Radio cole
  • Home
  • Laboratorio di Scrittura via Newsletter
  • Adelina
  • Il Mio Progetto
Ho tenuto questo segreto per più di trent'anni, ma ora è giunto il momento che si sappia.
Sono io, William Mark Felt, la Gola Profonda. Sono io il responsabile del Watergate.
(2005)
La terra trema. Moriamo in 5000.
Neanche Dio lascia in pace il mio paese: l'Afghanistan.
(1998)
Mi chiamo Janet Guthrie. 
E sono la prima donna a qualificarsi per la 500 miglia di Indianapolis.
(1977)
Vi ho lavorato sopra per vent'anni. Tutti i giorni.
E oggi, finalmente, il pubblico può goderne.

Non so cosa farò domani. Probabilmente mi prenderò un giorno di ferie o forse comincerò un altro lavoro.

Intanto bevo vino, mangio salatini, incasso complimenti, e ancora mi commuovo di fronte alla bellezza del "mio" Cenacolo.
 
(1999)
Dopo il treno fu la volta della metropolitana.
Dopo la metropolitana riemersi finalmente all'aria aperta.
La prima cosa che vidi fu un Black Cab. Ero proprio a Londra.

Londra è una delle poche città al mondo immediatamente riconoscibile. Basta un piccolo scorcio qualunque per capire, senza dubbio alcuno, di trovarsi nella capitale inglese. Altre città, seppur ugualmente belle, famose o suggestive non posseggono la medesima caratteristica.
Londra non è uguale a nessun altra. Basta un taxi per riconoscerla.

Innamoratami al primo sguardo, presi a girare seguendo l'istinto ed i nomi più evocativi delle fermate della metro. Passeggiai per la City sotto una pioggia sottile sottile. Sbucai a Piccadilly Circus sentendomi dentro un film. Mangiai un sandwich seduta sulle scale di Trafalgar Square, godendo di un sole improvviso e caldo. Corsi tra Hyde Park e Buckingham Palace, con la paura di perdere l'aereo ma l'inossidabile certezza che ne sarebbe, comunque, valsa la pena. Perché certi luoghi li devi vedere, che poi chissà quando ti ricapita!

Tutto mi piacque ma niente mi stregò quanto l'Abbazia di Westmister. Una bellezza sfacciata. Una visione. L'unico momento in cui rimpiansi di essere sola, tale era il desiderio di condividere con qualcuno tanta emozione. Tale era il desiderio di dire: "Hai visto? Io non immaginavo fosse così!" Così maestosa, imponente, orgogliosa del proprio sublime aspetto. L'abbazia di Westmister guarda tutti, specialmente i turisti, dall'alto verso il basso. E a tutti, piccoli e insignificanti, concede un mezzo sorriso, una piccola smorfia, come a dire: "Voi siete qua per me. Io basto a me stessa".

Londra è la città dove mi trovai a seguire mille stradine pittoresche per poi sbucare nel cortile di una scuola, tra ragazzini in giacca e cravatta che ridevano e giocavano.
Londra è la città dove un uomo in tight mi cedette il posto sulla metropolitana. Un uomo in tight. Con le code. Cedette il posto a me, con i jeans, il giubbino rosso e i capelli giallo-limone.
Londra è la città dove mi chiesero indicazioni dopo 5 minuti che ero arrivata. Evidentemente dovetti sembrare del posto. Ma del resto chi non lo è? Nella capitale britannica tutti sono del posto.
A Londra c'è tutto il mondo.
E tutto il mondo, prima o poi, passa da Londra.

E anch'io, prima o poi, ci tornerò.

Fine.
Ho un lavoro sicuro e una bella famiglia.
Faccio la custode all'Accademia dei Georgofili.

All'1:04 finisce tutto.
(1993)
 "La Palma d'oro del 55esimo festival di Cannes va a 'Il pianista' di Roman Polanski", annuncio dal palco.
(2002)
Jim suona alla porta.
Papà lo squadra dalla testa ai piedi, ma alla fine sorride.

Saliamo in macchina.
"Che film andiamo a vedere?" gli chiedo.
"Star wars", mi risponde.
"E di che parla?"
"Boh, vedremo!"
(1977)
Sull'aereo trovai posto vicino ad un tedesco terrorizzato dal suo primo volo. Praticamente fui costretta a fargli da balia. Il lato positivo fu che, responsabilizzata dalla presenza del pavido ometto, dimenticai (in parte) le mie ansie volanti per occuparmi delle sue.
Gli tradussi ogni cosa che veniva detta da hostess e steward. E quando, per via di un vuoto d'aria, ci ritrovammo tutti con lo stomaco all'altezza del cervello, mi sforzai di tranquillizzarlo e minimizzare. "Keine Panik, das ist normal!", gli dissi mentre sfoggiavo un paretico sorriso e recitavo silenziosamente tutte le preghiere da me conosciute, e pure le innumerevoli sconosciute.

Quando finalmente toccammo terra, trattenni a stento la voglia di baciare l'asfalto, un po' per la gioia di essere ancora viva e un po' per il piacere di aver messo finalmente piede sul suolo inglese.
Poi, in preda ad una gioia che mi rendeva molesta e poco lucida, sbagliai la fila del controllo documenti. Mi misi in coda con inglesi ed irlandesi per poi essere mandata via tra le occhiatacce severe dei poliziotti.
Ma che me ne fregava? Ero a Londra, neanche la riprovazione dell'autorità britannica poteva scalfire il mio buon umore!

Le mie uniche preoccupazioni erano trovare il deposito bagagli dove lasciare il mio trolley per tutto il pomeriggio, e poi comprare il biglietto per il treno che mi avrebbe portato nel cuore pulsante delle albioniche terre. E fu proprio nello sbrigare queste due semplici faccende che presi consapevolezza di una peculiare caratteristica dei londinesi.
Costoro sono tutti ventriloqui.
Costoro non aprono la bocca per parlare, tanto meno muovono le labbra.
Costoro sibilano velocemente e a denti stretti.
Io facevo una domanda. Io ricevevo una risposta. Io, immancabilmente, mi trovavo a non capire una mazza e rispondere sgraziatamente "Eh???"
A quel punto il londinese di turno, mosso a pietà, si metteva a parlare un poco più piano e ad aprire un poco le labbra. Niente di eccessivo, il minimo indispensabile per dimostrare di essere dotato di incisivi.
Io univo il biascicamento precedente a quello successivo e, finalmente, comprendevo il britannico messaggio cifrato, mettendo a frutto tutti quei maledetti anni di liceo e "conversation"!

Superati i problemi logistici e pure quelli linguistici, con somma soddisfazione riuscii a salire in carrozza e a partire per la mia personale terra promessa.
Una rapida occhiata ai compagni di viaggio, mi permise di mettere immediatamente a fuoco un gran pezzo di giovane uomo in un completo grigio scuro. Sorrisi io. Sorrise lui. Poi gli squillò il telefono e parlò...in tedesco. E no. No! Nooo! NOOO! Pure oltremanica? Cosa c'era di sbagliato in me? Cosa? Non ero in grado neanche di fare degli innocenti occhi dolci a uno sconosciuto senza imbattermi nell'ennesimo maschio teutonico?

Sbuffai rumorosamente, smisi di sorridere, e mi concentrai imbronciata sul paesaggio che scorreva al di là del finestrino.
Londra mi aspettava a braccia aperte e lei sì che, femmina ed inglese, avrebbe meritato il mio sfacciato sbatacchiamento di ciglia!

Continua...
Il mio paese, l'Eritrea, ottiene l'indipendenza dall'Etiopia.
(1993)
Squilla il telefono. Rispondo.
Era ora.
Abbiamo dovuto far saltare un pezzo d'autostrada ma questo pensiero, se Dio vuole, ce lo siamo tolto.
(1992)
Siedo nel parlamento italiano. Approvo la legge 194.
(1978)
Ho votato a favore dell'indipendenza del mio paese. 
230.660 cittadini hanno votato come me.
La maggioranza.
(2006)
Vi ho mai raccontato di quella volta che andai a Londra?
No, non è necessario che rispondiate, già lo so: non ve l'ho mai raccontato.
Fondamentalmente perché quel viaggio lo feci ancora prima di aprire il blog.

E perché tale argomento riciccia fuori ora?
Perché, come avrete intuito dal nuovo look di Radio Cole, negli ultimi mesi a Pancraziuccia vostra ha cominciato a bruciare la terra sotto i piedi. L'immobilismo che, per scelta o per necessità, aveva caratterizzato gli ultimi anni della vostra blogger preferita (Io!!!) ha lasciato spazio ad un'ansia di spostamento e a una gran voglia di viaggiare, vedere, scoprire, mordere e divorare.

Ho iniziato con piccole gite: Venezia, Milano, Bologna, giusto per sgranchirmi le ossa e fare il tagliando alle ali. L'importante è muoversi, fare 10 100 o 1000 chilometri. L'importante è soddisfare tutte le proprie curiosità, per poi scoprire di averne sempre di nuove.
Presto, comunque, spiccherò letteralmente il volo. E nel frattempo nelle chiacchiere con gli amici si sono fatti sempre più presenti i ricordi dei viaggi passati. Soprattutto quelli più particolari. Ed il mio breve soggiorno nella terra d'Albione fu decisamente sui generis.

Come non condividerlo con voi, miei fedeli lettori? Come?
E, infatti, ora lo condivido.

Molti anni or sono, alle prese con l'organizzazione di una breve visita al mio (ex)fidanzato tedesco, stavo cercando un volo low cost che mi portasse da Dresda a Torino, quando m'imbattei nella possibilità di fare scalo a Londra.
Comodo, no?
Dresda-Londra.
Londra-Torino.
Con attesa a Heathrow per circa 6 ore.

I più sarebbero scappati inorriditi e avrebbero cercato oltre.
Io, invece, iniziai a zompettare felice per casa: era giunta finalmente la mia occasione per viaggiare oltremanica! E la suddetta occasione, nella sua assurda scomodità, mi pareva ancora più attraente di un banale viaggio organizzato. La interpretai come un regalo del destino, una strizzata d'occhio del karma, un sorriso del fato.

Magari voi appartenete a quel gruppo di persone, diciamo "normali", che tendono a preferire occasioni più classiche, pratiche, comode.
Ma che volete che vi dica?
Io, nella mia diversa normalità, considero uno scalo di 6 ore non una noiosa perdita di tempo ma un'opportunità da non lasciarsi sfuggire.
Lo pensavo allora e ne sono fermamente convinta ancora adesso.

Nel giro di pochi giorni la mia visita in Germania perse d'interesse, diventando solo un utile e necessario passaggio per realizzare la mia solitaria fuga nella terra d'Albione. Nel giro di pochi giorni il ritorno verso casa, con inclusa britannica tappa, divenne l'evento più atteso, la vera vacanza, lo scopo di tutto il viaggio.
Dopo aver trascorso una settimana a Dresda, invece di salutare nazione e (ex)fidanzato tedeschi con il magone d'ordinanza, corsi al gate con un sorriso a mille denti e m'imbarcai per la mia piccola gita rubata con l'entusiasmo di chi sta partendo per il giro del mondo.

Continua...
Finalmente l'abbiamo completata.
La più grande opera idraulica di tutto il pianeta. La Diga delle Tre Gole sul Fiume Azzurro.
(2006)
Due figli sono troppi.
Noi siamo troppi.
Siamo talmente tanti che il governo è disposto a fare di tutto per scoraggiare e impedire la crescita della popolazione. "Politica del figlio unico", la chiamano.

Disposto a fare di tutto. 
Anche ad uccidere le madri disubbidienti? Anche ad uccidere me?

Forse esisto o forse no.
La mia storia è vera o forse no.
Il mio nome è Zhonghua Sun o forse no.

Non lo saprete mai. Ma non lasciate cadere il dubbio.

(2001)
Dopo il rigido Scalfaro io, la Repubblica Italiana, do il ben venuto ad un nuovo Presidente: Carlo Azeglio Ciampi. 
Imprescindibile la figura della di lui moglie: la sempre presente signora Franca.
(1999)
Ve lo ricordate Giuliano Dottori e il suo video fatto con tanti spezzoni inviatigli via email?
No?
Allora rileggete questo post.

La raccolta del materiale si è conclusa ed il video è stato montato.
Questo è il risultato finale.

Salgo sulla carrozza, cerco un posto e mi metto seduta.
E' solo un piccolo viaggio. Da Nord a Sud.

Per la prima volta dopo 50 anni si riaprono i collegamenti ferroviari tra le due Coree.
(2007)
Patalice
Vivo e lavoro a Kabul.
Sono italiana e collaboro con Care International.

Esco da una lezione di yoga e mi rapiscono.
Nel mio paese non ne parla quasi nessuno.
(2005)
Un'ora per decidere quale regalo prendere al nipote adorato.
Cinque minuti perché lui lanci il suddetto regalo dal balcone, facendolo schiantare a terra in mille pezzi.

Dico tutto.
Confesso tutto.

Il mio amico. Sua moglie. I gioiellieri. Le prostitute. Le guardie giurate. Le donne nei gabinetti del treno.
E poi ancora altri.
Venti. Sono venti. Devono essere venti.

Li ho uccisi io. Tutti io. Io.
Donato Bilancia.


(1998)
Mi truccano.
Sistemano le luci e poi accendono la telecamera.
Parlo per 27 minuti.

Ammetto ufficialmente davanti alla mia nazione e al mondo intero l'incidente di Chernobyl.
Sono Michail Gorbačëv.

(1986)
Il bello di scoprire interessanti iniziative online consiste anche nel seguirne gli sviluppi. Il tutto con la curiosità e l'occhio benevolo della zia. Zia giovane, gnocca e svitata. Ça va sans dire.

Ed è per questo che vi propongo il backstage della parte di Erasmus 24_7 dedicata a Berlino.
Un filmato di pochi minuti che mette allegria, aumenta la curiosità circa il risultato finale e promette meraviglie.




Io li amo tutti i protagonisti di questo progetto, sia quelli davanti (Rita ueber alles!) sia quelli dietro la cinepresa. Anzi, ora parlo direttamente con questi ultimi: se avete bisogno di una collaboratrice femminile che se la cavi nella scrittura, conosca l'inglese e il tedesco, regga tranquillamente la birra germanica, e sia capace di mettere lo stucco ai muri scrivetemi, contattami, stagizzatemi. Il mio indirizzo è janecole(chiocciolina)live.it e sono proprio la psicopatica che stavate cercando!

Come? Non stavate cercando nessuna psicopatica? Ne siete proprio sicuri?
Non ho mai fallito.
Per questo hanno scelto me.

Attendo in mezzo alla folla.

Lo vedo. Sparo. Una. Due volte.

Si accascia ma non muore.

Ho fallito.
(1981)
Partecipo ad un sit-in in Piazza Navona.
Si raccolgono firme e si festeggia il terzo anniversario del referendum sul divorzio.

Tafferugli. Spari. Agenti in borghese.

Mi chiamo Giorgiana Masi e muoio a 19 anni.
(1977)
Eseguo il primo trapianto cuore-polmoni.
Sono il dottor Bruce Reitz.
(1987)
Maria viveva con la mamma e i suoi tre fratelli in un enorme palazzo.
I pavimenti erano di marmo e i soffitti riccamente affrescati.
La camera della mamma era grande e luminosa con un imponente letto a baldacchino al centro. I vestiti nel guardaroba erano meravigliosi, fatti di seta e pizzi, ornati da perle e pietre preziose. La piccola Maria amava trascorrere ore in mezzo a tutto quello splendore e, mentre la Tata la sgridava, la sua dolce mamma, invece, si divertiva a darle corda e a giocare con lei. L'avvolgeva in stole di morbido ermellino e le ornava i capelli con diademi e coroncine.
"La mia principessa", la chiamava con amore.
"Un giorno diventerò bella come te?", le chiedeva la piccola addobbata come una damina.
"No, amore mio, un giorno tu diventerai anche più bella"
"E sposerò un uomo bello come il babbo?"
"Sì", le rispondeva la madre con un velo di tristezza ad oscurarle lo sguardo.

I fratelli di Maria erano poco più piccoli di lei: Marco aveva 6 anni, Matteo 4, e Luca 2. Erano vivaci e pestiferi, ma anche divertenti e spiritosi. Portavano tanta allegria nelle stanze dell'appartamento occupato dalla famiglia. Correvano, giocavano a palla, si arrampicavano, cadevano, piangevano, si rialzavano, e ricominciavano a correre.

Quando il cielo era coperto ed i meravigliosi giardini del palazzo si svuotavano dai soliti visitatori, la Tata li portava tutti e quattro a fare una bella passeggiata e a prendere un poco d'aria. Il gioco che veniva proposto loro era  sempre lo stesso: "Mi raccomando, angioletti, non si parla e non si urla, fate finta di essere trasparenti come il cristallo dei lampadari".
La più brava a rendersi invisibile era sempre Maria, donnina docile ed obbediente che veniva ripagata con latte caldo e biscotti al burro, una vera squisitezza.

Una volta a settimana Lui passava a trovarli. Era sempre vestito come un imperatore, aveva il viso buono e trattava i suoi bimbi e la sua compagna con tutto l'amore possibile.
Loro lo chiamavano "babbo". Il resto del mondo "Sua Santità".
Vengo eletto presidente.
Il primo presidente nero del mio paese.
Il primo presidente dopo la fine dell'apartheid.
(1994)
Grazie alla sollecita segnalazione dell'amico Torquitax ecco a voi un altro numero dell'avvincente rubrica Nella Rete.
Protagonista di questo post è un'iniziativa del Goethe Institut.

Ormai è risaputo ai più: su questo blog e nella mia vita la Germania la faccio uscire dalla porta e mi rientra dalla finestra. Ma che ci posso fare? Nulla! E' inutile opporsi al destino. Inutile resistere al Deutsch Karma.

L'iniziativa suddetta si chiama Cambio d'aria e consta nello scambio di redazione di una coppia di giornalisti alla volta. Un tedesco viene in Italia. Un italiano va in Germania.

Riporto direttamente dal sito:
Quattordici città, quattordici diversi punti di vista: con “Cambio d’aria” altrettanti giornalisti tedeschi e italiani si scambiano la casa e la redazione. Con uno sguardo “da stranieri” e una curiosità tutta giornalistica si mettono nei panni di corrispondenti per raccontare le loro impressioni dal luogo che li ospita.
Berlino, Torino, Roma, Friburgo. Luoghi e persone che s'incrociano e studiano.
Un esperimento interessante anche se a volte non troppo riuscito.
Non tutti i giornalisti sono portati per fare i blogger. Alcuni, ignorando le diverse regole della comunicazione online, risultano francamente noiosi. Ma l'idea di base è comunque ottima e merita un plauso.

Attentato sui binari della ferrovia.
Attentatore suicidia.
E' questo ciò che dobbiamo fare credere al paese.
E il paese ci crede.
(1978)
Mi alleno da anni. Anzi no. Mi alleno da quando sono nata.
Nessuna distrazione.
La mia grandezza rende grande il mio paese.

Il mio grande paese dichiara che non parteciperà alle olimpiadi di Los Angeles.
Mi alleno da anni. Anzi no. Mi alleno da quando sono nata.
Ho appena perso l'occasione della mia vita.
(1980)
Nessuno ci credeva. "Impossibile", dicevano.
Eppure ce l'ho fatta. Ce l'abbiamo fatta.
8.848 metri. Senza ossigeno.
(1978)
Ho vinto le elezioni.
Sono il ventiquattresimo presidente della Repubblica Francese.
Mi chiamo Francois Hollande.
(2012)
Sciopero generale.
Siamo tutti in piazza.

La Grecia brucia.
(2010)
Ieri il mio partito ha ottenuto la maggioranza alla Camera dei Comuni. 
Oggi vengo ufficialmente nominata Primo Ministro del Regno Unito.

Una donna. Non era mai accaduto.
(1979)
Mi chiamo Gary Thuerk e ho avuto un'idea fantastica.
Scrivo un'email di promozione del prodotto e poi la invio a 400 possibili clienti su ARPAnet.

Ho appena inventato lo SPAM.
(1978)
Salgo le scale.
Sfondo la porta.
Due colpi.

E'  morto.
Ho ucciso Osama Bin Laden.
(2011)
Sono le 14:17.
Il settimo giro.
250 km/h.

L'impatto.

Alle 19 vengo dichiarata clinicamente morta.
(1994)
Post più recenti Post più vecchi Home page

La mia vetrina Amazon

La mia vetrina Amazon
Dai un'occhiata ai miei consigli di lettura e scrittura...

Social

Jane Pancrazia Cole

Jane Pancrazia Cole
Chi sono e cosa faccio? Clicca per leggere la pagina Wikipedia che non avrò mai...

POPULAR POSTS

  • Il Viaggio dell'Eroe: La Chiamata all'Avventura
  • La nuova 500
  • In fondo l'avevate già capito, no?

Categories

IlMioProgetto chiacchiere libri Racconti viaggi cinema Torino RadioCole attualità musica televisione società DiarioRacconti sport Nella Rete blogosfera Laboratorio Condiviso teatro citazioni microracconti FacceDaPalco arte Un marito per caso e per disgrazia Erasmus scrittura creativa HumansTorino Peanuts cabaret Rugby meme ImprovvisazioneTeatrale PrincipeV lavoro poesia OffStage articolo sponsorizzato Pancrazia Consiglia pubblicità twitter PancraziaChi? TronoDiSpade articolo Adelina Harry Potter Podcast premi tennis graficamente PancraziaInBerlin materiale di scarto DaFacebookAlBlog Pancrazia and the City Roma True Colors DonnePensanti EnglishVersion favole laboratorio scrittura sogni CucinaCole IlRitorno chiavi di ricerca dasegnalare help 2.0 video Le piccole cose belle Mafalda Rossana R. cucina kotiomkin live viaggio dell'eroe blog candy da segnalare metropolitana satira
Powered by Blogger.

Blog Archive

  • ►  2023 (17)
    • ►  marzo (5)
    • ►  febbraio (6)
    • ►  gennaio (6)
  • ►  2022 (57)
    • ►  dicembre (3)
    • ►  novembre (5)
    • ►  ottobre (10)
    • ►  settembre (5)
    • ►  agosto (3)
    • ►  luglio (6)
    • ►  giugno (6)
    • ►  maggio (9)
    • ►  aprile (3)
    • ►  marzo (1)
    • ►  febbraio (3)
    • ►  gennaio (3)
  • ►  2021 (20)
    • ►  dicembre (3)
    • ►  novembre (1)
    • ►  settembre (1)
    • ►  agosto (6)
    • ►  aprile (2)
    • ►  marzo (2)
    • ►  febbraio (2)
    • ►  gennaio (3)
  • ►  2020 (84)
    • ►  dicembre (6)
    • ►  novembre (6)
    • ►  ottobre (6)
    • ►  settembre (6)
    • ►  agosto (6)
    • ►  luglio (10)
    • ►  giugno (9)
    • ►  maggio (11)
    • ►  aprile (8)
    • ►  marzo (8)
    • ►  febbraio (4)
    • ►  gennaio (4)
  • ►  2019 (6)
    • ►  dicembre (1)
    • ►  agosto (1)
    • ►  luglio (2)
    • ►  febbraio (1)
    • ►  gennaio (1)
  • ►  2018 (37)
    • ►  dicembre (1)
    • ►  novembre (5)
    • ►  ottobre (3)
    • ►  settembre (7)
    • ►  agosto (3)
    • ►  luglio (2)
    • ►  maggio (1)
    • ►  aprile (7)
    • ►  marzo (8)
  • ►  2017 (23)
    • ►  settembre (2)
    • ►  maggio (2)
    • ►  aprile (4)
    • ►  marzo (8)
    • ►  febbraio (6)
    • ►  gennaio (1)
  • ►  2016 (20)
    • ►  settembre (2)
    • ►  giugno (2)
    • ►  maggio (1)
    • ►  aprile (7)
    • ►  marzo (2)
    • ►  febbraio (1)
    • ►  gennaio (5)
  • ►  2015 (78)
    • ►  dicembre (1)
    • ►  ottobre (4)
    • ►  settembre (4)
    • ►  agosto (8)
    • ►  luglio (6)
    • ►  giugno (7)
    • ►  maggio (6)
    • ►  aprile (6)
    • ►  marzo (11)
    • ►  febbraio (11)
    • ►  gennaio (14)
  • ►  2014 (242)
    • ►  dicembre (17)
    • ►  novembre (8)
    • ►  ottobre (8)
    • ►  settembre (10)
    • ►  agosto (7)
    • ►  luglio (18)
    • ►  giugno (18)
    • ►  maggio (19)
    • ►  aprile (23)
    • ►  marzo (40)
    • ►  febbraio (38)
    • ►  gennaio (36)
  • ▼  2013 (353)
    • ►  dicembre (40)
    • ►  novembre (37)
    • ►  ottobre (48)
    • ►  settembre (33)
    • ►  agosto (35)
    • ►  luglio (39)
    • ►  giugno (35)
    • ▼  maggio (40)
      • 31 Maggio
      • 30 Maggio
      • 29 Maggio
      • 28 Maggio
      • Un pomeriggio a Londra (Ultima Parte)
      • 27 Maggio
      • 26 Maggio
      • 25 maggio
      • Un pomeriggio a Londra (Seconda Parte)
      • 24 Maggio
      • 23 Maggio
      • 22 Maggio
      • 21 Maggio
      • Un pomeriggio a Londra (Prima Parte)
      • 20 Maggio
      • 19 Maggio
      • 18 Maggio
      • Nella Rete: aggiornamento da "Le vite degli altri"
      • 17 Maggio
      • Buon Compleanno
      • 16 Maggio
      • Sgrunt!
      • 15 Maggio
      • 14 Maggio
      • Nella Rete: aggiornamenti berlinesi
      • 13 Maggio
      • 12 Maggio
      • 11 Maggio
      • Racconto: Il Padre
      • 10 Maggio
      • Nella Rete: Cambio d'aria
      • 9 Maggio
      • 8 Maggio
      • 7 Maggio
      • 6 Maggio
      • 5 Maggio
      • 4 Maggio
      • 3 Maggio
      • 2 Maggio
      • 1 Maggio
    • ►  aprile (23)
    • ►  marzo (8)
    • ►  febbraio (10)
    • ►  gennaio (5)
  • ►  2012 (126)
    • ►  dicembre (10)
    • ►  novembre (9)
    • ►  ottobre (12)
    • ►  settembre (13)
    • ►  agosto (19)
    • ►  luglio (10)
    • ►  giugno (10)
    • ►  maggio (7)
    • ►  aprile (6)
    • ►  marzo (10)
    • ►  febbraio (10)
    • ►  gennaio (10)
  • ►  2011 (95)
    • ►  dicembre (18)
    • ►  novembre (6)
    • ►  ottobre (4)
    • ►  settembre (9)
    • ►  agosto (5)
    • ►  luglio (10)
    • ►  giugno (12)
    • ►  maggio (4)
    • ►  aprile (7)
    • ►  marzo (9)
    • ►  febbraio (4)
    • ►  gennaio (7)
  • ►  2010 (97)
    • ►  dicembre (9)
    • ►  novembre (6)
    • ►  ottobre (2)
    • ►  settembre (7)
    • ►  agosto (7)
    • ►  luglio (16)
    • ►  giugno (10)
    • ►  maggio (8)
    • ►  aprile (9)
    • ►  marzo (9)
    • ►  febbraio (6)
    • ►  gennaio (8)
  • ►  2009 (61)
    • ►  dicembre (4)
    • ►  novembre (5)
    • ►  ottobre (10)
    • ►  settembre (8)
    • ►  agosto (3)
    • ►  luglio (5)
    • ►  giugno (2)
    • ►  maggio (4)
    • ►  aprile (6)
    • ►  marzo (5)
    • ►  febbraio (4)
    • ►  gennaio (5)
  • ►  2008 (76)
    • ►  dicembre (3)
    • ►  novembre (5)
    • ►  ottobre (8)
    • ►  settembre (5)
    • ►  agosto (5)
    • ►  luglio (6)
    • ►  giugno (6)
    • ►  maggio (11)
    • ►  aprile (12)
    • ►  marzo (8)
    • ►  febbraio (5)
    • ►  gennaio (2)
  • ►  2007 (132)
    • ►  dicembre (2)
    • ►  settembre (18)
    • ►  agosto (11)
    • ►  luglio (33)
    • ►  giugno (13)
    • ►  maggio (13)
    • ►  aprile (16)
    • ►  marzo (26)

Copyright © Radio cole. Designed & Developed by OddThemes