'aiuto? Dove sei? Che stai facendo? Mi sto preoccupando! Devo chiamare la polizia?"
"Ma no! Devi aiutarmi!"
"A fare che?"
"Parlare in chat"
"Parlare in chat? E con chi?"
"Con quello ameluinonpiaceperòiovorreipiacerglialmenounpochino"
"E hai bisogno di un tutor?"
"Sì!"
"Ma tu parli in continuazione in chat!"
"Sì, ma a differenza del solito, di questo tizio m'importa l'opinione che ha di me"
"E perché?"
"E che ne so! Non sono lucida in questo momento! So solo che m'importa"
"Vabbé, e allora che aspetti? Parlaci!"
"E se pensasse che sono cretina?"
"Non me la sentirei di dargli torto"
"E se pensasse che sono noiosa?"
"Tu non sei noiosa, evita solo di essere monosillabica come al tuo solito"
"Vedi! Vedi! Vedi! Ho bisogno di te! Del tuo aiuto!"
"No, tu hai bisogno di uno bravo o, forse, semplicemente di rilassarti"
"Io per iscritto sono un disastro"
"Tu con la parola scritta ti ci guadagni da vivere"
"Ma questa è una cosa diversa, qua si parla di femminile simpatia, sofisticata gattamortaggine, allegra seduzione. Sono ANNI che non pratico questa nobile e antica arte"
"Bene, è ora di ricominciare!"
"Da sola? Senza il tuo aiuto?"
"Ovviamente!"
"Non ce la posso fare!"
"Devi"
"E se dovesse essere un disastro?"
"Sopravvivrai e imparerai dai tuoi errori"
"Io non voglio imparare dai miei errori! Io non voglio fare errori!"
"Allora adotta un gatto e comprati un plaid"
"Non sei divertente"
"Dai ce la puoi fare!"
"Sono fuori allenamento!"
"Giusto: quindi ricomincia ad allenarti hop hop!"
"Ma..."
"Passo e chiudo."
"Cosa? Passo e chiudo? Passo e chiudo?...Ehi!!!...Rispondimi! Dove sei? Aiuto!!! Aiuto!!!"

E un'ora dopo.
"Allora com'è andata?"
"Credo bene, ma..."
"Ma?"
"Sarei più tranquilla se tu leggessi tutta la chat e mi dicessi quali errori ho commesso e dove posso migliorare. Copio e incollo, eh?"
"Passo e chiudo"
"Passo e chiudo? Ma come? Un'altra volta? Ma daiii"

Continua...
Un altro passaggio obbligato del ritorno alla singletudine consiste nell'iscrizione compulsiva a corsi di vario genere e natura.

Il single lungimirante sceglie attività che riempiranno il suo tempo libero, gli consentiranno di fare nuove amicizie e, se gli va bene, gli permetteranno anche la nobile arte del broccolaggio. Secondo questa logica non è poi così importante il corso in quanto tale ma chi, normalmente, lo frequenta.
Mentre il single minchione, categoria a cui mi vanto di appartenere, si preoccupa solo di scegliere attività che ritiene realmente  interessanti. Grandissimo errore! O, almeno, così mi hanno detto.

Io scelsi fitboxe, acquerello e francese. Corsi a bassa densità maschile.
Che vi avevo detto? Single minchiona.

Riguardo all'acquerello e al francese credo che non ci sia neanche bisogno che aggiunga altro, ma per quanto riguarda la fitboxe sappiate che è la meno maschia delle attività ginniche. Vi assicuro che è più probabile trovare cromosomi Y a zumba o acqua gym che a menar l'aria o il sacco. Attività che invece vede partecipare decine e decine di donne incazzate col mondo e con qualsiasi portatore sano di testosterone.

Non c'è dunque da stupirsi che, di fronte alle mie scelte, si sprecarono le domande.
"Fitboxe? Perché? Dimmi almeno che l'istruttore è figo!"
"Acquerello? E' uno scherzo, vero?"
"Francese? Vuoi imparare il francese? Ma chi te lo fa fare? Dai, dì la verità: hai conosciuto un francese carino? Daiii a me puoi dirlo!"

Io, testarda, mi ostinai a dare sempre la stessa risposta: "Perché mi piace, che male c'è?"

Risposta a cui i miei amici reagirono dimostrando affetto e comprensione.
"Tu sei cretina!"
"Già che ci sei perché non ti annodi le tube?"
"Morirai da sola: prenditi almeno un gatto"

In effetti ai miei corsi non ho mai broccolato.
E' il caso che mi organizzi per tempo in vista del prossimo autunno.
Prometto che a settembre farò scelte più ponderate, mi troverò amici un pochino meno critici stronzi e, soprattutto, smetterò di usare termini orribili come "broccolaggio".

Continua...

Se questo post avesse un titolo sarebbe: l'Annuncio!
Ma un titolo non ce l'ha e, quindi, facciamo senza.

Qual è la cosa più fastidiosa da fare una volta che si è tornati single dopo una lunga lunghissima relazione?
Non lo sapete? Ve lo dico io.
Dirlo agli altri. Coloro che ormai vi consideravano praticamente sposata, a un passo dall'altare o dal reparto maternità.
Dare la lieta novella urbi et orbi. Ascoltare i commenti. Annuire. Rassicurare. Perché "Sì, sto benissimo grazie" e poi "No, non penso che lui si suiciderà", e ancora "Non ti è mai piaciuto? Non era quello giusto per me? E me lo dici ora? Farmi un po' di sana pressione psicologica qualche anno fa, no?"

Non è un caso che i VIP si tolgano il dente con un bel comunicato stampa. Quattro righe e passa la paura!
"Inconciliabili differenze caratteriali...blablabla...rimarremo sempre ottimi amici... blablabla... gli auguro tutto il bene di questo mondo... blablabla", mentre in realtà lei si è chiusa in una clinica riabilitativa e lui è scappato con la baby sitter di 19 anni. Porco!

Ma se non sei famosa e sei "solo" Pancrazia che fai?
Semplice, lo dici a tua madre, ed ella si premunirà di diffondere l'informazione a tutta la famiglia. Farà da invadente ma gradito filtro, risparmiandoti almeno metà del lavoro.
A quel punto a te, o meglio a me, non rimarrà che dirlo agli amici più stretti e lasciare che gli altri lo capiscano da soli.
Tra questi altri, poi, ci saranno quelli che capiranno e taceranno per delicatezza. Quelli che capiranno e chiederanno spiegazioni con sincero interesse. Quelli a cui non parrà vero di poter tuffarsi a pesce in un mare di fattacci tuoi. E, infine, quelli che non capiranno fino a quando, all'ennesima gaffe, glielo dovrai spiegare tu, scandendo le parole e accompagnando il tutto con una presentazione Power Point, che affronti nell'ordine le questioni: come, dove, chi, quando, perché, stato emotivo e fisico attuale delle parti in causa, progetti per il futuro, eventuale presenza di soggetti terzi.

Tra le reazioni degne di nota ricordo la zia che disse: "Era ora: così te ne trovi uno meglio!"
L'amico che mi suggerì: "Il prossimo te lo scelgo io, perché i tuoi gusti sono una schifezza!"
Ma soprattutto colui che passò, in cinque secondi netti, da conoscente sensibile a quindicenne con le fregole: "Davvero? Mi dispiace! Stai bene? Il tuo numero di telefono è sempre lo stesso? Quando ci vediamo? Che fai sabato?"

Continua? Certo che continua.
Sono una single di ritorno.
Cos'é una single di ritorno?
Una che è stata impegnata per una quantità infinita di anni in una relazione. Una che a spizzichi e mozzichi ha persino convissuto. Una che a 36 anni ha deciso che era meglio piantarla lì!

L'ultima volta che sono stata libera per un periodo di tempo superiore a un paio di mesi avevo 23 anni, era il 2000, e fuggivo a Berlino.

Questa volta?
Sono tornata a Torino.
E ho fatto il mio trionfale ingresso nel mondo dei single quasi quarantenni. Un mondo che, a distanza di un anno, mi appare ancora come un'aliena follia!

Nel 2000 non c'era facebook. Non c'era whatsapp. Non c'erano gli smartphone.
Nel 2000 ero giovane, giovanissima.
Nel 2000 per me non avevano nessun significato espressioni del tipo: "Visualizzato alle" o "ultimo accesso"
Nel 2000 le mie ovaie non erano motivo di discussione.

Sono tornata single e le prime perle di saggezza che ho ricevuto dagli amici miei più cari sono state:
"Gli uomini mentono"
"Non ti puoi fidare di nessuno"
"Io c'ho messo più di quattro anni per ritrovarne uno decente. Tu non hai fretta, vero?"

Io, intanto, c'ho messo più di un anno per scrivere il primo post al riguardo.
Ma non sarà l'ultimo. Le aliene follie hanno sempre il loro malato fascino.

Continua...
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