Quando lessi per la prima volta "Orgoglio e Pregiudizio" passai giornate intere a parlar in punta di forchetta, muovermi leggiadra e sentirmi profondamente britannica.
Quando lessi "Delitto e Castigo" mi feci inghiottire dalle pagine e dalla storia. Delirai per giorni con gli occhi lucidi da pazza e la convinzione di essere affetta da febbre cerebrale.
Nelle ultime settimane ho letto "Molto forte, incredibilmente vicino (Extremely Loud and Incredibly Close)". Prima sono stata un bambino spaventato e complicato, tuttologo e fragile. Poi sono diventata un uomo senza voce ma con parole scritte su quaderni, su muri e sulla propria pelle. Infine ho vestito i panni di una sorella minore, una moglie, una nonna smaniosa di amare e di trattenere i propri amati.
Non capita sempre ma quando capita fa quasi paura. Il confine tra la realtà e il racconto si fa fragile e, a lettura finita, qualcosa rimane dentro per sempre. Che sia un'atmosfera, che sia un dolore, che sia un sentimento di straziante perdita.
Non credo sia follia.
Io leggo. Io sono.
venerdì 18 ottobre 2013
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7 commenti:
Questo è uno dei tuoi post migliori!
Quando si leggono storie del genere si ha quasi paura a girare l'ultima pagina. E quando si chiude il libro si sente come una minuscola folata di vento sulle dita, è l'ultimo sospiro della storia appena conclusa. Che non è un addio, ma la promessa di un arrivederci.
Tra le cose che voglio riuscire a fare prima di morire c'è leggere Dostoevskij (sì lo so è un pensiero macabro!)ma credo di non essere ancora abbastanza matura per questo genere di letture!
@Eireen: grazie mille!
@Torquitax: paura e desiderio di arrivare all'ultima pagina. Quant'è meravigliosamente complessa la vita di un lettore
@MichiVolo: il bello di Dostoevskij è che le sue opere sono complesse, dense, incredibili, ma anche coinvolgenti e niente affatto pesanti. Secondo me è giunto il tuo momento: buttati! :)
Io leggo. Io sono.
Soprattutto perchè quel giorno lessi anch'io "Orgoglio e Pregiudizio" e la mia vita cambiò. Tutto quello che era dentro di me cambiò.
Quindi, se sono quel che sono, non dipende da me.
E' colpa di Jane Austen.
Avresti dovuto sentirmi parlare mentre leggevo "Il piacere" di D'Annunzio. Davo del voi a mia mamma :D
@Alessia: merito, non colpa, merito :)
@Paleomichi: uahuahauahauaah tu sei la sorella minore che non ho mai avuto!
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