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Ognuno di noi ha una storia in famiglia che riguarda una 500.
La mia ha avuto luogo prima ancora che nascessi, quando i miei genitori, i miei zii, mia sorella e mia cugina andarono in 500 (giardinetta) da Torino a Liegi. Quattro adulti, due bambine, e una scatoletta bianca che provocarono ilarità, stupore ed entusiasmo in camionisti e benzinai lungo tutto il percorso.

Ognuno di noi ha una storia, ma quella di Andrea e Luca è la più bella di tutte. Li incontrai, tre anni fa, poco prima della loro partenza grazie a Humans - Torino. E ora, a distanza di anni, racconto la loro mostra e il loro viaggio su Torino Oggi...


I mei lettori più affezionati se ne ricorderanno. Gli altri no.

Per una paio d'anni, il mio socio Sergio Sasso ed io, abbiamo girato per le vie di Torino alla ricerca di storie da raccontare. Ispirati dal fantastico progetto Humans of New York, abbiamo sviluppato il nostro Humans-Torino. Sergio fotografava, io intervistavo. 

Quest'esperienza si è ormai conclusa, perché anche le cose belle finiscono,  il gioco è bello quando dura poco, chi da sé fa per tre, tanto va al gatta al lardo, sopra la panca la capra campa, tre tigri contro tre tigri, e un elefante dondolava sopra un filo di ragnatela... dicevo, il progetto si è concluso ed io mi sono detta: "ci sono due anni di lavoro, incontri e vita in quella pagina facebook, vuoi mica che tutto questo resti solo nelle volubili mani di Mark Zuckerberg?" 
"Eh no!" mi sono risposta.

E così ho deciso che ogni settimana pubblicherò qua, a casa mia, alcune delle storie raccolte nel tempo.
Vi piace l'idea? Ma certo che vi piace.
E allora cominciamo subito.

Se penso a Humans Torino penso a lei. Ai suoi occhi dolci e a quella leggera smorfia. Penso a lei che ci raccontò una piccola grande lotta interiore con una sincerità e una naturalezza che mi colpirono allora e mi colpiscono ancora.


Sangue egiziano. 
Cultura italiana.

"Cerco di avere una mentalità aperta, di comprendere e accettare. Ma fatico a rapportarmi con le mie radici egiziane.
Il problema è la cultura musulmana ed il ruolo che lascia alle donne.
Studio comunicazione interculturale e sogno di fare la mediatrice. Ma sono io stessa la prima che deve superare limiti e pregiudizi"
Da più di un anno, come molti di voi già sapranno, mi occupo della pagina facebook Humans -Torino.
Io e il mio socio, il fotografo Sergio Sasso, giriamo per la città alla ricerca di volti e storie. Delle volte c'imbattiamo nella preziosa normalità, altre nella ricca straordinarietà.

Circa due settimane fa abbiamo visto da lontano un gazebo, una vecchia auto e due ragazzi. Ci siamo avvicinati, ci siamo fatti raccontare il loro progetto, e ce ne siamo innamorati.

Andrea e Luca sono due cugini con gli stessi occhi e gli stessi sorrisi.
Due cugini che, dopo aver acquistato una vecchia 500, si sono chiesti "Fin dove può arrivare?"
Da quella domanda è nata una sfida: raggiungere Tokyo in nove mesi.
Attraversare Europa ed Asia per raccogliere fondi in favore della FORMA Onlus, la Fondazione dell’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino. E, durante questo viaggio, visitare diversi centri pediatrici e far disegnare ai bambini ricoverati i loro sogni.

Un'avventura per nutrire i sogni degli altri con il proprio, e viceversa.
Una follia per rendersi utili e mettersi in gioco, senza perdere il sapore della sfida e delle epiche imprese.
Due cavalieri con un particolare destriero attraverseranno mari, monti ed estese pianure. Ammansiranno draghi. Stregheranno maghi e fattucchiere. Incontreranno gnomi, principi, principesse, fatine e scudieri. Sarà una favola on the road a cui potremo partecipare tutti, "Spingendo" la macchina grazie a donazioni e consigli, proposte e sorrisi.

La partenza è prevista per il 3 luglio dalla Basilica di Superga.
Le offerte che giungeranno serviranno a finanziare diversi progetti, tra cui la ristrutturazione di alcuni reparti e la Pet Teraphy.

Continuerò a seguire questo sogno per me, per il mio blog e per voi. C'è ancora tanto da fare. E' una scommessa. E' una follia. Ma è un grande cuore che già corre.
Per saperne di più e innamorarvi anche voi: cliccate qui e qui.
Be Revolution from we.mind on Vimeo.
Metro

She's a weirdo.
She's young and dirty.
She insults people and puts her feet on the seat in front of her.

People look, whisper, move away.

He's a gentleman.
He's older and smells of cologne.
He smiles and nods.

The girl takes her feet off the seat. The man sits.
He sits and speaks. He speaks to her like a granpa.
"You shouldn't put your feet on the seat."
"Why not?"
"Because it's not very nice. You dirty the seat and other people can't use it."
She listens to him. She tries to justify herself. She tells sad pieces of her life, real or made up.

People look at them, listen to them.

The metro stops.

The gentleman stands up, "It was a pleasure," he says, shaking her hand.
"For me, too" she says, she smiles, she's like a happy child.

People look at them.
Other people's kindness is always so embarassing.

The end

E siamo a tre, tre racconti tradotti in inglese.
Anche quest'ultimo è nato per Humans Torino (qui la versione italiana) e anche quest'ultimo ha goduto dell'anglosaggiasupervisione di quella santa donna di Renée. Ella, madre di un adorabile pargolo, si starà ormai chiedendo se sia peggio cambiare pannolini o correggere racconti di amiche a cui non basta più parlare all'Italia, ma vogliono coinvolgere l'Europa, il Mondo, il Sistema Solare, la galassia.
Pancrazia, verso l'infinito e oltre!

Volare o cadere con stile? Inutili sottigliezze.
Prossimo obiettivo: scrivere un racconto direttamente in inglese.
Stay tuned!
Giovedì ho fatto la Radio!

Il socio ed io ci siamo recati agli studi della web Radio Nuclear (Tv). E, insieme a un nutrito gruppo di artisti/amici, abbiamo chiacchierato e riso davanti ai microfoni.

La sera stessa, tornata a casa, ho visto il podcast della trasmissione e ho scoperto due cose: una bella e una brutta.
Quale volete sapere prima?
Decido io: comincio con la bella. Il raffreddore ha avuto il merito di abbassarmi di molto la voce. In radio non sembravo affatto una gallina strozzata, eventualità che davo praticamente per scontata, ma quasi una donna con voce da femmina,
Di contro, la webcam che ci ha filmato ingrassava. Giusto un poco, mica tanto. Regalava quei 10 meravigliosi maldistribuiti kg in più, come neanche un week end sequestrata dentro una pasticceria. Io ho preso la scoperta col mio noto aplomb. E mi sono state sufficienti 48 ore di rassicurazioni da parte di amici, conoscenti, parenti e psicoanalisti, per decidere di non seppellirmi dentro un confortevole e poco fasciante scafandro da palombaro. Insomma, tuttapposto!

Quest'esperienza ha, quindi, confermato ciò che già sapevo: io sono nata per la Radio!
Ma per la tv no, per la tv proprio per niente.
Domani sera alle ore 21 Jane Pancrazia, me medesima, e l'insostituibile socio, Sergio Sasso, saranno-saremo tra i numerosi ospiti di Rock Electro Pop, una trasmissione della web Radio Nuclear.

Noi porteremo Humans-Torino, voi portate immeritato sostegno e indomito entusiasmo collegandovi al sito di Radio Nuclear (TV)

Potrete ascoltarci e, come se non bastasse, anche vederci.
Io sarò facile da riconoscere, non tanto per i capelli alla comemisonosvegliatastamattina, quanto per la voce da oltretomba di cui l'influenza mi ha fatto generosamente dono.

Febbre, mal di gola, inadeguatezza estetica, voce da grizzly, nulla potrà tenermi lontana dai microfoni della radio. Del resto ve lo ricordate perché questo blog si chiama così? No? Come no?
Studiate!

Vabbè, ve la faccio breve: da bambina...
...m'immaginavo all'interno della mia(!) stazione radiofonica privata, come un'imperatrice egocentrica e delirante. M'immaginavo mentre, senza dover rendere conto a nessuno, mettevo solo la musica che piaceva a me, parlavo solo delle cose che interessavano a me, e filosofeggiavo profondamente senza contradditorio alcuno. 
(...)molti anni dopo, di fronte alla schermata di Blogger che pretendeva di essere compilata, questo mio vecchio sogno riaffiorò in superficie e diede vita proprio a Radio Cole. La mia stazione radiofonica personale, dove scrivere di tutto ciò che mi passava (e mi passa) per la testa, in maniera del tutto anarchica, disorganizzata, e allegramente disordinata.
Domani sera si avvera una parte del sogno: non mancate!

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