Radio cole
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PiccolaC è una bimba felice, grazie all'amore dei genitori, le coccole delle maestre ed un guardaroba da top model.

PiccolaC è la più piccola della famiglia e, dall'alto dei suoi 2 anni e 1/2, si gode l'esistenza privilegiata che il ruolo di cucciolo di casa le permette. Ella governa il proprio regno come una vera principessa-tiranno, dosando lacrime e sorrisi, capricci e abbracci, coccole e indifferenza. I suoi sudditi la seguirebbero ovunque: i cuginetti si divertono a giocare con lei, la nonna se la pastrugnerebbe dalla mattina alla sera e le zie litigano per portarsela a spasso.

Ieri mattina a PiccolaC è stato annunciato:
"Stanotte è nato PiccolissimoE, il tuo fratellino! Sei contenta???"
Lei ha reagito con il self control che si addice al suo rango,
"NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO, non voiooooooooooooooooooo, ueeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee ueeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee"

PiccolaC, asciugati le lacrime e facci un sorriso.
Verrà un giorno in cui ti accorgerai di amare tanto PiccolissimoE e di non ricordare neanche la tua vita da figlia unica.
Lui ogni tanto sarà un rompiballe, ma sarà anche un "discepolo" pronto a seguirti in ogni avventura e un complice con cui realizzare meravigliosi piani diabolici.
Sarà un fratello e tu lo amerai.
E lui amerà te.


ps: Benvenuto PiccolissimoE!!!!!!
Udite udite: Radio Cole ha ricevuto il suo primo (e probabilmente ultimo) premio!!!!

EVVIVA EVVIVA EVVIVA EVVIVA EVVIVA!!!!

Che emozione!!! Ringrazio i miei genitori, che mi hanno resa abbastanza frustrata da decidere di aprire un blog, Ciccio, che è una fonte inesauribile di post, Sean Lamont e Gerard Butler, che contribuiscono prepotentemente al lato carampanico di queste pagine, ma soprattutto ringrazio Alessandra, che mi ha assegnato il Meme Revolution:

J. Cole e il suo blog perché credo sempre PIU' FERMAMENTE che sia una ragazza-piccola (ih!ih!ih! giuro non so la sua età...) e soprattutto ha deciso che il suo governo ombra lo fa con i giocatori e le giocatrici di rugby ... contatto mirato e duro!
(...lo so che come motivazione non è un granché, ma a caval donato...)

Questo meme-premio è stato creato da Gianluca, che ha stabilito quattro semplici regole


1. bisogna inserire il banner (trovate il codice a fine pagina) (sarebbe gradito anche un link diretto a questa pagina, in modo da leggere le istruzioni originali)

2. bisogna linkare il blog che ti ha dato il meme

3. bisogna linkare altri 6 blog (cifra flessibile) che meritano un premio e, se possibile, spiegare il perché. un blog può ricevere il premio innumerevoli volte!

4. chi riceverà il meme potrà mettere il banner con la coppa in homa page sul lato in modo da far vedere il premio ricevuto a tutti i visitatori!


Prima di assegnare i miei premi, dichiaro ufficialmente che:
tutti coloro che verranno da me scelti, avranno il diritto di esibire orgogliosamente il trofeo, senza obbligatoriamente linkare me o continuare la catena.
Vi premio perché amo leggervi e mi fa piacere farvi un regalo, ma non voglio "incatenarvi"!
L'unica cosa che vi chiedo è di linkare Gianluca, in quanto ideatore del premio.(grazie)

Assegno il meme Revolution a:

Ross, acuta, sarcastica e sempre informatissima. I suoi post sono imperdibili sia per la forma che per il contenuto!

Regina Madry, ironica, intelligente e gentile. Una sovrana amatissima da noi sudditi!

Alice, l'emblema della femminilità. Unite una ragazza dall'eleganza innata con uno "spietato" giocatore di rugby ed otterrete lei!

Alessia, perché leggere il suo blog è come andare a bersi un caffè con un'amica.

Mastermax, che quando parla della sua "compagna di vita" e della sua "piccola peste" esprime un grandissimo e sincero amore, senza essere mai sdolcinato.

E dato che ogni blog può ricevere il premio innumerevoli volte: Ale, perché le sue pagine sono interessanti e divertenti. E lei è una grande padrona di casa!
Stamattina in equipe ho incontrato un nuovo collega ed è nata subito una grande amicizia!

Collega: "Io da 10 anni lavoro nell'ambito psichiatrico."
Jane: "Interessante. Sei uno psicologo?"
Collega: "No"
Jane: "Psichiatra?"
Collega: "No"
Jane: "Psicanalista?"
Collega : "No, ma ormai sono un fine conoscitore dell'animo umano."
Jane: "Azz..."
Collega: "Appena vi ho visto stamattina ho capito che tu sei così blablabalabla, quel genere di donna che blablablabla, mentre lei è blablabla, un po' più blablabla e lui, invece, è blablabla..."
Jane: "Ma tu appena incontri qualcuno lo psicanalizzi così? Su due piedi?"
Collega:"Si"
Jane: "E non ti ha ancora mandato a cagare nessuno?"
Alessandra mi ha appioppato un Meme e per corrompermi e convincermi subdolamente a farlo ha affermato
secondo me J.Cole è una ragazza giovane-giovane!!!
Io, che sono notoriamente dura come l'acciaio e incorruttibile, ci sono caduta con tutte le scarpe: Ale si è assicurata non solo la mia eterna amicizia, ma anche lo svolgimento del compitino da lei assegnatomi!

Le regole da seguire sono:

1) Scrivere come spendereste 500 euro, trovati per caso.

500? A parte il fatto che io per caso non ho mai trovato neanche 2 centesimi, ma già che si giocava non si poteva sparare una cifra un po' più sostanziosa?
O forse sta proprio in questo il bello del Meme? Nella scelta di una somma di denaro decisamente alta se piovuta dal cielo, ma non sufficiente per realizzare progetti mediamente ambiziosi?
Io, ad esempio, avrei bisogno di una macchina nuova, ma con la cifra suddetta, capirete anche voi, che avrei qualche difficoltà a trovarne una!!!!
Quindi che ci posso fare con questi benedetti 500 bigliettoni???

Trovato!
Un week end in un centro benessere, dove mi coccolano, mi manipolano e mi viziano.
Sola soletta a godermi due giorni di puro egoismo! AGGIUDICATO!


2) Inserite nel post l'immagine della banconota da 500 euro.

Eccola, in tutto il suo splendore...
3) Nominare altri 3, o più, blogger a cui girare questo Meme.
Le prescelte sono Amaranthine ed Alessia, perché di shopping se ne intendono, e Ross, perché sicuramente romperà la catena!
L'idea è nata da un post della Regina e dal relativo commento di Baol.

Il concetto di governo ombra non appartiene alla tradizione del nostro paese, ma è stato mutuato direttamente dalla democrazia britannica.
Nel Regno Unito lo shadow cabinet funziona ed è riconosciuto istituzionalmente, ma da noi è parso da subito più una caricatura fumettistica, che un tentativo di opposizione seria e utile.

Veltroni ha scelto i suoi "ministri ombra" e ora io scelgo i miei.

Io preleverei direttamente dal Rugby (femminile e maschile): Bergamasco Mauro, Bergamasco Mirco, Bortolami Marco, Canale Gonzalo, Castrogiovanni Martin, Ghiraldini Leonardo, Lo Cicero Andrea, Ongaro Fabio, Parisse Sergio, Marcato Andrea, Troncon Alessandro, Bado Giovanna, Barbini Martina, Campanella Giuliana, Cucchiella Elisa, Gini Daniela, Mestriner Alessandra, Petese Greta, Sanfilippo Maria, Schiavon Veronica e Severin Flavia.

Una squadra giovane, con un'età media inferiore ai trent'anni, ed anche equilibrata, dove il rapporto tra donne e uomini è di 10 a 11.

Avrete capito, che la mia idea di opposizione è un po' diversa da quella di Uolter...decisamente meno accomodante!




Foto tratte da FIR (Sito federazione italiana Rugby) e dal sito de La Gazzetta dello Sport
Laura vive nel fantastico mondo dei precari.
Ci vive da quando ha finito la scuola e ormai si è abituata. Ogni tanto pulisce qualche appartamento, ma non è mai riuscita a trovare niente di stabile.
Gli anni passano e lei lavora sempre di meno.

Roberto, il marito di Laura, fa il muratore.
Lui vive nel fantastico mondo di quelli che "si fanno un mazzo così" al freddo o sotto il sole cocente e che ogni tanto vengono lasciati a casa, perché c'è poco lavoro.

Federico, il figlio di Laura e Roberto, ha 6 anni e frequenta la prima elementare.
Ha già capito di appartenere al gruppo degli sfigati. Ma lui non si lamenta ed è contento perché la mamma fa la minestrina più buona del mondo, il papà racconta storie bellissime e il nonno lo porta spesso a giocare nell'orto.
Durante il ponte del primo maggio i suoi amichetti sono andati al mare o in campagna.
"Mamma posso fare le vacanze anch'io?" "No Fede, lo sai che non possiamo"
"Ma io non voglio andare lontano" "E dove vuoi andare?"
"Dai nonni!" "Dai nonni? Ma vivono dall'altra parte della strada"
"Lo so, ma se ci sto anche a dormire è come una vacanza vera, no?" "Si Fede, è come una vacanza vera."

Questa famiglia, che vive in 35mq alla modica cifra di 400 euro al mese, anni fa ha fatto richiesta per una casa popolare.
Ogni tanto Laura si reca all'ufficio preposto per vedere come vanno le cose, quanto tempo dovranno ancora attendere.
Alcuni impiegati sono gentili e comprensivi: "Abbia fiducia. Sta avanzando in graduatoria. Vedrà che presto qualcosa uscirà fuori."
Laura è contenta, un po' ci crede e un po' no, ma le piace quando le sorridono e non la trattano come una pezzente.
Ma capita anche di imbattersi in persone così:"Quanti siete in famiglia?" "Tre"
"Reddito mensile?" "800 euro"
"Ce l'ha il piatto doccia?" "Si"
"Il bagno è in casa?" "Si"
"E allora di che si lamenta? Lo sa che c'è chi ha ancora il bagno sul ballatoio? O che non ha il piatto doccia? Lo sa? eh?" "Si, ma viviamo in 35 mq. Dormiamo tutti nella stessa stanza"
"Suo figlio quanti anni ha?" "6. Ormai è grande. Per aprire l'armadio devo spostare il suo lettino..."
"Si, si, ho capito...quante storie! I bambini fino a 8 anni possono dormire in camera con i genitori. Pensi a quelli che stanno peggio!"
"Ma...secondo lei quanto ci vorrà ancora?" "Almeno 3 anni. Voi siete fortunati. Prima bisogna dare una casa a chi ne ha davvero bisogno!"
Laura se ne va con le spalle curve, cerca di non piangere e si vergogna un po'. Forse è vero che loro pretendono troppo, che loro questa casa non se la meritano, che lei non se la merita.

Laura va a casa dei nonni a prendere Federico, lui è contento perché è stato nell'orto, le sorride e l'abbraccia.
Lei lo guarda e pensa che un bambino così una situazione migliore se la meriterebbe.
E forse anche lei si meriterebbe almeno un po' più di rispetto.
Marco ha quattro anni ed è un bambino molto intelligente.
I suoi genitori l'hanno tanto desiderato, ed ora sono orgogliosi di questo figlio così sveglio. Lui scrive, legge, conta e recita le tabelline.
Marco è "sopra la media".


Anche Andrea ha quattro anni.
Sua madre ha una vita difficile ed ha dovuto rinunciare ad allevarlo.
Lui è stato affidato ad una famiglia che lo ama, ma ogni giorno spera ancora che la mamma torni a riprenderselo.
Andrea è "un po' indietro".

Marco e Andrea si sono conosciuti all' asilo.
"Vuoi giocare con me?", ha chiesto il primo.
"Si", ha risposto il secondo.
E' nata immediatamente una grande amicizia. Fatta di giochi, complicità, litigate, lotte, lacrime e risate.

Improvvisamente Marco è cambiato: non voleva più essere il primo della classe, non voleva più imparare, non gli interessavano i complimenti delle maestre.
Lui aveva visto che Andrea era "un po' indietro" ed aveva deciso di fermarsi ad aspettarlo. Semplicemente.

All'asilo erano tutti molto preoccupati per questo bambino prodigio che aveva tirato i remi in barca.

Ma Marco ha stupito tutti ancora una volta.
Da bambino intelligente qual è, ha capito che aspettare Andrea non era sufficiente e così ha cambiato tecnica.

Marco ha preso per mano Andrea ed, invece di aspettarlo, ora lo aiuta nel suo cammino. Gli spiega le cose con una pazienza che nessun adulto riuscirebbe ad avere, lo accompagna passo per passo.

Andrea, nonostante tutto, è un bambino fortunato: a quattro anni ha trovato un amico vero.
...prima o poi la Finlandia le fa causa!

Mi rendo conto che scrivere oggi un post sul nuovo governo non sia il massimo dell'originalità, ma proprio non ho resistito!

Non dirò niente su Mara Carfagna, ministro delle pari opportunità.
La cosa è talmente ridicola da non meritare un commento.

La mia attenzione vorrei puntarla sul nuovo ministro della Difesa, nientepopodimeno che Ignazio ToroSeduto La Russa.
Si accettano scommesse: quanto ci metteremo a dichiarare guerra a San Marino???

Jane e Ciccio, teneramente abbracciati, guardano la valle che si apre sotto di loro.

Ciccio: "Ma che bei capelli che hai, amore mio"
Jane: "Ti piacciono?"
Ciccio: "Moltissimo!"
Jane: "Grazie"

Ciccio: "Che occhi languidi che hai, tesoro mio"
Jane: "Ti piacciono?"
Ciccio: "Si"
Jane: "Grazie"

Ciccio: "Che mani eleganti che hai: con queste dita affusolate da pianista"
Jane: "Ti piacciono?"
Ciccio: "Si"
Jane: "Grazie"

Mentre Ciccio continua a godersi la quiete della montagna, Jane ha uno dei suoi lampi di genio.

Jane: "...non le trovi un po' spoglie?"
Ciccio: "Cosa?"
Jane: "Le mie mani"
Ciccio : "Spoglie? In che senso?"
Jane: "Un po' nude"
Ciccio: "???"
Jane: "Guarda soprattutto la sinistra, senza alcun orpello"
Ciccio: "???"
Jane: "Così nuda che mi vien freddo...brrrrrrr"

Ciccio guarda la sua Jane con aria interrogativa, ma poi improvvisamente comprende.

Ciccio: "Ma amore mio, perché non me lo hai detto subito?"
Jane: "..." (gli occhi languidi accesi di speranza)
Ciccio: "Cucciolotta, lo sai che ogni tuo desiderio per me è un ordine!"
Jane: "..." (l'espressione del viso pietrificata nell'estasi)
Ciccio: "Domani ti compro un bel paio di guanti!...uahuahuahuahuahuahuah...."
Jane: "..." (...)
Ciccio: "...uahuahuahuahuahuah..."

Jane si riprende dallo shock e poi, guardando sorridente quel burlone del suo fidanzato, afferma: "Secondo te quanto sarà profondo questo burrone?"
Ciccio: "...uahuahuahuahuahuahuah....uh?" (il cialtrone, facendosela sotto, si allontana a grandi passi dallo strapiombo)


That's AMORE!

Il mio amore per Pennac nacque un pomeriggio in un supermercato, mentre mi aggiravo tra gli scaffali dei libri alla ricerca di qualcosa di originale.
Fui attratta da un titolo curioso: “La fata carabina”.
Da quel momento venni catapultata nel meraviglioso mondo di questo autore francese.

La sua ultima fatica, “Diario di scuola”, è un saggio che affronta le problematiche dell’educazione scolastica da un inedito punto di vista, quello del somaro.

..., la solitudine del somaro nella vergogna di non fare mai quello che è giusto! E il desiderio di fuggire...


Pennac,forte della propria esperienza come studente poco brillante prima e come professore di liceo poi, descrive il dramma di chi non capisce.
Propone soluzioni pratiche più che analisi sociologiche.
Egli trasferisce sulla carta la passione e l'ironia che l'hanno accompagnato anche nel proprio lavoro di docente.
Senza autocelebrazione, ma con l'umiltà di chi è consapevole delle proprie sconfitte.

Nessun professore è esente da questo genere di fallimenti. Ne conservo cicatrici profonde. Sono i miei fantasmi familiari, i volti fluttuanti degli studenti che non sono stato capace di tirar fuori...




Citazioni tratte da "Diario di Scuola", Daniel Pennac, edizioni Feltrinelli.
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