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Vi consiglio di dare un’occhiata a questo straordinario articolo sul sito del tgcom.
Certe perle devono essere diffuse e ammirate!

La notizia è vecchia e riguarda un tragicomico episodio verificatosi sul set di “PS: I love you”, una commedia romantica che ha come protagonisti la talentuosa Hilary Swank e quel GranPezzoDiFigliuolo di Gerard Butler.
Il bel Gerry doveva eseguire uno strip in boxer e bretelle e fingere di ferirsi con quest’ultime. Ma a farsi male, e sul serio, fu la Swank che venne colpita in fronte e dovette recarsi all’ospedale.

In occasione della prima americana della pellicola, il tgcom ha rispolverato la gustosa news.
Non si trattava certo di una inchiesta sul traffico di armi o un’intervista in esclusiva a Bush:
bastava prendere un vecchio articolo in inglese e pubblicarlo in italiano.
Peccato che il giornalista incaricato abbia pensato bene di tradurre “suspender”(bretelle) in SOSPENSORIO...Totò e Peppino docent!
Secondo il tgcom, l’aitante scozzese, armato di sospensorio, si sarebbe lanciato in un sexy strip, ma il marchingegno sarebbe partito per schiantarsi sulla capoccia della povera Swank, ferendola e mandandola all’ospedale....Ma fatemi il favore!!! Di cosa era fatto? Acciaio?!?!?

E’ sufficiente un traduttore online qualsiasi, come wordreference, per scoprire che suspender significa bretelle o al massimo giarrettiere.
Ripensandoci, forse ci è andata bene, rischiavamo di ritrovarci con un Butler in guepiere (odddio....che immagine devastante!)

Sentite come sono andate veramente le cose dalla voce dei due protagonisti

Pensavate che fossi stata rapita dagli alieni, vero?

E invece no! Sono solo presissima dalla mia vita "reale".
Non nel senso che stò passando un momento fantastico, che non mi lascia il tempo per scrivere, al contrario:
la mia famiglia sull'orlo del baratro,
il mio lavoro sfigato,
il mio compagno (e la sua ex moglie),
e la mia psicanalista (quanti fantastici post potrei scrivere al riguardo!)
occupano tutto il tempo e le energie a mia disposizione.

Che altro aggiungere? Buon Natale e Buon Anno!

Già che ci sono vi mando gli auguri anche da parte di Gerry

...la vita è dura, lasciatemi almeno qualche piacere!

Da Matthew
...cosa potrei fare senza i suoi occhioni e, soprattutto, senza le mie sorelline?!?!

E da Casa Cole
...E' bello, ne? L'ho fatto tutto io con le mie manine d'oro!

A presto...forse...

Note: this is a new kind of online protest that uses blogs to spread a petition globally. To participate, just add your blog by following the instructions in this blog post.
This not an issue of partisan politics, this is an issue of basic human rights and democracy. Please help to prevent a human tragedy in Burma by adding your blog and asking others to do the same. By passing this meme on through the blogosphere hopefully we can generate more awareness and avert a serious tragedy. As concerned world-citizens this something we bloggers can do to help.

How to participate
1. Copy this entire post to your blog, including this special number: 1081081081234
2. After a few days, you can search Google for the number 1081081081234 to find all blogs that are participating in this protest and petition.
Note: Google indexes blogs at different rates, so it could take longer for your blog to show up in the results.

The situation in Burma and why it matters to all of us
There is no press freedom in Burma and the government has started turning off the Internet and other means of communication, so it is difficult to get news out. Individuals on the ground have been sending their day-by-day reports to the BBC, and they are heartbreaking. I encourage you to read these accounts to see for yourself what is really going on in Burma. Please include this link in your own blog post.
The situation in Burma is increasingly dangerous. Hundreds of thousands of unarmed peaceful protesters, including monks and nuns, are risking their lives to march for democracy against an unpopular but well-armed military dictatorship that will stop at nothing to continue its repressive rule. While the generals in power and their families are literally dripping in gold and diamonds, the people of Burma are impoverished, deprived of basic human rights, cut off from the rest of the world, and increasingly under threat of violence.

This week the people of Burma have risen up collectively in the largest public demonstrations against the ruling Junta in decades. It’s an amazing show of bravery, decency, and democracy in action. But although these protests are peaceful, the military rulers are starting to crack down with violence. Already there have been at least several reported deaths, and hundreds of critical injuries from soldiers beating unarmed civilians to the point of death.

The actual fatalities and injuries are probably far worse, but the only news we have is coming from individuals who are sneaking reports past the authorities. Unfortunately it looks like a large-scale blood-bath may ensue — and the victims will be mostly women, children, the elderly and unarmed monks and nuns.

Contrary to what the Burmese, Chinese and Russian governments have stated, this is not merely a local internal political issue, it is an issue of global importance and it affects the global community. As concerned citizens, we cannot allow any government anywhere in the world to use its military to attack and kill peacefully demonstrating, unarmed citizens.

In this modern day and age violence against unarmed civilians is unacceptable and if it is allowed to happen, without serious consequences for the perpetrators, it creates a precedent for it to happen again somewhere else. If we want a more peaceful world, it is up to each of us to make a personal stand on these fundamental issues whenever they arise.

Please join me in calling on the Burmese government to negotiate peacefully with its citizens, and on China to intervene to prevent further violence. And please help to raise awareness of the developing situation in Burma so that hopefully we can avert a large-scale human disaster there.

Thank you.

Qui trovate il testo in italiano. Grazie a Mario l. per la traduzione.
Avete presente il biondino che fa la pubblicità delle suonerie da scaricare sul cellulare?
No? Questo tizio (con la faccia da pirla) sulla destra!

Mia sorella tutte le volte che lo vede si intristisce. E' preoccupata per lui, non si capacita che un ragazzotto con una faccia così pulita e simpatica (parole sue!) non riesca a trovare qualcosa di meglio da fare, ma sia costretto a questo indegno siparietto per portare a casa la pagnotta.

Ve lo chiedo per lui, per mia sorella e soprattutto per me, che non ne posso più di questa storia: conoscete qualcuno che sia disposto ad offrirgli un lavoro più dignitoso?...palo per una rapina, spaventapasseri, cavia umana? Se si, contattatemi!
Mi raccomando, il destino di questo ragazzo e la mia serenità famigliare sono nelle vostre mani!
Io sono una donna innamorata e sabato era il compleanno del mio Ciccio.
Così, dopo una luculliana cenetta, il film da vedere l’ho fatto decidere a lui.
Non che ci fosse molta scelta. Nell’unica multi sala raggiungibile in tempo utile davano: “Shrek 3”(già visto), “I Simpson” (gli omini gialli a Ciccio non piacciono), “Scrivilo sui muri” (…ohpercarità!) e “L’ultima legione”.
Com’era prevedibile ed inevitabile, il mio consorte ha optato per il film epico tratto dal libro di Valerio Massimo Manfredi.

Una scelta catastrofica: non ho mai fatto tanta fatica a restare sveglia al cinema!
Un filmetto al risparmio: allucinanti scenografie in cartapesta, costumi perfetti per una recita scolastica, effetti speciali ridicoli, combattimenti simili alle scazzottate alla Bud Spencer e Terence Hill, personaggi ridotti a macchiette, dialoghi stucchevoli, etc etc…
Perché attori come Ben Kingsley, Colin Firth e John Hannah abbiano accettato di partecipare a una tale vaccata mi è incomprensibile.

Bocciato su tutta la linea: assolutamente da non vedere!
La prima volta che ho visto questa locandina (...in italiano:"Sapori e Dissapori") ho pensato: “Un film così non lo andrò mai a vedere. Deve essere la solita commediola sentimentale, stucchevole e noiosa!”
Poi un’amica mi ha chiamata, mi ha chiesto un favore ed io mi sono ritrovata al cinema tra una coppietta di neosposi e una tizia che litigava al telefono col suo ex!...ma li trovo tutti io quelli che telefonano al cinema???

Iniziamo dai difetti: questo film sa tanto di “già visto”.
Non solo perché è un remake di una commedia con Castellitto (Ricette d’amore, 2001), ma perché ripropone uno dei temi più amati e abusati da Hollywood: un protagonista senza vita privata, completamente assorbito dal proprio lavoro, fino a quando qualcosa o qualcuno gli fa scoprire i veri valori della vita, e la sua esistenza da grigia e piatta diventa tutta rosa confetto! In questo caso il ruolo dell'"illuminata sulla via di Damasco" tocca ad una cuoca newyorkese.

Tra i pregi segnalo soprattutto una fantastica Catherine Zeta Jones che, oltre ad essere brava, in questa pellicola, è anche più bella del solito, più naturale, meno artefatta.
Ottima anche l’interpretazione di Abigail Breslin (“Little Miss Sunshine”), nuova piccola gallina dalle uova d’oro del cinema americano.

Su tutto, però, non è la sceneggiatura a spiccare, né gli interpreti o la fotografia, ma LA CUCINA!
Ho avuto l’acquolina in bocca per tutto il tempo, la ragazza seduta accanto a me non lo sa, ma ha rischiato seriamente che io le azzannassi un braccio!
Subito dopo il film sono corsa a casa ed ho razziato il frigorifero al grido di: “Una quaglia! Il mio regno per una quaglia!”

In definitiva, la mia prima impressione non era sbagliata: il film è stucchevole, ma comunque godibile, se non si hanno eccessive pretese.
Dopo la pausa estiva, a settembre si torna al cinema.
Giusto per buttarmi subito su i film impegnati, mi sono sciroppata “Shrek terzo”, “Sapori e dissapori” e “L’ultima legione”.

L’orco verde anche questa volta non si è smentito: disegni fantastici, personaggi esilaranti ed ottime trovate.
Accanto a Shrek e Fiona ritroviamo l’insostituibile Ciuchino, che io adoro follemente, ed il gatto-Banderas con gli stivali, che considero urticante, ma necessario.
In questo episodio, è stato ritagliato un posto di tutto rispetto anche per le principesse delle favole. La gang delle ragazze è costituita da una Bianca Neve con l’animo della leader, una Raperonzolo falsa come le sue extensions, una Cenerentola ossessivo-compulsiva ed una Bella Addormentata affetta da narcolessia.
Tra le novità, una menzione speciale va a Mago Merlino, descritto come un vecchietto adorabile, ma rimbambito, con ginocchia ossute in bella mostra e una passione per la New Age.

Il film è carino, ma ora basta!
Ormai la DreamWorks ha spremuto tutto lo spremibile dall’ orco con “le orecchie a trumma”(come dice la Giò).
Spero che Shrek venga finalmente mandato in pensione.
Lasciato tranquillo nella sua adorata palude con moglie, figlioletti e…Ciuchino!
In giro per la blogosfera imperversa l’ennesimo meme: “Confessate al mondo 8 cose su di voi: segreti, manie, etc…”
Sarà che sono curiosa come una scimmia, ma ho passato un’ora a girare per tutti i blog e a farmi gli affaracci degli altri.

A quanto pare la pigrizia è un tratto molto comune tra i blogger.
Io, che vorrei reincarnarmi in un incrocio tra una marmotta e un bradipo, non posso che sentire a me vicini personaggi come

1blogger
1blogger è capace di addormentarsi su qualsiasi superficie, con qualsiasi condizione meteorologica, luminosa o acustica circostante. Semplicemente chiudendo gli occhi.


e Viola
Sono di una pigrizia vergognosa, che se fosse per me farei sistemare un bel water in camera mia per non avere lo sbattimento di percorrere il corridoio per andare in bagno, mamma non vuole.


Finalmente ho trovato qualcuno che, come me, detesta che gli venga accarezzata la capoccia: non sono un cocker!

Alessia
Sono gelosissima dei miei capelli, non permetto di toccare i miei ricci a nessuno (eccetto il mio parrucchiere) e se lo concedo (in quelle rarissime occasioni ed a selezionatissime persone) solo le punte.
Ho litigato con l'anestesista in sala operatoria perché mi sono rifiutata di mettere la cuffietta verde per l'intervento.


Poi ci sono quelle stranezze che non si confesserebbero neanche al proprio cane, ma leggendo nel web, si scopre di non essere più soli

Amelia
Non riesco ad andare in bagno senza avere qualcosa da leggere. M’è capitato spesso di ritrovarmi a leggere il tubetto del dentifricio… Lo sapevate che i sali di fluoro, in forma ionica, servono alla remineralizzazione dello smalto, per combattere l’insorgenza della carie? Scommetto di no…
…io invece lo so, eccome se lo so!

Momo
Io odio essere fotografata, lo odio a morte eppure, nonostante io sia perfettamente consapevole che le foto mi fanno sembrare (QUASI sempre) più cessa di quanto non sia, talvolta prendo il cellulare e mi faccio veri e propri servizi fotografici. Peccato che poi cancello tutto perché sono venuta di merda e ci rimango pure male.

Io detesto essere fotografata, ma detesto ancora di più quando gli altri mi dicono “Ma guarda che sei venuta benissimo!”
“Benissimo? Benissimo? Tu mi vedi davvero così, con questa faccia da pirla qui? E ancora mi rivolgi la parola?”

Ma il premio per la mania più strana, a mio insindacabile giudizio, lo vince Bignardino con
Sono miope e porto le lenti a contatto, a casa però porto gli occhiali per comodità. Ma mi vedo talmente brutto con gli occhiali (tralaltro arrivo a spendere sempre più soldi per montature sempre più belle!) che non mi faccio vedere nemmeno dai miei genitori quando li porto! Infatti mi capita spesso di dare delle belle tranvate ai muri nella tratta camera-bagno o camera-cucina quando so che ci sono loro nei paraggi!
Ma tesoro, sono i tuoi genitori: ti hanno insegnato a fare popò nel vasino!
Supera questo taboo: passeggia orgoglioso per casa con le tue baricule!
Con il progetto help 2.0 molte persone si stanno impegnando per aiutare Gramos.
Le cure di cui necessita questo ragazzino sono molto care (circa 22.000 euro l'anno),noi possiamo cercare di aiutarlo tramite delle donazioni e firmando questa petizione.
Chiediamo alla ditta che produce i farmaci necessari, la Orphan Europe, di tenere conto dello stato di indigenza in cui versa la famiglia di Gramos e quindi di fornire gratis le medicine.
Correte a firmare!
Sabato 8 settembre, la Nuova Zelanda ci ha sfrittellato.



Mercoledì 12, gli azzurri hanno superato la Romania per 24 a 18. Partita non esaltante, ma che ha fatto ritrovare sorriso e speranze ai nostri.



Mercoledì 19 ci toccherà l'abbordabile Portogallo.

Sabato 29, giocheremo l'ultima partita del girone eliminatorio, contro gli scozzesi, desiderosi di vendicare la cocente sconfitta che gli abbiamo rifilato nell'ultimo "6 nazioni"...ancora mi brillano gli occhi a ripensarci!....



L'Italia di qualche mese fa sarebbe stata in grado di battere Portogallo e Scozia in scioltezza, e qualificarsi per il prossimo turno in tutta tranquillità. La nazionale attuale ancora non convince!

Forza ragazzi!!!!
Io intanto lascio Buddha in direzione della Francia che nonsisamai!




(Ovviamente tutte le immagini sono tratte dalle strisce dei Peanuts...ma le magliettine azzurre sono una mia "licenza poetica")
Mi sono sempre chiesta come mai la soap opera della famiglia Forester abbia avuto un tale successo in Italia.
Perché non "Sentieri", "La Valle di Pini", "Quando si ama" o "General Hospital" (le so tutte!!!)???
Perché proprio questa vaccata dove tutti si accoppiano con tutti e i figli sembrano più vecchi dei genitori?

Oggi, mentre mia madre stava davanti al televisore a bersi con aria rapita ogni parola che usciva dalla bocca del mascellone, ho deciso di fermarmi, sedermi e guardarmi una puntata intera e...finalmente ho scoperto il segreto del successo di "Biutiful".

Prestate attenzione a questo dialogo...
Donna con faccia di plastica:"Ti va del pollo fritto?"
Uomo fonato:"Si, sempre"
Donna con fdp:"Piccante?"
Uomo fonato:"Meglio il pollo speziato, che un cuore spezzato"


Tutta la mia ammirazione va equamente divisa tra coloro che scrivono le battute e gli attori che riescono a ripeterle senza scoppiare a ridere: questa si che è professionalità!

E' ovvio che questo gioiellino televisivo abbia avuto più successo di tutte le altre soap: l'ironia, l'intelligenza, il sottile sarcasmo di questi dialoghi sono inarrivabili!
Berlino. Ufficio Erasmus.
Decine di studenti provenienti da tutta Europa e appartenenti alle facoltà più diverse. Tutti accalcati in una stanzetta a compilare i moduli di registrazione e ad aspettare pazientemente il proprio turno.
Una babele di voci e visi che riempie di eccitazione.
La consapevolezza di vivere un’esperienza unica, un’occasione da cogliere, un'avventura da assaporare attimo per attimo.

Registrazione presso l'ufficio Erasmus, necessaria per essere immatricolati alla Freie Universitaet e rendere edotti gli atenei italici d'origine del proprio arrivo a destinazione.
Quando finalmente toccò a me, tutta sorridente consegnai il mio modulo e altrettanto sorridente salutai e mi avviai verso la porta.
"Aspetti un momento signorina"

Oh cavolo!
Che succede?
Lo sapevo: era troppo bello per essere vero!
C’è stato un errore?
Non ho vinto nessuna borsa di studio?
Vi prego non rimandatemi a casa!!!!!
Vi pregooooooooooo...

..."Si?"
"Lei è italiana e studia medicina?"
"Già"
"Abbiamo bisogno di lei"
"Di me?"
"Dovrebbe partecipare alla cerimonia di apertura dell’anno accademico"
"Cosa???????????"

Alla suddetta cerimonia doveva prendere parte un gruppo rappresentativo di Erasmus: giovani di diverse facoltà e diverse nazionalità. Alla collezione mancavano un italiano ed uno studente di medicina, io, per mia sfortuna, appartenevo ad entrambe le categorie.

"Sarebbe meglio che sceglieste qualcun altro. Io parlo pochissimo tedesco. Anzi, guardiamo in faccia la realtà, non lo parlo proprio!"
"Non c’è alcun problema, non dovrà parlare, ma solo sorridere e stringere la mano al rettore."
"Me lo giura?"
"Si"
"…"
"Allora?"
"Ok…ma so già che me ne pentirò"(ovviamente la conversazione si svolse in inglese!...echevelodicoafare!)

Arrivò il fatidico giorno.
Il mio piano diabolico consisteva nel mantenere un profilo il più basso possibile e cercare di mimetizzarmi con le piante che ornavano la sala.
Arrivare, annuire, sorridere e tornare a casa. Ce la potevo fare! Con un po' di fortuna avrei concluso la mattinata senza figuracce e imbarazzi.

Il mio progetto iniziò a scricchiolare appena vidi il posto assegnatomi: in braccio al rettore!
Altro che passare inosservata, stavo in prima fila, corridoio centrale, in pratica occupavo il posto d’onore tra tutti gli Erasmus presenti!

Il maestro di cerimonia era un tizio alto 1 metro e 50, con i capelli neri, ingellati, pettinati all’indietro ( “alla leccata di mucca”).
Mesi dopo lo rividi per caso in tv, nientepopodimeno che il Bruno Vespa teutonico!
Questi si lanciò in un interminabile discorso sull’importanza della fratellanza tra i paesi Europei e sulla bellezza e utilità di questi scambi culturali tra studenti, tutti concetti positivi, peccato però che il tono da lui usato fosse più adatto a delle truppe germaniche pronte a marciare sull’Europa, utilizzando noi poveri Erasmus come scudi umani!

Riprese la parola il rettore “Bla bla bla Jahr, bla bla bla, wichtig, bla bla bla, Studenten, bla bla bla…” , io, cogliendo una parola ogni tre, mi ritrovai inevitabilmente a pensare ai fattacci miei, fino a quando, con mio sommo orrore, mi resi conto che nella sala era calato il silenzio e che tutti erano girati verso di me!

Oddio che ho fatto?!?!?
Che vogliono tutti?
Mi voltai verso la ragazza che mi era accanto e lei mi ringhiò a denti stretti un “Che stai aspettando? Alzati, tocca a noi!”

Che figuradimerda!...e meno male che volevo mantenere un basso profilo!

Continua...

Prologo
1
2
3
Dopo un mese in giro per il sud Italia, i miei genitori sono tornati a Gianduiotto city carichi di pacchi e pacchettini.

Hanno proceduto alla distribuzione dei doni, neanche fossero i Re Magi.
Il primo è toccato a Diego, l’unico genero riconosciuto, dato che i miei si ostinano a considerare Ciccio una sorta di svista da parte della sottoscritta, un errore a cui presto porrò rimedio, un piccolo ostacolo nella costruzione della loro FAMIGLIA PERFETTA!
Mio cognato è stato omaggiato con un braccialetto in caucciù.
C’è stato un tempo in cui nessuno utilizzava questo materiale, ma da un po’ di anni a questa parte, è diventato un must: non sei nessuno se non possiedi almeno un braccialetto fatto con questo idrocarburo polimero (ho studiato)!
L'unica spiegazione per questo fenomeno è che dietro si nasconda un progetto degli uomini, per cercare di plagiare noi donne fino a convincerci che l’oro è superato e le pietre preziose assolutamente out: regaliamoci solo gioielli di gomma!!!
Poveri illusi, non ci fregano, noi lo sappiamo che “Un diamante è per sempre”…tiè!

A Maria è toccato un braccialetto, troppo brutto anche per l' uovo di Pasqua.
Questo si chiama Karma: la mia adorata sorellina, che io amo come…come…come una sorella appunto, è sempre stata una specie di calamita per regali. La gente la vede, la conosce, la ama e la riempie di doni. A Babbo Natale è venuta la lombalgia per colpa sua!
Di fronte al suo orrido gioiellino io e mio cognato ci siamo guardati in faccia scambiandoci un tacito messaggio “Giustizia è fatta”!

Infine è venuto il mio turno:
Mamma “Non sapevo cosa farti.”(tirando fuori un pacchetto)
Io “Non ti preoccupare mammina”(cercando di afferrare avidamente il regalo)
Mamma “Tu sei di gusti così difficili…”(continuando a trattenere il dono tra le sue manone)
Io “Ma stai tranquilla” (=“Molla l’osso”)
Mamma “All’inizio ti avevo preso una cosa, ma poi ho pensato che non ti sarebbe piaciuta, allora te ne ho presa un’altra, ma non ero sicura, poi c’era anche questo qua che mi piaceva…”(continuando ad estrarre roba dalla borsa, neanche fosse Mary Poppins)
Io “Wow, quanta roba. Grazie!”(=“Mamma, sono io JaneCole, la figlia minore, quella sfigata, LA FIGLIA DELLA SERVA. Da dove esce tanta improvvisa generosità? Non starai mica biecamente cercando di corrompermi?...Mamma non lo lascio Ciccio, neanche se mi offri un assegno…piuttosto prendo i soldi e scappo!”)

I miei adorati genitori mi hanno donato:
un bracciale, ma non in caucciù e neanche orrido;
l’ennesimo cofanetto portagioie
e poi
un Buddha intagliato nel legno e un crocifisso benedetto!

Evidentemente, con me non sanno più a che santo votarsi e per non sbagliare hanno deciso di chiedere aiuto a divinità differenti. Come quando, cercando lavoro, si mandano curriculum a destra e a manca: prima o poi qualcuno risponderà!


Nella generale italica indifferenza sono cominciati i mondiali di Rugby.
Fra 15 minuti la nostra nazionale scenderà in campo contro nientepopodimeno che gli ALL BLACKS!


Probabilmente ci tritureranno per benino. Le possibilità di vittoria che abbiamo sono le stesse che avrebbe la nazionale di calcio della Repubblica di San Marino contro il Brasile.
Ma l'importante è esserci e soprattutto uscirne a testa alta.
L'obiettivo dichiarato degli azzurri è qualificarsi, per la prima volta nella nostra storia, ai quarti di finale.
Chissà...io intanto tengo le dita incrociate!
Forza ragazzi!
Noi vi amiamo!Io vi amo!!!!

Aggiornamento:
Abbiamo perso......76 a 14......vabbè, andrà meglio la prossima volta!
Anche perchè peggio è difficile!
Il prossimo incontro degli azzuri è previsto per mercoledì 12 contro la Romania...bisogna avere fede...
Help 2.0 comincia a dare i primi risultati.
Sommando le donazioni delle prime 48 ore con quelle di una iniziativa simile tenutasi a luglio, si raggiunge la cifra di 1600 euro.
Con tale somma si può coprire la dieta di Gramos.
Un piccolo mattoncino è stato messo, ma bisogna continuare a darsi da fare, l’obiettivo finale è ancora lontano!

Fate un giretto sul sito di Morgan se desiderate avere notizie di “prima mano”.
Non avevo ancora deciso come rendere omaggio a Pavarotti, poi ho visto questi due video e li ho ritenuti perfetti per l'occasione.

Il mondo lo ricorderà soprattutto per i grandi eventi e gli improbabili duetti, anche se questi rappresentano solamente una piccolissima parte di una lunga e luminosa carriera.
Io voglio ricordarlo così, accanto al "mio amato" Bono.



Il destino ha voluto che l'ultima esibizione pubblica del tenore modenese fosse proprio in occasione delle olimpiadi invernali di Torino.
Big Luciano ha onorato la mia città con il suo ultimo "Vincerò".



Grazie.
...altrimenti non mi sarei mai imbattuta in un tale meraviglioso prodotto:"My super sweet sixteen".
In onda su mtv, in lingua inglese con sottotitoli in italiano.
Di che si tratta? Ovviamente dell'ennesimo "pseudo reality".

Mtv documenta l'organizzazione della festa di compleanno di sedicenni americane.
Le protagoniste non sono ragazze normali, ma giovani Paris Hilton in erba.
Figlie di papà, che nel loro paesello approfittano del proprio status per fare il buono e cattivo tempo.
Principessine della cittadina di provincia, che trattano chi non appartiene alla propria ristrettissima cerchia come rifiuti sociali.
Ce ne sarebbe già a sufficienza per detestarle, ma le cose peggiorano quando si assiste ai preparativi del party.

Sono finiti i tempi in cui per organizzare una festa di compleanno bastavano torta, beveraggi, patatine, uno stereo e tanti amici. Le future sedicenni hanno ben altre esigenze.

La location: a casa?Noooooooooo. "Papà mi affitti una villa con piscina?" "Ma certo bambina mia."

La torta: la mamma prepara un dolce?No!
Pasticceria sotto casa?No!
Per festeggiare l'evento il dessert scelto costa quanto un' utilitaria!

La musica: uno stereo?No!
Un amico dj?No!
Un dj professionista?Già meglio, ma se è possibile meglio una band che suona dal vivo...famosa, ovviamente!
"Mamma, Hillary Duff verrà al mio compleanno?"
"No, bambina mia, ha detto che non può. Ma le dispiace tanto. Aveva quella scocciatura del suo tour mondiale e non è proprio riuscita ad interromperlo per te"
"Ma mammaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa come sono sfortunata, la mia vita è proprio una schifezza!"
"Tranquilla tesoro, ora cerchiamo il numero di Jennifer Lopez."

L'abito.Per l'occasioce ci vuole un bel vestitino. Anzi no, meglio 3! Le fanciulle si inguainano in abiti da sera tutti tempestati di pailettes e si cambiano con una frequenza pari solo a quella delle vallette di San Remo.

Il regalo di mamma e papà. I 16 anni americani sono come i nostri 18, quindi ci vuole un bel regalo.
Le più sfigate si beccano un fuoristrada, la maggior parte una mercedes, quelle senza vergogna due auto, una per andare a scuola e l'altra per il week end.

Gli amici. Questo è il pezzo forte della trasmissione! Se per le altre cose può anche valere il classico concetto "parli solo per invidia", su gli amici proprio non transigo.
Stai organizzando il party del secolo? Allora inviterai le persone a te più care ed in più spargerai un po' la voce. Di solito più gente c'è meglio è, no?NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO "Invito solo le persone più cool della mia High School e gli altri li derido mentre si umiliano per avere un biglietto per la mia festa!"

Tutto questo fa schifo solo a me?
Ragazzine viziate, padri inzerbinati, madri troppo prese dal proprio personal trainer per occuparsi delle proprie pargole, ragazzi che stabiliscono la simpatia o popolarità di una compagnia di classe in base alla grandezza del conto in banca.

A vedere una trasmissione così si resta vittime di una strana repulsione-attrazione, per cui, anche se vorresti prendere a parolacce metà delle persone che appaiono in video, stai attaccata alla tv per vedere lo show fino alla fine, sperando sadicamente che la festa sia un flop clamoroso!

Chissà cosa pensa una sedicenne italiana media di fronte a questo gioiellino di mtv? Ho quasi paura a chiederlo in giro.
Che cos’è Help 2.0?
Fino ad oggi pomeriggio non lo sapevo.
Ora ve lo spiego come l’ho capito io. E’ un progetto, un’idea, una filosofia. E’ un po’ di tutte queste cose.
I blogger escono dal virtuale per impegnarsi nel mondo reale. Si sceglie un progetto, una causa e tutti assieme si da il proprio piccolo contributo e ci si impegna a diffondere agli altri la notizia.

Il primo di questi progetti è disarmante nella sua semplicità.
Gramos, un bambino kosovaro, è affetto da un grave malattia metabolica, la Tirosinemia. Le cure di cui necessita sono particolarmente care, circa 22000 euro l’anno.
Possono sembrare tanti soldi, ma se ognuno di noi mette un euro e convince quattro conoscenti a fare altrettanto, possiamo facilmente assicurare un anno di cure a Gramos.


Per sapere come si fa ad aderire leggete qua e capirete la sincerità, l’onestà ed anche la facile accessibilità dell’iniziativa.

Ovviamente io ho già aderito e questo mi ha preso 5 minuti della mia vita e 5 euro dal portafoglio…quindi non valgono le scuse tipo “vorrei ma non ho tempo” oppure “vorrei, ma non ho soldi”.

Mi raccomando!
13 anni sono pochi per affrontare la morte,
13 anni sono pochi per guardare in faccia la sofferenza,
13 anni sono pochi per perdere un amico.

A quell’età la vita è eterna e se ne vanno solo gli anziani, i nonni, i vicini di casa malati, ma gli amici no. Con loro pensi di avere a disposizione tutto il tempo del mondo, credi che li vedrai crescere accanto a te, diventare adulti assieme e se li perderai sarà solo perché la vita vi ha portato per strade diverse.
Ma alcuni se ne vanno prima e tu rimani stordito e incredulo.

Cosa avrei potuto dirti?
Cosa si può dire a una ragazzina di 13 anni che ha appena perso un amico di 15?
La tua sofferenza ha risvegliato la mia. La tua perdita mi ha ricordato le mie.

A Debby un cuore nuovo ha regalato dieci anni: troppo pochi, ma intensi e pieni della sua voglia di vivere. Le hanno permesso un grande amore e i progetti per un futuro che non si realizzerà.
La ricordo gracile e stanca su quel letto d’ospedale, ma ancora bella come è sempre stata e come sarà per sempre.

La Mari aveva avuto tutto dalla vita: una famiglia che l’adorava, tanti amici, un lavoro frutto della sua fatica e della sua abilità ed un amore che le riempiva il cuore. In pochi minuti ha perso tutto, e tutti noi abbiamo perso lei.
Delle volte mi aspetto di ricevere ancora una sua email in cui parla del suo “vecchietto” con quella tenerezza e quel pudore, che erano tutti suoi; delle volte mi sorprendo a pensare a lei come se fosse ancora qua.

Cosa avrei potuto dirti?
La vita è ingiusta, ma questo già lo sai, l’hai imparato che eri ancora una bambina.
Ora sai che la vita può essere anche assurda e breve.
Non ci resta che viverla e cercare di essere delle brave persone che danno e ricevono amore: tu sei già sulla buona strada, “piccolina”.
30 agosto
Arena di Verona.
Barbiere di Siviglia.

Io, caruccia caruccia, nel mio abitino nero.
Lui più sportivo.

Abbiamo tutto, non ci manca niente: biglietti, macchina fotografica, binocolo.

Cenetta romantica in piazza Bra.
Negozio di souvenir: programma e regalino alla “piccola”.

Inizia lo spettacolo e cominciano i lampi all’orizzonte.

Il primo atto scorre via.

Intervallo.
Altro shopping: dvd, cd, lampada per leggere il programma durante la rappresentazione…Ciccio è il mago del superfluo!

Secondo atto.
I lampi si fanno sempre più vicini.
Il tempo deve reggere, non può tradirci adesso, manca poco…



…ci ha traditi!
Arriva la pioggia, spettacolo interrotto, gli ultimi 15 minuti dovremo vederceli in dvd!

Dovrei essere arrabbiata: è tutta l’estate che la pioggia mi perseguita, ma la serata è stata talmente bella e Ciccio talmente fantastico, che sono ugualmente felice come una pasqua

Questa notizia merita le luci della ribalta di Radio Cole: è nato Simone!
Alle 10 di sera del 27 agosto ha fatto il suo ingresso nel mondo il "mio nipotino virtuale".
3kg di fascino e simpatia...Myspace Graphics

Il mondo è tuo, tuffatici!
Il 21 settembre in tutte le sale italiane uscirà “Funeral Party”(Death at a funeral).

Regia di Frank Oz, che in passato ha firmato altri film di successo come “In&Out” (1997),”La donna perfetta”(2004) ed il cult movie “La piccola bottega degli orrori”(1986).

Una tipica commedia british, irriverente e politically uncorrect.
Una famiglia si ritrova in occasione del funerale del padre, ma un vecchio segreto rischia di rovinare la reputazione del “dipartito”: i protagonisti saranno disposti a tutto per evitare lo scandalo.


Un cast numeroso, in cui spicca Matthew Macfadyen.
Il fascinosissimo Mister Darcy, “Pride & Prejudice”(2005), ritorna finalmente nelle sale italiane, parecchio ingrassato per esigenze di copione, ma sempre molto molto molto caruccio.



Da vedere assolutamente!
Mi dispiace, ma sono in piena fase "stà finendo l'estate, qua piove da tre giorni, come sono depressaaaaaaaa", quindi beccatevi questa iniezione di nostalgia!




Let's dance in style,
Let's dance for a while
Heaven can wait,
We're only watching the skies
Hoping for the best
But expecting the worst
Are you going to drop the bomb or not????

Let us die young or let us live forever
We don't have the power
But we never say never
Sitting in a sandpit,
Life is a short trip
The music's for the sad men

Can you imagine when this race is won??
Turn our golden faces into the sun
Praising our leaders,
We're getting in tune
The music's played by the madmen

Forever young, I want to be forever young
Do you really want to live forever
Forever -- and ever

Some are like water
Some are like the heat
Some are a melody and some are the beat
Sooner or later, they all will be gone
Why don't they stay young?

It's so hard to get old without a cause
I don't want to perish like a fading horse
Youth's like diamonds in the sun
And diamonds are forever

So many adventures couldn't happen today
So many songs we forgot to play
So many dreams swinging out of the blue
We'll let them come true

Forever young...
(Alphaville)

No, non voglio essere giovane per sempre.
Probabilmente non lo sono neanche più, è tutto relativo. I ragazzini di 15 anni sull'autobus mi danno del lei e io detesto la musica che ascoltano, i vestiti che indossano e le parolacce che dicono.
E poi so chi sono gli Alphaville, ero solo una bimba, ma me li ricordo...quindi sono proprio un'adulta.
Non c'è niente di buono a rimanere giovani per sempre: Peter Pan è un ragazzino insopportabile!
Ho deciso: da domani, giovedì 23 agosto, cresco!
Era ora!
Era da tempo che volevo dedicare un post a questa geniale trasmissione ed ora è giunto il momento!


Ingredienti:
una tata vestita come negli anni ’50, perfettina ed irritante, con lo stesso calore umano di un cadavere;
2 o più bambini, che avrebbero bisogno o di una bella dose di psicofarmaci, o di essere presi a mazzate oppure, come ultima possibilità, di un esorcista;
una mamma, schiava dei propri figli, depressa e perennemente sull’orlo di una crisi di nervi;
un padre che ha tutta l’aria di passare di lì per caso e a malapena si ricorda i nomi dei pargoli.

In queste famiglie si assiste ai più strani comportamenti: bambini di 4 anni che pasteggiano quotidianamente con il vino; padri che si divertono ad aizzare i figli uno contro l’altro nel gioco del "wrestling", ossia il "picchia pure il tuo fratellino"; piccoli funamboli esperti nel lancio di coltelli; genitori che per far addormentare i propri piccoli li portano in giro a mezzanotte, in modo che l’auto li culli!

La tata osserva, storce il naso e poi impartisce nuove regole di comportamento.
Nel giro di pochi giorni si assiste a trasformazioni talmente straordinarie da risultare quantomeno sospette: dove regnava il caos alberga la serenità, al posto di teppisti in erba troviamo principessine e piccoli lord.
Merito della tata?
Miracoli delle tv?
I bimbi sono stati sedati?...io propendo per l'ultima ipotesi!

La trasmissione è carina e divertente, ma io ci aggiungerei anche una visitina a sorpresa alla famiglia un mesetto dopo: con i genitori legati in mezzo al salotto mentre le belve, che hanno ripreso il controllo, mettono a ferro e fuoco la casa!
“Who is he? He’s nobody”
“He’s her choice and she’s our daughter”

tratto da "Il profumo del mosto selvatico"(A walk in the clouds, 1995).

ps: Ogni riferimento a fatti o persone realmente esistiti (o esistenti) non è affatto casuale
Sono tornata!
Ricominciano le trasmissioni…

I viaggi in treno hanno sempre il loro fascino.
La tratta Venezia-Torino, ad esempio, in qualsiasi periodo dell’anno e a qualsiasi ora è sempre affollatissima!
Negli anni ho trascorso infinite ore seduta nei corridoi, mentre i fortunati, che bivaccavano negli scompartimenti, mi guardavano con un misto di superiorità e compatimento: lo stesso sguardo che, nei giorni di pioggia, indirizzano gli automobilisti ai poveri tapini in attesa alla fermata dell’autobus.
Questa volta non mi sono fatta fregare! Sono salita a Verona fornita di prenotazione!
Mi sono dovuta lanciare al volo sulla prima carrozza che mi è capitata: la numero 4. Peccato che il mio posto fosse sulla 7.
3 carrozze possono essere molto difficoltose da attraversare, quando si ha con sé:
una borsetta da passeggio,
uno zaino pieno di regalini, gonfio come la sacca di Babbo Natale,
una borsa colma di libri ( 5kg di cultura medica)
e un trolley (6-7kg di abitini e scarpette)
…insomma: IL MINIMO INDISPENSABILE!
Lungo il tragitto ho lasciato morti e feriti, vittime delle mie inconsapevoli borsettate, e mi sono beccata insulti e maledizioni in svariate lingue e dialetti.
Dopo 15 minuti ho finalmente raggiunto il mio posto: carrozza 7, posto 94, mediano
…ovviamente: già occupato! La cosa è inevitabile da quando Trenitalia ha deciso di non segnalare più le prenotazioni. Ottima tecnica per stimolare le risse tra passeggeri!
Completamente stravolta, sudata e puzzolente, ho individuato il ragazzetto “monomarca” che, fresco come una rosa, occupava il mio posticino e con un filo di voce gli ho detto: “Scusa, ma il 94 è prenotato”.
Lui ha deciso di ignorarmi.
Io gli ho ripetuto:”Quel posto è prenotato”…poverino, così giovane e già ipoacusico.
A quel punto è stato costretto a degnarmi della sua attenzione: “Embè? Io dove vado?”

Risposte possibili:
a)E chissenefrega?
b)Dove vai non lo so, ma so dove ti manderò se non alzi subito il tuo sederino firmato!

Non ho utilizzato nessuna delle due opzioni, ma ho preferito la risposta più educata che in una situazione del genere mi è sovvenuta:
“Scusa, e io dove vado? La prenotazione l’ho pagata. Quello è il mio posto!”…ero troppo stanca, meglio di così non sono proprio riuscita a fare.

Per la cronaca: il fighetto si è alzato e mi ha lasciato il posto, guardandomi come se io fossi la più grande carogna sulla terra e lui, nella sua infinita bontà, mi stesse facendo un favore.
Delle volte essere ben’educate è un vero peccato.
Sarebbe stato così divertente riempirlo di simpatici insulti e fare una bella scenata: così liberatorio!
Anche se sono in vacanza, certe notizie non devono essere ignorate, ma diffuse il più possibile.
Sul sito di diarionotturno ho letto un post dedicato ad una vicenda di cui avevo già sentito parlare. In Texas un uomo è stato condannato alla pena di morte per aver portato in macchina un suo amico che, durante una rapina, aveva commesso un omicidio. Il condannato non era presente sul luogo del delitto ma una legge assurda lo condanna al "patibolo".
In un sistema giudiziario che funziona la pena dovrebbe essere certa e proporzionata al delitto!

Se condividete il mio sdegno: fate sentire la vostra voce!
La mia amica meruccia, mi ha segnalato questa notizia e io la giro a voi.
In Asia un monsone stà facendo centinaia di vittime e la notizia è spudoratamente ignorata dai mass media.
Date un'occhiata al sito di libero e spargete la voce.
In questi giorni ho avuto pochissimo tempo da dedicare al blog, è questo lo dimostra anche il fatto che mi sono ridotta a scrivere questo post alle 2:23 di mattina!
Domani parto per le vacanze: potrei tornare rilassata o sull'orlo di una crisi di nervi o completamente depressa, chi può dirlo?
Le uniche certezze che ho attualmente sono:
la mia valigia pesa quanto il mio fidanzato, che non è esattamente una libellula;
domani mattina dovrò svegliarmi alle 7 e ora sono già le 2:25;
queste saranno certamente delle vacanze indimenticabili!

Le trasmissioni di Radio Cole ricominceranno a pieno regime dal 19 agosto, ma non si escludono post sparsi qua e là nel frattempo, basta che io riesca a conquistarmi un posticino davanti al pc eliminando tutti i numerosi concorrenti.

Buone vacanze a tutti!

Il terzo giorno di permanenza a Berlino mi recai allo studentato per prendere possesso della mia stanzetta.
La mia idea di "casa per studenti" era stata distorta da tutta la filmografia americana di cui mi ero nutrita fino a quel momento.
Schlachtensee, questo era il nome dello studentato, era completamente diverso da come me l'aspettassi.Una quantità di piccoli edifici, alti al massimo tre piani, sparsi in una via di mezzo tra un boschetto ben tenuto e un parco abbandonato. Vi erano una segreteria, un pub, una macchinetta che distribuiva preservativi e gli alloggi di noi studenti.
Si trovava in una zona residenziale della città, distante km e km da qualsiasi forma di svago. Vicino vi erano solo condomini e villette: la morte sociale!
Dimenticavo: eravamo solo stranieri! I tedeschi se la spassavano in centro, mentre noi eravamo stati ammassati in periferia.

Io ero stata assegnata all'Haus 17 (cominciamo bene!). L'iter era il seguente: le segretarie ti facevano firmare il contratto d'affitto, ti assegnavano una stanza, ti dotavano di cartina e poi iniziava la caccia al tesoro. Detto così sembra semplice, peccato che le indicazioni per l'alloggio non fossero del tipo casa 17, secondo piano, interno 3, nooooooooo...ti veniva dato un codice infinito di cifre, con il quale sarebbe stato più semplice aprire il caveau di una banca in Svizzera piuttosto che trovare la propria camera!
Dotata del senso di orientamento di un novantenne malato di Alzheimer, riuscì miracolosamente a trovare la mia Haus. All'ingresso fui intercettata da un ragazzone keniano, alto due metri e largo quanto un armadio che, notando la mia aria smarrita da "leprotto accecato dai fari di un auto", si mise il mio zaino sulle spalle e letto il mio codice mi scortò in un batter d'occhio davanti alla mia porta.

L'arredamento era costituito da una scrivania, un armadio, un letto ed una libreria in precario equilibrio sul davanzale. Ero finalmente a casa!

La prima, di una serie infinita di persone incredibili che conobbi a Schlachtensee, fu Lola "aus Madrid". La ragazza che occupava la stanza accanto alla mia.
Non riuscirò mai a dimenticare i nostri primi cinque minuti di conversazione. Ci incrociammo sul ballatoio, entrambe appena arrivate e quindi desiderose di fare amicizia, e lei iniziò a parlare, parlare, parlare e parlare.
Io non capivo nulla, anzi non capivo neanche quale assurdo idioma stesse usando. Dall'accento era indiscutibilmente spagnola, ma la lingua con la quale si rivolgeva a me, sembrava tutto tranne che latina. Cercai di cogliere disperatamente qualche parola, non mi sembrava inglese, ma, per quanto lo parlassi poco, non mi sembrava neanche lontanamente tedesco.
E invece no,mi sbagliavo, era proprio l'"odioso idioma crucco" (copyright di Eli)!

Lola parlava probabilmente il miglior tedesco di tutto lo studentato, all'esame scritto di lingua dell'università ricevette anche i complimenti della commissione, ma c'era solo un piccolo problema: usava lo stesso ritmo e lo stesso accento dello spagnolo, col risultato che, di primo acchito, non ci si capisse proprio nulla.
Per iscritto sembrava Goethe, ma a voce assomigliava di più a Raffaella Carrà quando vuole fare la poliglotta.

Lola ed io, dopo essere riuscita faticosamente a comunicare, ci lanciammo nell'esplorazione degli spazi comuni. Per ogni piano gli studenti avevano a disposizione cucina, bagni e docce rigorosamente misti (unisex).
La cucina era inimmaginabile, sembrava uscita da uno di quei film sui sopravvissuti ai disastri atomici. Sporcizia ovunque, piatti sporchi appoggiati su ogni superficie utile, un dito di unto anche sulle pareti, pentole e padelle con resti di cibo accatastate davanti alla finestra.
Dopo un tale spettacolo io andai al supermercato a fare la spesa (è proprio vero che ci si adatta a tutto) e la mia nuova amica spagnola si chiuse nella sua stanzetta, probabilmente a piangere.

Tornata allo studentato incrociai Marco, un ragazzo di Bolzano, che cercava Simone...

"Hai visto Simone?"
"Chi?"
"Simone, quello di Genova, abita qua al terzo piano"
"No, non so chi sia, perché?"
"E' arrivato dall'Italia in macchina, ha portato tutto: stoviglie, parmigiano, caffè. Cenerò con lui"

Lo so cosa state pensando: che tristezza, giovani italiani all'estero che si comportano come gli emigranti degli anni '60 e si mettono in gruppo a mangiare spaghetti. E la globalizzazione?L'Europa unita?
Avete perfettamente ragione, ma...

"Mi posso autoinvitare?"
"Certo, più siamo meglio è"

La mia prima cena allo studentato Schlachtensee di Berlino consistette in un piatto di spaghetti burro e parmigiano, in compagnia di Marco di Bolzano, Simone di Genova e Anna di Venezia.
La globalizzazione poteva attendere!

Continua...

Erasmus (2.Wilkommen in Berlin)
"Domani nella battaglia pensa a me" di Marias Javier, edizioni Einaudi.

Madrid.
Il protagonista, Victor, cena a casa di una donna, Marta, che conosce appena.
Lei ha un marito, partito per un viaggio di lavoro a Londra, e un figlio piccolo, che con molta fatica viene messo a dormire.
L'uomo e la donna finiscono sul letto a baciarsi, sembra il classico inizio di una notte "mordi e fuggi", ma l'imponderabile accade: improvvisamente Marta avverte un malore e nel giro di pochi minuti muore.

Victor non riesce a superare questa notte fatale, si informa, indaga, il mistero di una vita che non conosce e di una morte di cui è stato l'unico testimone lo affascina e imprigiona, ne è "haunted", come ama ripetere l'autore.

Un libro molto particolare, che inizialmente intriga, ma dove più che l'azione prevalgono la parola e il pensiero.
Sicuramente un'opera "lenta", ma di una lentezza voluta e studiata.

Marias pare innamorato della propria scrittura e del proprio stile.
Un critico, non ne ricordo il nome (mi informerò), definì Lawrence ("L'amante di Lady Chatterley") uno degli autori più intelligenti del proprio tempo, tanto consapevole di questa sua dote, da cercare di farla emergere ad ogni riga, finendo con l'essere noioso.
Sposo completamente questo giudizio, ma per applicarlo allo scrittore spagnolo.

Il libro è da leggere, ma preparatevi ad amarlo e odiarlo alternativamente.

Ieri pomeriggio, approfittando dell’assenza di Ciccio e Diego, la mia sorellina ed io siamo andate a cercare un po’ di refrigerio all’interno di un cinema.

Ovviamente sono andata a vedere “Harry Potter e l’ordine della fenice” eCheVeLoDicoaFare?!?!?
Non sono una grande appassionata dei film della saga. Sono andata a vederli tutti, ma esco sempre insoddisfatta per i tagli fatti alla trama e per la caratterizzazione dei personaggi.

Tutto sommato questa pellicola è meno peggio delle altre: la sceneggiatura è scorrevole e abbastanza aderente all’originale, ed anche gli effetti speciali sono decisamente migliorati.

Hermione dal terzo film in poi è stata orrendamente snaturata. Oltre ad essere onnipresente, è distante mille miglia dall’adorabile personaggio creato dalla Rowling. La riccia dei libri è una fantastica “knowitall”, un po’ pedante, ma molto dolce; la protagonista dei film è una via di mezzo tra wonderwoman e una cheerleader.

La strabordante Hermione riduce lo spazio per il povero Ron, che risulta essere, come sempre, il più penalizzato. Ed è un vero peccato considerando che Rupert Grint è l'attore più talentuoso del trio.

Daniel Radcliffe (Harry) fornisce un'interpretazione mediocre ed anche se è migliorato con gli anni (peggiorare era difficile) rimane sempre un passo indietro rispetto agli altri giovani e un abisso sotto i mostri sacri che danno corpo e voce agli adulti.

Sorprendente Luna, nel film anche meglio che nel libro. La ragazzina che è stata scelta per la parte, Evanna Lynch, è talmente brava da chiedersi se sia così anche nella realtà o se il suo sia un grande talento.

Regale, elegante e sexy Jason Isaacs che con le poche scene a sua disposizione tratteggia un Lucius Malfoy per cui molte donne, me compresa, sarebbero pronte a fare pazzie.

Imelda Staunton, che interpreta la Umbridge, è perfetta, ma del resto da un attrice del suo calibro non ci si poteva aspettare niente di meno.

Gary Oldman è un grandissimo, ma il suo Sirius in questo film mi ha convinta poco. Trasformato in un dandy dai capelli cotonati, lontano dall’uomo tormentato e scontento del libro.

Come ogni potteriana che si rispetti non potrò mai essere soddisfatta al 100% di un film tratto dai libri della Rowling, ma “L’ordine della fenice” la considero la trasposizione cinematografica migliore dopo “La pietra filosofale”.

Ps: ehi tu!Dico a te!Si, proprio a te, il cretino seduto davanti a me al cinema! Non si tiene acceso il cellulare e soprattutto non si risponde alle telefonate. Sei riuscito a intrattenere tre conversazioni telefoniche durante un solo film. Volevi stabilire un nuovo record? O semplicemente vedere quanto tempo avrebbero potuto resistere gli altri prima di prenderti a randellate?

"Harry Potter and the Deathly Hallows".

607 pagine in due giorni.
Sono arrivata a leggere l’ultima parola, dell’ultima riga, dell’ultima pagina, dell’ultimo capitolo, dell’ultimo libro della saga di Harry Potter alle 4:40 di mattina.
Sono completamente pazza? Può darsi.
Ma girando per i vari forum dedicati al maghetto, mi sono consolata sapendo di non essere certamente l’unica matta e neanche la più vecchia. Anzi ho notato che più il potteriano è stagionato più è fanatico!

Non voglio dare nessuno spoiler, ma mi limiterò a dire che il libro mi è piaciuto molto, anzi moltissimo.
Sicuramente ha qualche difetto: un po’ lento l’inizio, fin troppo pregna di avvenimenti la terza parte e un po’ debole e fuori del contesto l’epilogo.
Ma questa lettura mi ha comunque appassionata, divertita e commossa.
Ho pianto come un vitello in più di un’occasione. Ho adorato tutti i personaggi, sia positivi sia negativi.
Ron, Neville e Luna hanno avuto finalmente lo spazio che meritavano.
I buoni sono rimasti buoni, ma hanno dimostrato un lato più umano, ricco d’imperfezioni, più vicino alla realtà e meno alla divisione netta tra bene e male che appartiene all’infanzia.
I cattivi sono rimasti delle carogne, ma in alcuni casi hanno dimostrato di avere un cuore, una debolezza, di poter esprimere affetto anche se solo nei confronti di un' unica persona o della propria famiglia.
Voldemort no! Lui è il male assoluto, senza sfumature.

Consiglio di non leggere il libro in pubblico. In questo modo eviterete lo spettacolo imbarazzante, per voi e per chi vi sta a guardare, di adulti che singhiozzano come bimbi per le vicende di Harry e compagnia.

Di frasi stupende nel sesto volume ne ho lette tante e sicuramente in futuro ne citerò a bizzeffe nel blog, per ora vi lascio con:

“He must’ve known I’d run out on you”
“No. He must’ve known you’d always want to come back”
Iniziai a mettere in pratica il mio piano di fuga fin dai primi giorni di vita nella nuova casa.
Ben presto, grazie alle mie innate doti atletiche e ad Alice, che usavo come scaletta, fui in grado di uscire dalla vasca, ma le cose si rivelarono più difficili del previsto.
Quell' appartamento era immenso, ogni volta che pensavo di aver trovato una via di uscita, finivo solo in una nuova stanza.

Stavo cominciando a perdere le speranze, quando improvvisamente si materializzò una nuova opportunità. La Riccia che si occupava di noi prese l’abitudine di portare la vaschetta all’esterno per farci godere un po’ di sole.
La cosa era estremamente piacevole: mi mettevo ad X a prendere la tintarella, bevevo una pinacolada e leggevo una di quelle fantastiche riviste di gossip. Briatore divenne il mio eroe!
Ma la cosa più positiva era che venivamo lasciati da soli per ore.
Era il momento di tentare la grande fuga!
Zompai fuori dalla vaschetta più leggiadro di Nurayev e mi preparai ad affrontare il mio guardiano. Una specie di gatto dal pelo stopposo, lo sguardo vitreo e poco amore per il movimento.
Eravamo entrambi nella stessa posizione: prigionieri e in balia di questi bipedi insignificanti. Volevo provare a fargli capire che avremmo dovuto allearci e spalleggiarci contro il nemico.
E nel caso non avesse ceduto, ero pronto a prenderlo a testate: con la dolcezza si ottiene tutto!
Di fronte al felino mi trovai un po’ in difficoltà; sembrava insensibile ad ogni mia supplica, impassibile di fronte a tutte le mie chiacchiere, decisamente…statico.
Mi venne il dubbio che fosse passato a miglior vita, mummificato sotto il sole, ma improvvisamente capì: il micio era finto quanto la palma della vaschetta! Un astuto congegno di sicurezza.
Passai direttamente al piano B: lo presi a testate in modo da toglierlo di mezzo e di fronte a me si spalancò il meraviglioso mondo delle tartarughe libere.
Mi restava da superare solo un piccolissimo problema: un volo a caduta libera di un piano. Dopo tutto questo tempo, tutti i gamberetti insipidi che avevo dovuto ingurgitare, le due compagne di acquario che avevo dovuto sopportare, la vocetta stridula della Riccia che avevo dovuto ascoltare, non potevo permettere che qualche metro di vuoto potesse fermarmi.
Mi feci coraggio, chiusi gli occhi e mi gettai…


Cadendo avevo perso i sensi, non mi ero sfracellato, ma era già buio quando rinvenni e dalle urla che sentivo attorno a me, capì che i bipedi si stavano dando da fare per cercarmi. Decisi di starmene buonino al mio posto, senza muovermi, aspettando il sole per intraprendere il mio viaggio.

Cercate di capirmi: la notte era lunga, io ero molto stressato e stanco. Mi addormentai come un sasso e la mattina dopo, prima ancora che potessi muovermi, i mammiferi mi ritrovarono! In quel momento più che l'erede verde di Chuck Norris mi sentì come il figlio scemo di Willy il Coyote!

Dovevo ricominciare tutto da capo, il mio immenso ego ne risentì parecchio, la mia autostima perse molti punti. Decisi, comunque, di non mollare e quando mi si presentò una nuova occasione, la colsi al volo.

(Questo racconto è dedicato alla mia amica Betty, che in questi giorni ha bisogno di sorridere un po').


Continua...

Io e Boris(quinta parte)
Che periodaccio!
Non solo si è conclusa la saga di Harry Potter, ho finito il libro da due giorni e sono già in crisi di astinenza, ma stasera hanno anche trasmesso l’ultima puntata di "Will and Grace".

Ma allora me lo fate apposta?
Vi divertite a privarmi di tutto ciò che mi piace?

Dopo 8 gloriose stagioni, una delle sitcom più esilaranti degli ultimi anni chiude i battenti.
Niente più Will, niente più Grace e ciò che è più grave: niente più Jake e Karen. Lui così meravigliosamente frivolo e vanesio, lei ninfomane e mentalmente disturbata!...adorabili!

Mi farò forza, cercherò di andare avanti lo stesso.
Intanto potrei rileggermi tutti gli Harry Potter…buona idea!


Ps: Esisterà una clinica per disintossicarsi dal maghetto britannico?


Rettifica: Italia1 e i suoi "maghi" della programmazione, da oggi (27/7) hanno ripreso la messa in onda di tutti gli episodi di "Will and Grace" a partire dal primo...meglio che niente!


And sometimes there has been two of us

And sometimes there has been one

And sometimes you’ve been with me

And sometimes you’ve been gone

And sometimes you’ve been a bolted door

And sometimes you’ve been a key

And sometimes you’ve been a stranger

And sometimes you’ve been me.



Qualche volta noi siamo stati due
Qualche volta siamo stati uno
Qualche volta tu eri con me
Qualche volta eri lontano
Qualche volta sei stato una porta chiusa
Qualche volta ne sei stato la chiave
Qualche volta sei stato un estraneo
Qualche volta sei stato me.

Poesia tratta dal film “Cheeky” (2003). Scritto, diretto e interpretato da David Thewlis.

Considerando che Thewlis scrive poesie e che ha scritto la sceneggiatura del film è altamente probabile che sia stato lui stesso a comporre questi versi, ma ammetto di non averne la certezza...se pensate di averlo già visto, ma non vi ricordate dove, vi risparmio la fatica di cercarlo su Google: è l'attore che interpreta il professor Lupin nei film di Harry Potter (in questo periodo sono monotematica, abbiate pazienza!)
...sono una cretina!

Lo so che molti di voi già lo sospettavano.

Mi ero autoconvinta che Harry Potter in Italia sarebbe giunto in ritardo rispetto ai paesi di lingua inglese. Non so da cosa nascesse questa mia idea, probabilmente proprio dal fatto che sono una cretina!

Qualche giorno fa mi sono affaccendata per prenotare il libro su internet ed oggi facevo i conti di quanti giorni ci sarebbero voluti perché mi arrivasse a casa.

Stasera sono andata da Blockbuster, sotto casa mia, ed indovinate cosa faceva bella mostra di sé sugli scaffali dei libri? Harry Potter and the Deathly Hallows.
Senza pensarci due volte l'ho abbrancato e mi sono precipitata a casa a cancellare l'ordine che avevo fatto in IBS (Internet Book Shop).

E' vero sono una cretina, ma ora sono una cretina felice, HP (il libro) è qua, accanto a me...

ed io mi ci tuffo...

quando riemergo dalla prima immersione, vi dico com'è andata!
Non ho mai avuto una grande passione per la musica di Irene Grandi, ma devo dire che il suo ultimo singolo mi piace proprio.
Non per la melodia orecchiabile, ma soprattutto per il testo, opera di Francesco Biancone dei Baustelle...gruppo che fino a 5 minuti fa mi era assolutamente ignoto (www.baustelle.it).


Bruci la città
e crolli il grattacielo
rimani tu da solo
nudo sul mio letto.

Bruci la città
o viva nel terrore
nel giro di due ore
svanisca tutto quanto
svanica tutto il resto.

E tutti quei ragazzi come te
non hanno niente come te
io non posso che ammirare
non posso non gridare

che ti stringo sul mio cuore
per protegerti dal male
che vorrei poter cullare
il tuo dolore il tuo dolore.

Muoia sotto un tram
più o meno tutto il mondo
esplodano le stelle
esploda tutto questo.

Muoia quello che è altro
da noi due almeno per un poco
almeno per errore.

E tutti quei ragazzi come te
non hanno niente come te
io vorrei darmi da fare
forse essere migliore

farti scudo col mio cuore
da catastrofi e paure
io non ho niente da fare
questo e quello che so fare

Io non posso che adorare
non posso che leccare
questo tuo profondo amore
questo tuo profondo
non posso che adorare
questo tuo profondo



Tanto è bello il testo quanto è inguardabile il video! Un'orrido omaggio a quella malsana invenzione che è "Second life". Luogo che non ho mai frequentato e che, dopo averne vista l'orribile grafica, sicuramente non frequenterò mai!

Di solito quando propongo un brano che mi piace utilizzo un link a youtube, ma dato che volevo assolutamente evitare che nel mio Blog apparisse il video, mi sono messa alla ricerca di una versione solo audio e sono finita in questo fantastico sito: songscodes. Qui potrete trovare tantissimi codici per inserire canzoni su i vostri blog e potrete anche richiederne altri! Giuro che non mi hanno pagata per fargli la pubblicità, ma è così bello trovare ciò che cercavi senza alcuna fatica!


Irene Grandi – Bruci La Città



La pena di morte delle cinque infermiere bulgare e del medico palestinese è stata ufficialmente commutata in ergastolo.

Ci vorranno altri magheggi simil diplomatici perchè questi cinque capri espiatori possano finalmente lasciare la Libia e tornare nei propri paesi a scontare la pena :PER UN CRIMINE CHE NON HANNO COMMESSO!

...non riesco neanche ad immaginare come possa sentirsi qualcuno che viene accusato di un crimine orribile e che è costretto a subire una condanna anche se tutti, compresi i suoi accusatori, sanno perfettamente che è innocente.

Non ho più parole per esprimere quanto schifo mi faccia tutta questa faccenda!

Il mio tennista italiano preferito degli anni ’90 fu Cristiano Caratti. Croce e delizia, speranza e cocente delusione del nostro tennis.
Il più talentuoso di tutti gli azzurri di quel periodo, con un gioco agile e aggressivo, dotato di un potente rovescio che gli valse il soprannome (orribile) di “Caratti Kid”.

Piemontese, nato ad Acqui Terme il 24 maggio del 1970, entrò a far parte del circuito professionista nel 1989.
Solo due anni dopo, nel 1991, sembrò giunto il grande momento per lui , l’inizio di una favolosa scalata. Raggiunse i quarti di finale all'Australian Open, il primo italiano dopo 30 anni ad ottenere un risultato simile in uno Slam. Si qualificò per la finale del torneo di Milano, dopo una memorabile vittoria su Ivan Lendl in semifinale.
Grazie a questi ottimi risultati diventò numero 26 della classifica ATP.

Ma quell’anno non rappresentò l’inizio dell’ascesa per Caratti, all’opposto fu l’unico anno positivo seguito da un’inesorabile discesa verso il dimenticatoio!
Partecipò alle olimpiadi di Barcellona, venendo eliminato al primo turno.
Vinse sette challenger (tornei minori), ma solo raramente riuscì ad imporsi in qualche partita nel circuito maggiore.
Gli sponsor che non l'avevo mai particolarmente apprezzato , forse perché non abbastanza "personaggio", lo abbandonarono e Caratti fu costretto ad autofinanziarsi per molti anni.

Da cosa dipese una tale inversione di tendenza nella sua carriera è impossibile da comprendere: forse una perdita di fiducia nei propri mezzi, che lo rese irrimediabilmente debole mentalmente. Il classico tennista che ha paura di vincere.

Attualmente vive e lavora presso il Lakecliff in Texas.
Per ulteriori informazioni e per mettervi in contatto con lui : www.cristianocaratti.com
"Le tue parole scivolano sul piano inclinato della mia
indifferenza"

Anonimo campigliano

Un'espressione fantastica! L'unico problema è ricordarsi di dirla al momento giusto e soprattutto mantenere la faccia seria: se si scoppia a ridere a metà perde gran parte del proprio effetto.

Fino all'altro giorno non sapevo neanche cosa fosse un MEME.
La mia vita era filata via tranquilla anche essendo all'oscuro di questa forma di catena di Sant'Antonio tra blogger.
Non bastano le email, che prima ti regalano perle di saggezza da biscottini della fortuna e poi ti predicono tutte le peggiori iatture se non le inoltrerai a 10 tuoi cari amici (che da quel momento non ti rivolgeranno più la parola) entro 30 secondi.

Sapevo che prima o poi questa patata bollente sarebbe arrivata anche a me, era nell'aria, mi girava attorno tipo squalo pronto a colpire: prima Ross, ma per fortuna la cara ragazza non l'ha inoltrato a nessuno, poi Alessia che ha scelto solo vittime di sesso maschile (anche questa volta ero salva!)ed infine Ranabottola...grazie caro!

Iniziamo...

Vacanza al mare, in montagna o altro?
L'ideale sarebbe una settimana in giro per una bella città tutta da scoprire e poi un'altra settimana al mare: a prendere il sole, con 3 cm di protezione addosso altrimenti mi ustiono; fare il morto in acqua, ogni tanto posso anche dare qualche bracciata, ma con moderazione, altrimenti che vacanza è? E deliziarmi con meravigliose cenette a base di pesce!

Da evitare come la peste: la barca a vela! Esperienza che ho già fatto e che non voglio ripetere finché campo!...prima o poi vi racconterò quel fantastico viaggio!

Cosa apprezzate di più delle vacanze?
La libertà assoluta di oziare senza sentirsi in colpa.
E la bellezza di avere solo fondamentali preoccupazioni che ti assillano tipo: il museo sarà aperto? che mi metto stasera? Dove ho messo l'autan?

Se ci andate, dove andate quest'anno e in che periodo?
Andrò in montagna in Trentino. Probabilmente le prime due settimane d'agosto.
Lo so che ho detto che mi piace di più il mare, ma al cuor non si comanda e il mio "ammmore" vive tra i monti e ad agosto lavora. Del resto ci sono indubbi vantaggi, tipo il clima molto più sopportabile, i paesaggi meravigliosi, e il succitato amore!

Quale vacanza sognate?
Va bene qualsiasi cosa, basta che sia una vacanza. Certo che, se devo proprio spararla grossa, direi un mese in Nuova Zelanda!


Il meme non lo inoltro a nessuno, prima di tutto perché da due anni praticamente vivo a braccetto con la sfiga, quindi sono vaccinata!
Poi non saprei a chi rifilare la fregatura: i blog che frequento ne sono già stati infettati. Gli unici blogger ancora salvi sono Diarionotturno e l&f, ma a loro un dispetto così non lo faccio...ringraziate ragazzi, ringraziate!
Una di quelle mattine in cui ti svegli già stufa!

Senza nessuna voglia di lavorare, ancor meno di studiare e con l'astio verso tutti quelli che ti stanno accanto.

Te ne vorresti stare buona buona in uno sgabuzzino, senza finestre, magari con l'aria condizionata, a leggere un libro e a guardare senza soluzione di continuità il DVD di Donnie Darko: giusto per essere sicura che la tua alienazione sia completa! Ti eserciti anche a fare il suo sguardo da pazzo, ma dato che il destino ti ha regalato lo strabismo di Venere, quando provi a guardare dal basso verso l'alto più che a Jake Gyllenhaal assomigli a Igor di Frankenstein Junior.

Nonostante tutto, decidi di uscire di casa.

Alla fermata dell'autobus un'impalcatura attira la tua attenzione.
Là sopra, appollaiato, si trova un muratore che, in barba a tutte le regole di sicurezza, è vestito solo di: un cappellino da baseball, guanti da lavoro, scarponcini ed un paio di mini-mini-mini pantaloncini di jeans.
Fisico scolpito, tatuaggio sulla spalla ed un velo di sudore che lo rende lucido al punto giusto.
Una via di mezzo tra il protagonista di una vecchia pubblicità della Coca-Cola e un California Dream Man.

...la giornata ha acquistato finalmente un senso!
Mi hanno perso le valigie!Mi hanno perso le valigie!Mi hanno perso le valigie!

...con quest’unica frase nella testa mi diressi all’ufficio della Lufthansa dove mi trovai di fronte ad un’impiegato giovane, teutonico e decisamente belloccio.

Dato che il mio tedesco di allora, mi avrebbe permesso conversazioni fluenti solo con bambini di più o meno quattro anni, optai immediatamente per l’inglese e con lo sguardo pallato esclamai: “Lufthansa lost my baggage!”
Il bel impiegato mi dedicò un sorriso indulgente e mi assicurò di stare tranquilla: la sua ditta non aveva perso i miei bagagli, bastava che gli dessi tutti i dati e lui li avrebbe immediatamente localizzati.
Meglio di un segugio!
Gli diedi il mio biglietto aereo e attesi; lui iniziò a cercare sul proprio terminale, e più cercava, più il sorriso gli si faceva meno brillante. Dopo due minuti sollevò lo sguardo, atteggiò il viso ad una smorfia tra il contrito e lo stupito ed affermò: “Lufthansa lost your baggage”.
Quello fu esattamente il momento della mia vita in cui compresi che aver ragione può non bastare a renderti felice.
Il belloccio cercò di rassicurarmi, mi diede il numero verde da chiamare per avere notizie circa le mie borse e mi congedò con un sorriso più forzato di quello con cui mi aveva accolta.

Senza i miei 20 kg di borse, leggera come una piuma, mi buttai dentro Berlino con i mezzi pubblici: l’ autobus e la metro, la mitica U-bahn. Arrivai fino alla fermata del mio ostello e, ovviamente, presi l’uscita sbagliata. Mi trovai in un largo incrocio che non mi diceva nulla. Continuavo a fissare il foglietto dove avevo scritto l’indirizzo aspettando che, per magia, si materializzasse qualche aiuto… e così fu!
Un vecchietto piccolo piccolo mi si avvicinò, mi strappò il biglietto dalle mani e cominciò a camminare. E io dietro a lui. Dopo 200 metri eravamo arrivati all’incrocio giusto, mi ridiede il foglietto e senza dire una parola se ne andò. Potrei anche sbagliarmi, sarà stata colpa del sole di un settembre tedesco incredibilmente caldo, o forse sarà dipeso da tutte le emozioni che avevo vissuto fino a quel momento, ma giurerei di aver visto spuntare dal fondo della giacchetta la punta di due grandi ali bianche…davvero!

Dopo questo magico incontro mi era tornato il buon umore. Arrivai all’ostello tutta pimpante e sorridente, pronta a prendere possesso del posto che, scrupolosamente, avevo prenotato via fax qualche giorno prima.

“We lost your fax”…non ci potevo credere!

Persa ogni parvenza di civiltà aggredì verbalmente il tizio dietro il bancone: la precisa compagnia aerea, della precisa Germania si era persa i miei bagagli e lui aveva smarrito la mia solerte prenotazione. Il suo paese era un bluff: per secoli ci avevano fatto credere di essere noi quelli disorganizzati mentre loro marciavano spediti come soldatini, ma era tutto falso!

Il portiere non fece una piega, anzi gli scappò pure un mezzo sorriso, del resto era turco, quindi assolutamente immune alle mie critiche ai tedeschi.
Mi dedicò lo stesso sorriso indulgente del ragazzo della Lufthansa e mi offrì di occupare una stanza tutta per me, per risarcirmi dei disagi che avevo vissuto fino a quel momento. Lì per lì pensai che fosse molto gentile, col senno di poi credo che mi abbia messo da sola perché, dopo la piazzata che avevo fatto, avesse paura che fossi una psicopatica pronta a sterminare tutti gli altri ospiti!

Arrivata nella mia stanzetta che, detto per inciso, era abbastanza lurida, persi i sensi sul letto.
Mi ripresi due ore dopo. Feci il numero verde e una signorina gentile mi disse: “I suoi bagagli sono atterrati a Berlino dieci minuti fa. Glieli stanno recapitando in questo momento. Wilkommen in Berlin!”

La vita è meravigliosa!

Continua...

Erasmus (1. Pronta a partire)
Le tenniste azzurre ancora una volta non ci deludono, anzi!

L'Italia del tennis femminile si qualifica per la finale della Federation Cup 2007, dopo aver sconfitto le francesi in semifinale.

La giornata di sabato si era chiusa sull’1 a 1.
Dopo la vittoria della Golovin sulla Garbin, ci aveva pensato l’immensa Schiavone a
riportare la situazione in parità battendo l`ex numero uno del mondo Amelie Mauresmo.

Oggi erano previsti tre incontri: Garbin vs. Mauresmo, Schiavone vs. Golovin ed infine il doppio Vinci/Santangelo contro Dechy/Bremond.
La giornata inizia male con la sconfitta della Santangelo, che ha rimpiazzato all’ultimo minuto la Garbin, infortunata ad una gamba. L’azzurra si comporta bene, ma la francese riesce a spuntarla.
Tocca nuovamente alla Schiavone rimettere la partita in piedi. Lei, come sempre, si fa trovare pronta ed in 2 ore e 44 minuti batte la Golovin.
Il doppio si rivela, dunque , decisivo.
La Schiavone scende in campo anche per quest'ultimo incontro, sostituendo la Santangelo a fianco della Vinci .
Il duo azzurro, giocando con grinta e cuore, riesce ad avere la meglio sulle francesi.
Ora l’Italia aspetta la vincente tra Russia e Stati Uniti.


Foto tratta dal sito di raisport.

Un’altra serata al cinema, questa volta è stato il turno di “Ocean’s 13”.

La mia opinione su questo film non può essere molto obiettiva, dato che, dopo aver passato una giornata intensa (vedi post precedente), nel buio della sala mi sono finalmente rilassata e mi è venuto un sonno bestiale. Ho infilato una serie incredibile di sbadigli, ho faticosamente resistito alla tentazione di accoccolarmi nella poltrona e farmi un bel pisolo, ma non credo fosse colpa del film, ero io ad essere stanca!

Non che il film sia un capolavoro: la storia è sempre la stessa, un gruppo di scanzonati ed organizzatissimi truffatori che mettono nel sacco il cattivo di turno.

Il film è scritto bene, la sceneggiatura all’inizio è un po’ faticosa da seguire, ma poi tutte le tessere del puzzle prendono posto ed ogni cosa acquista un senso.

Il problema è che non c’era nessuna necessità di fare un terzo episodio. Un film senza cuore, fotocopia dei precedenti, una meravigliosa e asettica “macchina per far soldi”.

Le cose che mi sono piaciute? Fotografia e scenografia, che si ispirano allo stile degli anni ‘60 –‘70, tanto che mi aspettavo di veder spuntare un giovane Sean Connery in smoking da dietro ogni angolo.
Una nota di merito alla rediviva Ellen Barkin, unica donna di tutto il cast che ruba la scena ad un Al Pacino che ripete sé stesso all’infinito.
Clooney e Pitt? Non pervenuti. La loro presenza risulta marginale e superflua come i loro personaggi.

…accipicchia che cattiva…non pensavo mi fosse piaciuto così poco…
Sei passato col rosso, ma io , nella mia infinita bontà, ti perdono.

Per una tua leggerezza avremmo potuto farci male, ma non mi arrabbio.

Sceso dalla tua macchina, hai cercato, contro tutte le evidenze, di dare la colpa a me. Hai pensato che urlarmi in faccia mi avrebbe confuso e spaventato.
Se non ci fossero stati i testimoni, probabilmente avresti continuato a negare, negare e negare.

Non solo hai messo in pericolo me e tutti quelli che per sfortuna si fossero trovati sulla tua strada, ma hai anche cercato di farmi fessa, ed è questo che non ti perdono!!!
"Si calmi signorina!" Si calmi? Tesoro caro, non ti ho preso a calci, solo perchè sono una brava persona...io!

E adesso basta, voglio buttarmi questa storia alle spalle, dimenticarmi questo brutto venerdì 13.

Vado avanti, aspettando il verde, come faccio sempre, io!

Parlando dei tennisti degli anni ’90, non potevo certo trascurare il “re della terra rossa” di quel decennio: Thomas Muster .
Austriaco, nato a Leibnitz il 2 ottobre del 1967.
Nella sua carriera vinse uno Slam, il Roland Garros del 1995, 44 tornei dell' ATP in singolare, di cui 8 della Master Series (3 volte Roma e Montecarlo, 1 volta Essen e 1 volta Miami) ed uno in doppio (Bari).
A soli 10 anni, nel 1977, vinse il suo primo torneo; sette anni dopo raggiunse la vetta del ranking juniores e venne convocato nella squadra austriaca di Coppa Davis.
Nel 1985 fece il suo debutto nel professionismo e un anno dopo si aggiudicò la vittoria ad Hilversum (Olanda), entrando subito tra i primi 50 giocatori al mondo.
Il 1988 vide Muster qualificarsi per sei finali, vincendone quattro (Boston, Bordeaux, Praga e Bari) e grazie a questi ottimi risultati raggiunse la Top 20.
L’anno successivo divenne il primo austriaco a qualificarsi alla semifinale degli Australian Open e ad entrare tra i primi 10 al mondo (praticamente un eroe nazionale!)
Allo stesso anno appartiene il momento più brutto della sua carriera: dopo essersi qualificato per la finale di Key Biscayne (ora Miami Masters) venne investito da un automobilista ubriaco, riportando gravi danni al ginocchio sinistro.
Dopo l’intervento subito a Vienna, riprese subito ad allenarsi grazie all’ausilio di una sedia disegnata appositamente per lui e gli bastarono solo sei mesi per ritornare sui campi da tennis, dimostrando un’ incredibile forza di carattere!
Nel 1990, vinse tre titoli: due sulla terra rossa (Roma e Casablanca) e uno sul cemento (Adelaide); arrivò in finale in tre tornei; raggiunse le semifinali del Rolland Garros; e aiutò l’Austria ad approdare alla semifinale di Coppa Davis, per poi essere eliminata dagli Stati Uniti.
Per questi straordinari risultati Muster fu nominato 'Comeback Player of the Year'.
Si aggiudicò altri due titoli nel 1991 (Firenze e Ginevra), e altri tre nel 1992 (Montecarlo, Firenze e Umago).
Nel ‘93 giocò nove finali, vincendone sette (Città del Messico, Firenze, Genova, Kitzbuehl, San marino, Umago e Palermo).
L’anno seguente fece suoi altri tre titoli sulla terra rossa (Città del Messico, Madrid e St.Poelten) e fu protagonista di un leggendario incontro di Coppa Davis, dove sconfisse il tedesco Michael Stich per 12 a 10 al quinto set!
Ma il meglio per Muster doveva ancora arrivare: il 1995 fu l’anno migliore della sua carriera. Oltre a vincere il suo primo ed unico torneo del Grande Slam, aggiudicandosi la finale del Roland Garros contro il campione in carica Michael Chang, si assicurò anche altri 11 titoli (Città del Messico, Estoril, Barcellona, Monte Carlo, Roma, St. Poelten,Stoccarda, San Marino, Umago, Bucarest e Essen). Tra il febbraio e il giugno di quell’anno vinse ben 40 incontri consecutivi sulla terra battuta; ed anche se ciò non rappresenta un record è decisamente un risultato impressionante, che dà l’idea della forma smagliante in cui l’austriaco si trovasse in quel periodo.
Un altro anno indimenticabile fu il successivo, che vide Muster aggiungere al proprio palmares altri sei tornei (Città del Messico, Estoril, Barcellona, Monte Carlo, Roma, Stoccarda e Bogotà) ed occupare la prima posizione nel ranking mondiale. Inizialmente, conservò il numero uno per soli 7 giorni, dal 12 al 18 febbraio del 1996, poi lo riconquistò e lo mantenne per circa un mese, dall’ 11 marzo al 13 aprile dello stesso anno.
Muster è da ritenersi uno dei più atipici tra i primatisti al mondo: ottenne questa posizione grazie ai suoi fenomenali risultati sulla terra rossa, ma sulle altre superfici si dimostrò spesso un tennista mediocre.
Risalgono agli ultimi anni della sua carriera due vittorie sul cemento (Dubai e Miami), una semifinale agli Australian Open, ed il suo unico torneo di doppio (Bari) in coppia con Claudio Panatta.
Thomas Muster si ritirò nel 1999.
L’anno seguente fu onorato con la Goldene Ehrenzeichen della repubblica austriaca per meriti sportivi.

Non si può certo dire che questo straordinario campione sia un uomo pigro: nel 2003 è tornato a giocare nel campionato Seniores; dal febbraio 2004 al settembre 2006, ha rivestito il ruolo di capitano della nazionale austriaca di Coppa Davis; ora produce vino, imbottiglia acqua, ha una linea di abbigliamento sportivo e di racchette, e durante il tempo libero (ma quale?) un milione di hobby, tra cui la pittura,il golf e pilotare il proprio elicottero.

Il link del suo sito ufficiale: http://www.thomasmuster.at.
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