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Hai mai scritto una lettera d'amore? 

Hai mai messo per iscritto i tuoi sentimenti? 

No? 
E cosa stai aspettando? 

Scrivi una lettera d'amore ma... 

... scrivila per qualcuno che non ti piace per niente. 

Ispirati a una persona reale, a chi conosci, oppure a un personaggio noto che, però, non hai mai incontrato dal vivo. 
Scegli chi vuoi, anche un politico (la butto lì!), l'importante è che ti ispiri sentimenti tutt'altro che benevoli. 

Buona scrittura! 

NdA: non dimenticare l'ironia.

Il blocco dello scrittore è una condizione in cui una persona creativa, principalmente uno scrittore, non riesce a concludere il proprio lavoro, non riesce più a scrivere, appunto. 

Una condizione che, ovviamente, è sempre esistita ma venne descritta per la prima volta nel 1947 dallo psicanalista austriaco, poi naturalizzato statunitense, Edmund Bergler. 

Il blocco colpisce e ha colpito gli scrittori di tutti i tempi.
Ad esempio, nei diari di Kafka, si trovano diversi riferimenti a questo problema, a questi suoi blocchi periodici. Oppure, in anni decisamente più vicini a noi, John Grisham ha raccontato che, quando ha il blocco dello scrittore, si appende a testa in giù. Pare che l'aumento del flusso sanguigno al cervello lo aiuti... bah!

Il mio preferito, però, è Victor Hugo che riteneva che il blocco fosse dovuto all'eccesso di stimoli esterni e distrazioni. Per questo motivo, quando si sentiva in difficoltà, si spogliava, consegnava tutti i suoi abiti ai domestici e si chiudeva nella sua stanzetta. In questo modo non aveva altro da fare che mettersi seduto a scrivere. Niente distrazioni. Ecco fatto.

Io, che sono un'anima molto più semplice, di solito mi faccio una passeggiata oppure una doccia, l'acqua aiuta molto, è un ottimo conduttore, anche di idee. Altre volte, semplicemente, mi metto seduta e comincio a scrivere, qualsiasi cosa, parto dalla lista della spesa per poi riversare su carta tutto ciò che mi passa per la testa. Non deve avere un senso e la maggior parte delle, infatti, volte non ce l'ha. Ma, in questo incontrollabile flusso di parole e pensieri, prima o poi, viene fuori una frase interessante o un'idea buona da sviluppare. 

Quando anche tu avrai il blocco dello scrittore segui uno di questi esempi: fatti una doccia o spogliati nudo. 
O entrambe le cose.


Scrivi di ciò che conosci. 

Se ambienti il tuo racconto in un luogo che conosci, in un tipo di società che ti è familiare, questo sarà sicuramente più verosimile e più credibile. 

Mi raccomando, non vivere ciò come un limite. Vivilo come uno strumento. 
Uno strumento che hai a disposizione per scrivere bene è, appunto, quello di raccontare un ambiente che conosci. 

Se, per esempio, tu hai sempre vissuto a Milano e a New York ci sei stato solo un paio di volte in vacanza, perché mai dovresti ambientare il tuo racconto lì? Perché ritieni che sia una località più accattivante, più esotica, ti dia maggior possibilità di vendere la tua scrittura all'estero? Mi spiace ma non è così. La New York di cui scriveresti tu non esiste, se non nei film e nelle serie tv di cui ti sei abbondantemente nutrito negli anni. Racconteresti una città finta, piena di cliché, poco credibile, destinata ad affossare la migliore delle trame. 

Quindi, a meno che, per una motivazione che mi è sconosciuta, tu ritenga che quella storia specifica debba essere ambientata a New York, scegli un altro luogo, uno che conosci. Che conosci bene. 

Se invece quella storia, per la suddetta motivazione sconosciuta, deve essere assolutamente ambientata nella Grande Mela o in qualche altro luogo che conosci poco, allora documentati, documentati e ancora documentati. Lavora come un matto, fatica oltremodo. Solo così potrai ottenere un risultato apprezzabile. 

Ma, attenzione, "scrivi di ciò che conosci" è un concetto più ampio, che non riguarda solo i luoghi e le società, riguarda per esempio anche l'età e le epoche. 
Hai 50 anni e magari non hai figli? Se decidi di scrivere un racconto i cui protagonisti siano dei ragazzini, è bene che questi vivano negli anni in cui tu stesso sei stato un ragazzino. 
Solo così saprai come farli parlare e muovere in maniera credibile e coerente, perché te lo ricordi. 

Buona scrittura!
Un racconto nasce dalla testa dell'autore ma poi vive mille vite grazie ai lettori, alla loro immaginazione, alla sensibilità e alle personali esperienze pregresse. 

Un viaggio affascinante, fatto di mille percorsi diversi.

1. Perugia è proprio bellina ma anche noi non scherziamo. 

2. In Italia siamo oltre 60 milioni di persone per più di 300 mila kmq di territorio, eppure si può incontrare per caso una coppia di amici torinesi dentro la cattedrale di Perugia. 
"Quella è Caterina?" mi chiede Marito. 
Io guardo nella direzione indicata, individuo una statua, che a pensarci adesso probabilmente era della Madonna, e rispondo: "Ma che ne so??? Stai zitto, sto ascoltando di straforo la guida là dietro!". 
La nostra amica Caterina, in effetti, era in piedi un metro a destra della statua. 
Potete chiamarmi Occhi di Falco. 

3. Spello è bella quanto faticosa, soprattutto se si arranca per le sue vie in salita sotto un sole che non perdona. 
Io, comunque, se rinasco, voglio rinascere "turista perfetta". 
La turista vestita di lino, dalle caviglie sottili, i sandali su misura comprati a Capri e la sudorazione che evapora in una nuvola di lillà. 
Maledetta. 

4. La salita fino alla Rocca di Spoleto è una prova di resistenza. 
Resistenza di coppia. 
Lungo la strada si incontrano donne agguerrite, magari poco allenate nel corpo ma imbattibili nello spirito, seguite da uomini che, nonostante le mirabolanti settimanali imprese al calcetto con gli amici, sbuffano, faticano e rimpiangono i bei tempi andati in cui erano single e non si facevano coinvolgere in imprese del genere. 
Marito, la tradizione del calcetto non ce l'ha, ma le sue maledizioni sibilate tra i denti sono uguali a quelle degli altri suoi compagni d'avventura e sventura. 
Io, intanto, controllo soddisfatta il contapassi uahuauhauah... 

5. Mi perdonino le altre località ma Assisi vale tutto il viaggio. L'architettura, l'arte, l'atmosfera. 
Assisi è l'oasi dell'altrove che riesce a rimanere mistica anche invasa dalla confusione dei turisti. 
Inoltre, Marito e io, abbiamo fatto di nostra volontà, senza coarcizione alcuna, una passeggiata all'interno del Bosco di San Francesco. Più di due ore in discesa e poi salita, su un terreno sdrucciolevole, sotto il sole cocente una parte, e sotto un'ombra umida da giungla vietnamita un'altra. E ci è persino piaciuto! Un'impresa del genere può essere fatta rientrare serenamente nei miracoli di San Francesco. 
Grande France'! 

6. Gubbio è l'idea della cittadina umbra. 
Chiudi gli occhi, pensa al Medioevo, a una fortezza arroccata su una collina, ai rilievi boscosi, alle botteghe degli artigiani, ai cavalieri con le loro armature. 
Ci hai pensato? 
Ecco. Riaprili. Guarda. 
Hai visto? Hai pensato a Gubbio. 
E, a proposito di armature, proprio mentre mi inerpicavo tra le roventi stradine locali, mi sono venuti in mente i cavalieri, fasciati nelle pesanti armature. Nel medioevo si combatteva solo durante le mezze stagioni, vero? No, perché, seguite il mio ragionamento, d'inverno, dentro quelle scatolette di tonno, rischiavi che ti si congelassero gli zibedei ma d'estate - peggio mi sento - , rischiavi proprio di arrostire come un polletto e rimanere in piedi, già schiattato, ma tenuto su da tutto l'ambaradan. 
Medievalisti, che mi dite? 

7. Bellina Foligno. 
Uno non parte da Torino per visitare Foligno. No. Ma, se si è di passaggio, è un bel posto per fermarsi a bere qualcosa e fare una passeggiata. 
Bellina Foligno. 

8. "Dai 3 agli ...anta anni, anche oggi si conferma il mio mito di camminatrice!!!" 
Dopo aver ammirato le cascate delle Marmore da sopra e da sotto, ho celebrato con questa umile frase la mia passione per le scarpinate. 
Marito, dopo averla sentita, benevolo, mi ha fatto correre dietro l'auto solo per un paio di km. 

9. Le ferie sono finite. 
Siamo tornati a casa pieni di buoni intenzioni. 
Maledetto settembre!

Foto: Ponte delle Torri che si vede dalla Rocca di Spoleto
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